Negli ultimi anni i gruppi Facebook e Whatsapp sull’argomento “maternità istruzioni per l’uso” proliferano a vista d’occhio. Mamme e future mamme hanno finalmente trovato un luogo virtuale in cui scambiarsi informazioni e restare aggiornate su argomenti importanti come la gravidanza, le vaccinazioni e la gestione dei primi mesi del bambino.
Il fatto di condividere le esperienze sui social significa sentirsi meno sole e mettere in comune problemi anche intimi: dalle nausee, alle perdite nel primo trimestre di gravidanza fino al dolore che fanno i capezzoli nella fase dell’allattamento.
Certo l’importante è sempre fare la tara di quanto viene espresso su queste piazze virtuali. Non sempre si tratta di pareri autorevoli, ma soltanto “punti di vista”. Chi crea tali gruppi? Spesso si tratta di mamme sui 30/35 anni che, reduci da una o più gravidanze (e dai relativi corsi pre-parto), dispensano consigli alle neofite.
Insomma il rischio di confondere opinioni con verità scientifiche è dietro l’angolo. Su tematiche delicate, come per esempio l’opportunità di un parto “oltre il termine”, è consigliabile ignorare la chat di turno o il gruppo Facebook del caso per ascoltare il parere sacrosanto del proprio ginecologo.
E poi, diciamolo, i gruppi social vengono frequentemente utilizzati con poca parsimonia da parte dei partecipanti e quelli dedicati alle mamme non fanno eccezione, anzi. Il risultato, se tutto va bene, è un concentrato di banalità e luoghi comuni. Nel caso peggiore, una certa tendenza a “terrorizzare” le neomamme da parte di chi “ci è già passata”.
Quasi tutte le mamme vivono momenti di incertezza, in cui credono di non essere abbastanza brave e capaci con i propri piccoli. Condividere un’esperienza coma la maternità è una cosa positiva, contribuisce ad abbassare ansie e stress. Ma ricordiamoci di avere una qualità che va ben oltre l’apporto che ci possono offrire i social: il sorprendente istinto di saper fare la cosa giusta con i nostri piccoli.