Naturale o cesareo? Consigli per un parto sereno

Grazie ad una ginecologa scopriamo in cosa consistono le principali differenze fra parto cesareo e parto naturale e quando sono consigliati

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Giorgia Marini

Parenting Specialist

Ex avvocato. Blogger, con la laurea sul campo in Problemi di Mammitudine. Da 6 anni scrivo di gravidanza, maternità ed infanzia, sul mio blog “Stato di Grazia a Chi?” e su altre testate online. Racconto la maternità con brio, garbo ed empatia.

Affrontare un parto naturale o uno cesareo non è la medesima cosa, anche in termini di convalescenza. Ma, ad onor del vero, anche nell’ambito di un parto naturale o di un cesareo ci possono essere molte differenze. Alcune donne raccontano di aver partorito naturalmente e di essere riuscite a godersi ogni fase, mentre altre ne hanno un ricordo tremendo. Anche le donne che hanno affrontato un parto cesareo non sono sempre della stessa opinione, del resto.

Avere un parto sereno è la speranza di ogni donna, e frequentare un corso preparto è utilissimo e sempre consigliato, ma certamente non c’è nulla che ci prepari davvero (nella pratica) a ciò che vivremo quando la data del termine si avvicina. In molti casi, inoltre, l’organizzazione come anche le aspettative si vanificano facilmente: le date presunte non sempre aspettano i bimbi che hanno voglia di uscire, come anche vengono sorpassate dai più “pigri”. E poi ci sono i parti naturali che diventano cesari d’urgenza, e i temuti cesari, che a pochi giorni dal parto, diventano naturali. È chiaro dunque perché noi donne non siamo particolarmente rilassate all’idea di quando attraverseremo la sala che vedrà nascere nostro figlio/a.

La dottoressa Valeria Valentino, ginecologa esperta, che sulla sua pagina instagram aiuta molte donne ad affrontare la gravidanza e non solo, ci ha fornito una prospettiva molto chiara sugli aspetti principali dei due diversi generi di parto, in modo che ogni donna possa affrontarli al meglio.

parto naturale e cesareo
Il delicato momento del parto

In cosa consiste il parto naturale

Cominciamo a conoscere bene il parto naturale, che è molto più complesso di quello che siamo abituate a pensare. I film ci restituiscono immagini molto semplicistiche di ciò che avviene davvero, alimentando in noi il pensiero che sia tutto estremamente rapido. Le donne sono pronte ad uscire il giorno dopo e, dopo la fase espulsiva, non hanno più alcun dolore. La narrazione è piuttosto fuorviante.

“Il parto naturale è quello che si definisce eutocico, anche se sarebbe più opportuno chiamarlo parto vaginale. Viene definito eutocico, quando avviene spontaneamente senza che vi sia l’ausilio di strumenti né che venga indotto il travaglio tramite ossitocina.

Il parto eutocico si svolge in quattro fasi:

  1. fase preparatoria o periodo prodromico
  2. fase dilatante o primo stadio
  3. fase espulsiva o secondo stadio
  4. secondamento o terzo stadio
parto naturale e cesareo
Il delicato momento del parto
  • Nella fase preparatoria cominciano le contrazioni irregolari. Essa può durare diverse ore ed è quella in cui in alcune donne si verifica l’espulsione del tappo mucoso.
  • La fase dilatante corrisponde al travaglio, con contrazioni ogni 3-4 minuti, molti forti, che poi porteranno ad una dilatazione completa di 10 cm.
  • La fase espulsiva inizia con la sensazione di premito e la necessità per la partoriente di iniziare le spinte spontanee, è quella durante la quale avviene l’espulsione del bambino.
  • Nel secondamento avviene l’espulsione della placenta, al massimo entro un’ora dal parto. Può accadere che essa debba essere rimossa in modo chirurgico, asportandola sotto anestesia generale.

