Consigli per i genitori di fronte alla diagnosi di DSA (Disturbi Specifici di Apprendimento): i suggerimenti di Valentina Secchi, mamma di un ragazzo dislessico e autrice del libro DSA. Decisamente Super affascinante.
Cosa succede quando un genitore riceve la certificazione di DSA per il proprio figlio? Le opinioni sono discordi…
Lo abbiamo chiesto a Valentina Secchi, mamma di un ragazzo dislessico e responsabile di un doposcuola specialistico per ragazzi “decisamente super affascinanti”. È così che Valentina ha ribattezzato l’acronimo DSA nel suo libro in cui racconta La vera storia di un’alleata didattica il prima linea. Un libro che ribalta completamente la prospettiva. Ciò che viene considerato un disturbo, uno svantaggio, un problema, diventa un punto di forza. Le abilità di ognuno vengono esaltate e la diversità viene accolta come valore.
3 consigli da dare a un genitore che ha appena ricevuto la diagnosi di DSA per suo figlio.
Gli ingredienti imprescindibili secondo Valentina sono tre: coraggio, condivisione e informazione.
- Coraggio per non lasciarsi prendere dallo sconforto e “capire che nel proprio figlio non c’è niente di sbagliato”. Perché essere DSA non è una mancanza, ma una caratteristica, “come avere i capelli biondi o castani”.
- Condivisione per confrontarsi con altri genitori, cercando corsi di aiuto e gruppi in cui esporre i dubbi, le ansie e le paure che una certificazione di DSA porta con sé.
- Informazione perché leggere il più possibile sull’argomento è fondamentale per capire come comportarsi.
Solo se il genitore riuscirà ad adottare un atteggiamento positivo, infatti, il figlio sarà spinto a credere nelle proprie potenzialità, superando l’idea che il proprio modo di pensare sia difettoso. Sì, ma come? Convincendosi davvero del grande valore di questi ragazzi e ragazze, aiutandoli così a tirar fuori il meglio di loro, abbattendo la barriera culturale e i pregiudizi nei loro confronti.
Come gestire il dialogo scuola-famiglia?
Importantissimo in questo senso il dialogo scuola-famiglia. “Bisogna essere una squadra, andare tutti nella stessa direzione”.
Per prima cosa il genitore deve immediatamente protocollare in segreteria la certificazione di DSA. Nei colloqui con gli insegnanti, poi, il genitore può anche farsi affiancare dagli specialisti che hanno effettuato la diagnosi o che seguono il ragazzo. Questo è utile perché si tratta di figure scariche da coinvolgimenti emotivi, che possono valutare la situazione con il giusto distacco. In alcuni casi si può prendere in considerazione anche la necessità di un tutor o tecnico dell’apprendimento.
Qual è la cosa più importante che si impara?
Quando chiediamo a Valentina qual è la cosa più importante che ha imparato grazie alla sua esperienza ci risponde così: “Il tempo. Vivere e lavorare a contatto con ragazzi e ragazze DSA obbliga a rivalutare il concetto di lentezza. In un mondo che vuole tutto subito, prendersi il proprio tempo per fare le cose sembra uno svantaggio. Ma i decisamente super affascinanti ci aiutano a capire che la lentezza è un modo per vivere meglio, senza perdersi niente: “Non sono lento, mi sto prendendo il mio tempo“.
L’importante, quindi, è che un genitore non cerchi mai di “normalizzare” la situazione perché non c’è niente da raddrizzare nei propri figli con DSA. Non hanno un “disturbo” … hanno delle “diverse preferenze di comportamento“.
Basta capirli! E lo sforzo non potrà non essere ripagato perché abbiamo tutti molto da imparare da loro!