Fascia porta bebè: quando iniziare a usarla in base ai modelli

Conosci i vantaggi, sia per il genitore che per il neonato, dell’uso della fascia porta bebè? Ecco benefici e modelli.

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Giorgia Marini

Parenting Specialist

Ex avvocato. Blogger, con la laurea sul campo in Problemi di Mammitudine. Da 6 anni scrivo di gravidanza, maternità ed infanzia, sul mio blog “Stato di Grazia a Chi?” e su altre testate online. Racconto la maternità con brio, garbo ed empatia.

Tra i primi acquisti ai quali pensano le future mamme ed i futuri papà, c’è quello relativo al trio. Quella combinazione fra passeggino, navicella ed ovetto che, per quanto utile, è quasi sempre estremamente ingombrante a fronte di un utilizzo molto limitato nel tempo. Se è innegabile che possa essere un acquisto necessario in alcuni casi, in molti altri, sempre più mamme trovano che, per i primi mesi del bambino, sia più indicato l’acquisto e l’uso di una fascia porta bebè.

Di seguito, scopriremo le caratteristiche, le differenze ed i benefici della fascia, ma va detto già da ora, che il loro utilizzo non è più limitato allo stile del genitore (in passato, e lo è ancora nei piccoli centri, fascia e marsupio sono relegati alle persone dallo stile più alternativo) o di costo, anche se indubbiamente la migliore delle fasce porta bebè non raggiungerà mai il prezzo di un trio.

Se fino a pochi anni fa erano rare le mamme (per non parlare dei papà) che andavano in giro con le fasce, oggi è un fenomeno sempre più diffuso. Non a caso, su internet è molto semplice trovare video di mamme e papà comuni che, a seconda del modello e l’età del bambino, mostrano come indossarli, come sceglierli, e come posizionare il bambino in sicurezza.

Sì, proprio sulla sicurezza di essi e sulla comodità del bebè prima e del bambino poi, alcune categorie di persone nutrono dubbi.

I vantaggi pratici della fascia

Perché una mamma ed un papà dovrebbero scegliere una fascia e non un trio? Semplice! Ci sono prima di tutto molti aspetti pratici che ne motivano sempre più l’uso. A favore della fasce porta bebè ci sono aspetti pratici, come il potersi muovere molto più agilmente, in special modo nelle grandi città, senza temere barriere architettoniche che possano ostacolare la passeggiata. Ne sanno qualcosa i genitori che, con passeggino al seguito, devono prendere molti mezzi pubblici, essi testano quanto possa risultare tutto molto complicato a causa delle scale mobili, degli ascensori in disuso nelle metropolitane, dei dislivelli per salire e scendere dal tram, solo per fare degli esempi. Pensiamo poi al caso di un solo genitore che debba uscire di casa con più figli piccoli, bastano due o tre per rendere l’impresa impossibile: in questo caso la fascia porta bebè non può che essere l’unica scelta.

L’uso della fascia, infine, permette al genitore di poter fare anche dell’ altro, oltre a trasportare il neonato, grazie alle mani libere, fattore non di poco conto sia fuori che dentro casa. Durante i primissimi mesi di vita, infatti, viene consigliato l’uso della fascia porta bebè addirittura in casa, in questo modo si concilia il riposo del bambino con le attività domestiche che si rendessero necessarie.

Infine, l’uso di una fascia porta bebè permette anche al genitore di non rinunciare ad alcuni tipi di sport di cui, le neomamme lo sanno, si potrebbe avere bisogno non tanto per rimettersi in forma a livello fisico, ma proprio a livello psicologico, grazie alla compagnia di altre mamme. Con la fascia porta bebè si può praticare yoga, pilates, ovviamente trekking. Ormai si possono trovare facilmente gruppi che organizzano corsi adatti alle mamme, e perché no anche ai papà, con fascia al seguito!

Insomma, avere le mani libere consente di fare molte più cose e anche di prendersi qualche minuto per sé, nel limite del possibile!

