Il parto in casa è sicuro? I rischi che si possono correre

In quali circostanze si può partorire in casa, quali requisiti devono essere rispettati, quali sono i rischi: la ginecologa ci racconta tutto quello che dobbiamo sapere su un fenomeno in crescita.

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Giorgia Marini

Parenting Specialist

Ex avvocato. Blogger, con la laurea sul campo in Problemi di Mammitudine. Da 6 anni scrivo di gravidanza, maternità ed infanzia, sul mio blog “Stato di Grazia a Chi?” e su altre testate online. Racconto la maternità con brio, garbo ed empatia.

Il parto in casa è una scelta fatta da poche donne, anche se sono in aumento quelle che lo prendono in considerazione. Questo avviene perché, anche se il parto in ospedale è più sicuro per la donna e per il bambino (come vedremo in seguito), è altrettanto vero che ognuna di noi vorrebbe che il travaglio e la fase espulsiva avvenissero in un ambiente famigliare ed intimo.

Se, fino a poco tempo fa, erano le regine dello spettacolo a partorire in acqua o a domicilio, oggi, sempre più mamme si informano per poter avere un parto più simile ai propri desiderata. C’è chi chiede la musica o di muoversi sulla palla (in genere deputata al pilates) per affrontare il travaglio, chi chiede di potersi mettere sotto i getti di acqua calda, quando il dolore si fa insopportabile e così via. Cose che se oggi ci sembrano richieste semplici, banali, fino a pochi anni fa, non erano previste nei protocolli della maggior parte delle strutture ospedaliere. Ad ogni modo, in uno dei momenti più importanti della propria vita, il più delicato, ogni futura mamma è giusto che scelga ciò che meglio risponda alle proprie esigenze.

Durante il corso preparto, alle donne vengono illustrate le fasi che permetteranno di affrontare la fase espulsiva, le posizioni da tenere durante il travaglio, i pro ed i contro dei vari tipi di anestesia, e altro ancora. Per cui è in questo momento che la donna in gravidanza comincia a capire ciò che desidera per lei, come anche se preferisce partorire in ospedale o a casa.

Abbiamo chiesto alla dottoressa Elsa Viora, ginecologa, in cosa si caratterizza il parto a domicilio, quali requisiti deve soddisfare, quali professioniste/i vengono coinvolte e quando la donna può fare questa scelta.

Parto in casa
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Quali sono i rischi e quali i requisiti del parto a domicilio

Il parto in casa: quando è permesso

Non siamo più nell’epoca di “Via col Vento”- per fortuna- per cui il parto in casa è una scelta libera, e tutt’altro che l’unica. Anche senza essere esperti o anche senza avere avuto precedenti gravidanze, però, è chiaro che ogni eventuale criticità possa essere affrontata meglio in un ospedale, rispetto che a casa propria.

Per fare un esempio, anche quando la futura mamma deve decidere in quale ospedale partorire, prende in considerazione diversi fattori rilevanti per la sicurezza del bambino: come ad esempio la presenza  di un  reparto di terapia intensiva per i neonati. Non tutti gli ospedali ne hanno uno, e questo, per alcune donne, è un fattore determinante nella scelta.

Accanto a queste donne, ci sono invece mamme che mettono, prima di ogni cosa, l’importanza di vivere il travaglio ed il parto nel proprio ambiente familiare, tra persone scelte, selezionate da tempo, dalla doula all’ostetrica, nella propria camera da letto preparata all’evento. Ogni donna fa la scelta che più la tranquillizza ma è necessario che, prima, reperisca tutte le informazioni utili per decidere con cognizione di causa.

Ma quante sono le donne che decidono di partorire in casa e quando è possibile farlo?

Il parto a domicilio, in Italia, rappresenta oggi una realtà numericamente poco significativa se rapportata al numero di parti totali (meno dell’ 1% dai dati Cedap). Questo rende estremamente difficile esprimere dei giudizi sulla bontà di questa pratica anche perché, sul territorio italiano, la raccolta dei dati è estremamente difficoltosa e spesso non omogenea. Anche se sappiamo bene che la gravidanza ed il parto non sono una patologia, è evidente che il percorso di gravidanza, il travaglio, la fase espulsiva sono condizioni dinamiche ed evolutive, che possono, in ogni momento, virare verso una situazione patologica che necessita di trattamenti aggiuntivi immediati e non procrastinabili.

Inoltre, dobbiamo ricordare che ciò che avviene in sala parto è l’esito di ciò che è avvenuto non solo durante la gravidanza, ma molto prima, ancora prima del concepimento. Pensiamo anche al divieto di bere in gravidanza e all’importanza di evitare alcol anche prima, se la gravidanza è programmata.

Il percorso deciso dalla donna deve essere discusso e condiviso, se vogliamo che sia accettato ed attuato con soddisfazione di tutti coloro che sono coinvolti, ma è necessario che si tratti di gravidanza fisiologica. Ovviamente, se la donna o la gravidanza stessa presentino criticità, il parto in casa è da escludere per salvaguardare la vita alla mamma e al bambino.

Dato per scontato che solo la gravidanza a basso rischio possa accedere a tale percorso, non si può prescindere dal fatto che tale valutazione debba essere fatta all’inizio della gravidanza, ad ogni visita durante i nove mesi della gravidanza stessa, all’inizio del travaglio e durante tutto il travaglio”.

