Scambio dei neonati in culla: succede ancora? I casi recenti

Scambi in culla: anche se sembrano situazioni ormai superate, continuano ad accadere. Ecco i casi della pugliese Antonella e di due madri russe

Per quanto lo scambio in culla, come accade nel film “Il 7 e l’8” diretto dal duo comico Ficarra e Picone, possa sembrare un evento ormai superato, a quanto pare i neo-genitori devono ancora prestare molta attenzione. Questo perché, nonostante l’avanzare della tecnologia, errare resta pur sempre umano.

Diviene, però, preoccupante quando di mezzo ci vanno dei bambini che, non consapevoli di essere stati scambiati al momento della nascita, crescono in famiglie che non sono quelle biologiche. Purtroppo i casi registrati negli ultimi anni, sia in Italia che all’estero, sono stati molti: ciò dimostra quanto questo equivoco possa ancora essere attuale.

Nel luglio 2015, per esempio, è stato accertato il caso eclatante di Antonella, una donna pugliese di 26 anni che ha passato tutta la sua vita in una famiglia indigente, sottoposta a frequenti umiliazioni. Si è scoperto poi, tramite l’esame del DNA, come la giovane fosse stata scambiata di culla nell’ospedale di Canosa.

La donna ha chiesto alla Regione un risarcimento di ben 9 milioni di euro, probabilmente giustificato: infatti la ragazza avrebbe potuto avere una qualità di vita totalmente differente. Inoltre, i genitori biologici di Antonella non sono riusciti ad instaurare con lei un rapporto come quello creatosi, invece, con Lorena, la figlia che credevano fosse sangue del loro sangue.

Un altro caso clamoroso di scambio in culla è avvenuto in Russia, dove, sempre nello scorso anno, sono state consegnate a due neo-mamme delle bambine che non erano loro. L’equivoco, se così si può chiamare, è nato dal fatto che il nome di entrambe le madri fosse Lyudmila.

La sensazione di avere tra le braccia una neonata diversa e il fatto che le due bambine fossero nate l’una a pochi minuti dall’altra ha dato vita ad una richiesta di chiarimento da entrambe le parti che si è conclusa ben 102 giorni dopo il parto con la restituzione delle figlie alle loro madri naturali.

Un breve periodo, se lo si confronta con la storia della pugliese Antonella, ma in ogni caso sufficiente per far nascere un sentimento d’affetto nei confronti di queste piccole creature. Se c’è un aspetto positivo in questo scambio in culla è che le due mamme hanno deciso di restare in contatto, continuando a scambiarsi informazioni e foto sulle bambine.