Dopo i 6 mesi di età del tuo bambino, ci sono generalmente ottime possibilità di passare una notte intera senza risvegli. I bambini a quest’età generalmente dormono ininterrottamente 6-7 ore di notte e durante il giorno sono sempre più svegli, anche se necessitano ancora di un paio di riposini che generalmente vengono fatti al mattino e subito dopo pranzo. Il tempo del sonno giornaliero si riduce progressivamente fino a 10-12 ore fra sonno notturno e diurno e aumenta la veglia; si passa da 3-4 sonnellini giornalieri a 6 mesi, a due verso i 12 mesi.
Ma questo è anche il momento in cui il bimbo scopre che mamma e papà sono “altro”, due persone distinte rispetto a lui e che quindi potrebbero allontanarsi e sparire, lasciandolo solo. La conseguenza è un’inquietudine (la cosiddetta ansia da separazione) che accompagna il bambino durante il giorno e che si ripresenta di notte, influenzando la qualità del suo sonno.
Intorno ai 9 mesi infatti si verifica un aumento dei risvegli notturni tra le 21 e le 24 e tra le 3 e le 6 (l’84% dei bambini si sveglia almeno una volta) che continua spesso fino a 2-3 anni. Man mano che il bambino prende sempre più coscienza del mondo che lo circonda, gli stimoli esterni possono cominciare a disturbarlo di più di notte e anche la sua fantasia, che si traduce di notte in sogni e incubi, può cominciare a interrompergli il sonno.
Per aiutarlo a superare questo delicato momento, può essere utile ricorrere al rituale della buonanotte da costruire assieme e che comprenda una serie di gesti atti a consolare e rassicurare il piccolo. Gesti che sarà necessario ripetere ogni sera al momento di mettere a letto il bambino. Generalmente l’istituzione di un rituale aiuta i bambini ad avere sonno all’ora decisa per andare a letto.
L’orario della nanna
Il bambino ha bisogno di coerenza nell’educazione che riceve e questo vale anche per il sonno. Generalmente è meglio fissare un orario della nanna e aderirvi il più possibile. Si può stabilire una routine composta dal bagnetto, dalla scelta del pupazzo da portare a letto, dall’accensione della lampada della notte e dalla lettura di una fiaba. Si può anche provare a lasciare che il bambino giochi da solo nel suo lettino in attesa del sonno. E’ consigliabile mettere a dormire il bambino tra le 20 e le 20.30 in inverno e tra le 20.30 e le 21 in estate, orario in cui il cervello del bambino si predispone al sonno.
La nanna da solo
Il bambino non deve abituarsi alla presenza dei genitori durante la fase di addormentamento perché se si abitua alla presenza attiva di mamma o papà difficilmente riuscirà ad addormentarsi autonomamente. Quando il bambino si sveglia nel corso della notte è infatti importante che trovi la medesima situazione che ha lasciato addormentandosi. Mamma e papà possono invece essere sostituiti da un oggetto rassicurante come ad esempio un pupazzo.
I risvegli notturni
E’ importante abituare il bambino alla progressiva distanza dai genitori al momento di andare a letto o durante i risvegli. Secondo alcuni esperti, se il bambino comincia a piangere o a chiamare bisogna aspettare 30 secondi, poi entrare nella sua cameretta, tranquillizzarlo senza interagire troppo ed uscire dalla stanza quando il bambino è ancora sveglio. Ad ogni chiamata successiva allungare progressivamente l’intervallo di tempo passando a 1 minuto, poi 2 minuti e così via. La notti successive bisogna aumentare progressivamente il tempo di attesa. Dopo una settimana le cose dovrebbero migliorare e il sonno del bambino sarà meno disturbato e più regolare.