FASCIA-PORTANEONATO

Fascia porta bebè: Ecco i benefici per il bambino

Il primo vantaggio per il neonato trasportato nella fascia è indubbiamente quello di non doversi separare dalla mamma. Che sia in casa o fuori, è sempre pronto per essere allattato, ma, soprattutto, sarà più facile che dorma, rimanendo a contatto con il genitore. Ricordiamo che il neonato, sino a poco tempo prima, era perennemente cullato nella pancia della mamma, era abituato a dormire, quando la mamma si muoveva, camminava. Grazie all’uso della fascia, il neonato non smette di essere cullato e può appisolarsi, rivivendo quella sensazione.

La fascia porta bebé, secondo alcuni, eviterebbe anche le famose colichette di cui soffrono alcuni neonati, durante i primi mesi di vita. La posizione eretta, infatti, ed il continuo movimento, potrebbero essere utili a prevenire le colichette, a differenza della posizione supina tipica di una navicella o della culletta. Stessa logica è alla base dell’uso della fascia in caso di reflusso: nei casi in cui il neonato ne soffra, viene consigliato al genitore di tenerlo il più possibile in posizione eretta, cosa che può avvenire solo con una fascia porta bebè.

Quando iniziare a usare la fascia porta bebè

Di fasce porta bebè ce ne sono tantissime in commercio, e, come vale per la scelta dei passeggini, si possono avere tanti dubbi su quale acquistare ma, prima ancora, su quando iniziare ad usarle. Va detto che ci sono anche dei corsi, in alcuni ospedali e nei consultori, che possono essere utili per fare un po’ di chiarezza sui diversi modelli, sul loro utilizzo e per capire quale modello possa fare al caso nostro.

Per quanto riguarda quando cominciare ad usare la fascia porta bebè, possiamo stare tranquilli: in genere, non esiste un’età minima. Quello che cambia, nel corso dei mesi è la posizione del bambino ma, fin da subito, il neonato può essere messo dentro la fascia. Durante i primi mesi, sia per una questione anatomica che per una psicologica (cosa che, se ci pensiamo bene, vale anche per i passeggini fronte mamma) è consigliato l’uso di inserire il bambino con la pancia rivolta verso il corpo del genitore.

Come scegliere il modello giusto

Come dicevamo, i modelli in commercio sono tantissimi, volendo fare una distinzione, tra quelli comunemente più usati, potremmo distinguere due macro categorie principali: le fasce di tessuto e i marsupi.

Se vogliamo usare la fascia sin dalla nascita, i modelli giusti sono quelli che consentono un ottimo contenimento del neonato e questo avviene con le fasce di tipo lungo e quella rigida. Quest’ultima consente di portare il neonato in più posizioni: davanti, a fianco e dietro l’adulto.

Se, invece, preferiamo attendere qualche mese, prima di utilizzarla, l’opzione è la fascia corta e quella ad anelli se, da un lato è più semplice ed intuitivo l’ indosso, dall’altro queste tipologie non sono in grado di avvolgere totalmente il bambino, per cui bisogna aspettare che il neonato sia in grado di reggere da solo la sua testolina. Quella ad anelli, inoltre, non è  adatta per i lunghi tragitti.

Non disponibile.

I marsupi, che sono più strutturati, consentono di posizionare il  bambino davanti o dietro all’adulto ma non sempre sono adatti dai primi mesi di vita, per una questione anatomica.

Infine, sempre più diffusi sono i Mei Tai:  una via di mezzo fra fascia porta bebè e marsupio. Anche di questo ci sono vari modelli e, nonostante l’apparenza, non è subito intuitivo il suo utilizzo. Alcuni modelli, infatti, vengono venduti con un dvd che  mostra come indossare la fascia e come posizionare il bambino, in base all’età.

Le fasce in tessuto come anche i marsupi hanno, come abbiamo visto, molti vantaggi, ma il loro utilizzo potrebbe non essere per tutti. Il consiglio è quello di farsene prestare qualcuno, inserire dentro un bambolotto, e provare a muoversi con esso. In questo modo capiremo, prima di acquistarlo, quello che riteniamo più comodo, in grado di garantirci maggiore confort e un senso di sicurezza.