In alcuni casi è necessario praticare l’episiotomia durante il parto naturale, questa procedura medica non è consigliata dall’Organizzazione mondiale della Sanità se non in casi specifici in cui c’è un’ oggettiva difficoltà di espulsione o se il travaglio si protrae eccessivamente. Il medico o l’ostetrica praticano l’episiotomia, ossia una piccola incisione del perineo per agevolare l’espulsione del feto. Essa non è priva di effetti collaterali, e può prolungare il tempo necessario per il recupero post-parto. Per questi motivi dovrebbe essere utilizzata solo quando effettivamente necessario. Esiste anche il parto vaginale distocico e dipende essenzialmente da malposizioni fetali o discinesia uterina materna”.

I vantaggi del parto naturale per mamma e bambino

Spesso ci viene detto che il parto naturale sia sempre da preferire, che esso è legato a minori possibilità di complicanze e che favorisce l’allattamento. C’è poi chi ha vissuto entrambe le esperienze e potrebbe fornire un’opinione diversa. Ma al di là delle proprie esperienze, leggiamo quello che ci ha raccontato la ginecologa Valentino, per capire meglio come davvero stanno le cose.

Il parto naturale è da preferire in caso di una gravidanza fisiologica. È giusto però ricordare che il cesareo è un’operazione chirurgica a tutti gli effetti. Infatti, esso avviene attraverso un’incisione a livello del segmento uterino inferiore. Tale operazione implica rischi chirurgici e un tempo di ripresa più lungo.

In assenza di complicanze, a seguito di parto naturale, la donna si può alzare da letto dopo poche ore, e potrà da subito provare l’esperienza più bella della propria vita, ovvero tenere tra le braccia il suo bambino o la sua bambina.

Se la preoccupazione verso il parto naturale è il dolore, si ricorda che durante la gravidanza si possono frequentare corsi preparto che insegnano le tecniche di respirazione adatte a ridurre le sensazioni dolorose e che è possibile avvalersi dell’epidurale”.

parto naturale e cesareo
Il delicato momento del parto

Come avviene il parto cesareo, e quando è consigliato

Effettivamente, alcune donne si avvicinano al parto naturale con paura. Una paura lecita, un po’ per il dolore ed un po’ per quel mistero che si vivrà in sala parto. Ma non è che il parto cesareo sia una passeggiata di salute. È bene ricordarsi, come anticipato dalla dottoressa Valeria Valentino, che si tratta di un intervento chirurgico, con tutte le sue conseguenze.

“Il parto cesareo consiste nel praticare un’incisione della cute, del sottocute, della parete addominale e della parete uterina, scollando in basso la vescica materna. Si procede in questo modo, quando il parto vaginale non è possibile per diverse ragioni, quali: sofferenza fetale, presentazione podalica, feto troppo grande per le dimensioni del bacino materno, prolasso del cordone ombelicale, problemi materni, tagli cesarei precedenti.

Oggi si consiglia il taglio cesareo anche in base all’età della donna, naturalmente ogni medico deve valutare caso per caso, oltre i 45 anni va adeguatamente discusso con la donna e con la coppia i pro e i contro di ogni scelta sulla modalità di parto proposta. Nel caso in cui la gravidanza sia gemellare, invece, si ricorre al parto cesareo se la gravidanza è monocoriale o se la donna lo preferisce.

Sono due le tipologie di taglio cesareo: elettivo e d’urgenza. Il taglio cesareo elettivo viene programmato intorno alla 40 settimana di gestazione. A differenza del parto spontaneo, la mamma non va incontro alle contrazioni del travaglio, poiché la nascita avviene tramite intervento chirurgico che si svolge in anestesia spinale o peridurale, raramente oggi in anestesia generale. Non è tuttavia un intervento privo di rischi, e per questo motivo la scelta deve essere valutata attentamente dalla donna e dal medico curante. Il taglio cesareo d’urgenza si effettua quando la donna ha già le contrazioni, ma durante il travaglio insorgono  complicazione tale da rendere impossibile la prosecuzione per via naturale, oppure in caso ad esempio di distacco intempestivo di placenta.”.