Parto in casa
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Quali sono i rischi e quali i requisiti del parto a domicilio

Partorire in casa: quali sono le condizioni necessarie

Per garantire il giusto standard di sicurezza per la donna ed il bambino, come ci ha detto la dottoressa Elsa Viora, è necessario che siano presenti una serie di condizioni. Nulla deve essere lasciato al caso ed, anzi, ci deve essere un piano qualora si presentassero rischi improvvisi, attraverso la presenza di una struttura ospedaliera vicina. Ed è necessario che la donna li conosca da principio, per poter fare la scelta migliore, affinché il suo sia davvero un parto sereno.

“Il concetto che deve essere chiaro è che il parto domiciliare deve poter assicurare le stesse garanzie del parto in ospedale. Poi, oltre ai criteri di accesso valutati all’inizio della gravidanza e durante ogni visita, un parametro importante è la distanza del domicilio della gravida alla più vicina sede ospedaliera, in quanto i tempi tecnici di trasferimento possono incidere notevolmente sulla risoluzione di un evento avverso nel corso del travaglio stesso. Anche la facilità del trasferimento è condizionata dalla tipologia del domicilio, della presenza o meno di un ascensore, dal  traffico presente durante il percorso, e dalla possibilità di avere un mezzo idoneo al trasferimento.

Fatti salvi questi presupposti, e assodato che la figura professionale più idonea all’assistenza di un travaglio fisiologico è l’ostetrica, è imprescindibile poter verificare il livello di formazione delle ostetriche che si rendono disponibili all’assistenza domiciliare del parto. E’ noto che, in Italia, questi requisiti non sempre vengono rispettati.

Altro vincolo imprescindibile è quello che il percorso travaglio-parto sia tracciabile e valutabile da chiunque sia costretto ad intervenire in seconda battuta, per l’insorgenza di una complicanza o di un evento avverso, anche questo minimo.

In ultimo, la struttura ospedaliera, che eventualmente dovrà prestare la propria collaborazione, deve essere preventivamente informata dell’epoca presunta del parto e della storia clinica della gravidanza. Questi che sembrano ovvi e irrinunciabili presupposti per assicurare un minimo di sicurezza, spesso sono assolutamente disattesi”.

Parto in casa
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Quali sono i rischi e quali i requisiti del parto a domicilio

Partorire in casa: i rischi

Sintetizzando quello che ci ha riferito la dottoressa Elsa Viora, i fattori che devono essere presenti per poter partorire in casa, sono:

  • gravidanza fisiologica
  • ostetrica esperta
  • vicinanza ad un ospedale
  • facilità del trasferimento
  • rapporto istituzionalizzato fra ostetrica ed ospedale
  • conoscenza della storia clinica e della data del parto

Purtroppo, alcuni di questi criteri vengono disattesi, perciò, la giusta intimità che la donna desidera per il proprio parto rischia di essere soddisfatta a scapito della sua sicurezza e di quella di suo figlio/a. Dunque, se già di per sé una certa percentuale di rischio c’è, seppure minima, anche per il parto in ospedale, possiamo immaginare come possa aumentare qualora avvenga in casa, se non sono garantiti i principi di cui sopra.

“Parlare di rischi in ambito medico è sempre molto complesso, in quanto le aspettative dell’assistito sono giustamente sempre molto alte. Ancor più in ambito ostetrico, queste aspettative tendono a rifiutare anche solo l’eventualità che la gravidanza e il parto possano essere funestati da qualsivoglia evento avverso. La nascita è di per sé un concetto associato ad un evento bello, positivo.

Purtroppo, però, non esiste ostetrica, ginecologo, neonatologo, o pediatra che, nel corso della propria  attività professionale, non sia stato testimone diretto di complicanze, talvolta anche  molto gravi, insorte in ogni fase del travaglio /parto /puerperio, che abbiano richiesto un’ assistenza aggiuntiva urgente, senza la quale gli esiti sarebbero potuto essere estremamente gravi per la madre e/o per il bambino. La gravidanza, anche fisiologica, non elimina l’eventualità dell’insorgenza di rischi, li riduce solamente, pertanto è necessario essere attenti a rivalutare la situazione in ogni fase e ad ogni visita.

Troppo spesso il parto domiciliare viene “ venduto “ ai non addetti ai lavori come un’esperienza solo positiva e priva di rischi. Una gravidanza fisiologica non è garanzia di un travaglio fisiologico e un travaglio fisiologico non è garanzia di un parto altrettanto fisiologico. Chi afferma questo mente.

Se l’obiettivo del percorso nascita è quello di offrire la maggiore qualità del servizio e la maggiore sicurezza per il binomio madre bambino, il parto a domicilio non rappresenta ne’ il massimo della sicurezza, ne’ il massimo della garanzia.

Dobbiamo lavorare tutte/i insieme per migliorare l’accoglienza, il rispetto della dignità di donne e neonati nei nostri reparti, per rendere operativi i Centri Nascita gestiti dalle ostetriche all’interno degli ospedali. In questo modo, potremo davvero coniugare la sicurezza e l’umanizzazione del parto”.

Le bellissime parole della dottoressa Viora ci fanno capire perché, a volte, le donne scelgono questo tipo di parto: loro cercano quel rispetto, quella familiarità, quel rapporto intimo che, negli ospedali, spesso manca. Purtroppo, non solo nei reparti di maternità. Ad ogni modo, è giusto concludere dicendo che molti ospedali hanno eccellenti reparti maternità e sportelli nascita, ottimi professionisti/e umani e sensibili, come anche che non tutti i parti a domicilio si traducono in eventi negativi. Tutto ciò che abbiamo illustrato sono gli elementi che ogni donna è giusto conosca prima di prendere la propria legittima decisione.