Un neonato che piange è un richiamo irrefrenabile per una mamma che, d’istinto, non riesce a lasciarlo piangere e accorre subito in suo aiuto. Il pianto, per i bimbi piccoli, è il primo – e unico – modo di esprimere i loro bisogni e, pertanto, deve essere ascoltato, monitorato e accolto come il suo modo di comunicare e non di manifestare un capriccio o un vizio.
Questa teoria, però, non è l’unica che popola i libri di puericultura: negli ultimi anni, infatti, si stanno diffondendo alcuni metodi molto particolari, che suggeriscono ai genitori di aspettare prima di consolare e coccolare un neonato in lacrime. Uno dei più famosi studi, in parte ritrattato, riguardo l’addormentamento del bambino, è quello di Eduard Estivill, medico spagnolo autore del libro “Fate la nanna”, che prevede di lasciar piangere il piccolo finché non si calma da solo e abituarsi così a dormire nel suo lettino. La teoria è fortemente contrastata dal metodo montessoriano, che prevede invece la vicinanza della mamma e del papà nel momento del pianto, affinché il bambino si calmi sentendo carezze, calore e coccole. In caso di una nuova crisi di pianto, in maniera progressiva, si aspetterà qualche minuto in più prima di accorrere, fino ad aver rassicurato il neonato a tal punto da fargli capire che, anche se non vede mamma e papà, nel suo lettino è al sicuro e può dormire tranquillo.
Secondo Karl Henirich Brisch, primario di psicosomatica presso l’ospedale pediatrico di Monaco, lasciar piangere i bambini innescherebbe nel loro cervello un meccanismo di allarme, utile a reagire in maniera più positiva ad ansia e stress. Al contrario, secondo altri studi, lasciare che un bimbo si sfoghi con il pianto non avrebbe alcun valore pedagogico. Anzi: il pianto prolungato provocherebbe il rilascio di ormoni dello stress, come il cortisolo, che potrebbero provocare danni al sistema nervoso o comportamenti ansiosi perfino in età adulta.
La risposta alla domanda inziale, quindi, qual è? È bene lasciar piangere un neonato? Le teorie sono tante, forse troppe, mentre l’istinto materno è uno soltanto. Sicuramente, seguendolo, non si sbaglia mai.