Un mistero lungo vent’anni: Francesca Vacca Agusta e la sua scomparsa

L'8 gennaio del 2001 il suo corpo è stato trovato senza vita sulla costa di Cap Benat, vicino a Portofino. Da quel momento la sua morte è diventata un reality show

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Redazione

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Ci sono delle storie che, a causa di tragiche circostanze che si intersecano tra loro, non sono destinate al lieto fine. Alcune di queste vengono dimenticate e lasciate “riposare in pace”, come è giusto che sia, altre invece, quella serenità non la trovano mai, neanche nella fine. Vicende travagliate come quella della morte della contessa Francesca Vacca Agusta resteranno per sempre nella memoria collettiva, tra enigmi da risolvere a ogni costo e grandi punti di domanda.

E come potrebbe essere altrimenti? La scomparsa della contessa di vent’anni fa ha inaugurato, nel nostro Paese, l’epoca della cronaca nera intesa come reality show. Dalle interviste, alle lacrime in televisione fino alle rivelazioni contornate di un pathos romanzato volto solo a fare record di ascolti. Complici quei protagonisti della vicenda fin troppo bramosi di apparire a ogni costo a discapito del dolore.

Quando Francesca Vacca Augusta scomparse, vent’anni fa a Portofino, la prima ipotesi accreditata fu quella che la donna scivolò in mare dalla scogliera. Altri ipotizzarono invece che fosse stata spinta da Villa Altachiara, dove viveva, altri ancora hanno attribuito la tragica fine alla maledizione di Tutankhamon. Tra teorie e supposizioni una sola certezza, la contessa era mora. Il suo corpo, trasportato delle correnti, venne ritrovato dopo 12 giorni di ricerca sulla costa di Cap Benat, vicino Portofino

La sua fu archiviata come morte accidentale, ma l’intera vicenda che per tanto tempo ha tenuto vivo l’interesse della cronaca nazionale e internazionale, è stata trattata a più riprese tra ipotesi di omicidio e suicidio

Chi era Francesca Vacca Agusta

Della sua morte si parlò tanto, troppo a lungo. La contessa era, infatti, un personaggio noto a molti e non per il suo titolo nobiliare o per la sua splendida e invidiabile vita a Portofino, quando più per alcune vicende giudiziarie che l’hanno vista coinvolta in prima persona.

Nata nel 1942 a Genova come Francesca Vacca Graffagni, la contessa assunse il titolo nobiliare sono nel 1974, a seguito del matrimonio con il conte Corrado Agusta, imprenditore e titolare dell’omonima azienda aeronautica di famiglia. Di quel loro amore se ne parlò sui giornali e sulle riviste del tempo, si diceva che la bellezza di Francesca avesse rapito gli occhi e il cuore di Corrado al punto tale da spingere l’uomo a lasciare sua moglie e il figlio Rocky.

Anni intensi e folli in giro per il mondo tra yacht super lussuosi, incontri con personaggi illustri e dimore di proprietà, fino al 1984, anno in cui i due si separano. La morte del conte Agusta, pochi anni dopo la separazione, dà vita a una serie di vicende giuridiche complicate e battaglie per l’eredità tra la contessa e Rocky Agusta. Villa Altachiara, però, tra le tante cose, restò alla contessa.

La villa maledetta

È qui che la donna, poco dopo, andò a vivere con Maurizio Raggio, il suo nuovo compagno. In quella villa da molti considerati maledetta, la stessa diventata celebre per essere stata il set della fortunata serie tv Downton Abbey. La dimora da sogno è stata per secoli di proprietà della famiglia Carnarvon, di cui un membro, George Edward Stanhope Molyneux, divenne particolarmente famoso per aver finanziato la spedizione che portò alla scoperta della tomba di Tutankhamen.

Dopo la morte di Lord Carnarvon per polmonite e quella di una giovane nipote che cadde dalle scale esterne che collegavano la villa, si diffuse la leggenda della maledizione, di cui, per alcuni, ne rimase vittima anche la contessa.

Le vicende giudiziarie

Torniamo alla nostra contessa che, negli anni Novanta, diede un bel po’ di materiale ai giornali di cronaca locale per via delle sue vicende giudiziarie. Fu accusata insieme al suo compagno di ricettazione durante il periodo di Tangentopoli, poi scappò in Messico in una delle t dimore ereditate dall’ex marito, ma nel 1997 decise di tornare in Italia. Dopo la condanna e alcuni mesi di arresti domiciliari, Francesca Vacca Agusta tornò a vivere in Italia, nella sua villa di Portofino, e iniziò una nuova relazione con il messicano Tirso Chazaro.

La sera della scomparsa della contessa, l’8 gennaio del 2021, Raggio era in Florida e con lei c’erano Chazaro e Susanna Torretta, considerata la sua dama di compagnia. Francesca fu avvistata per l’ultima volta intorno alle 19 mentre si allontanava dalla villa. Tutto il resto è passato alla storia.

Le cause della morte, tra ipotesi e realtà

La droga, i gioielli, i fidanzati e la maledizione di Tutankhamen, queste furono alcune delle ipotesi fatte a seguito del ritrovamento del corpo. Ci furono congetture e teorie di ogni tipo, prima l’ipotesi di un cocktail letale di farmaci e alcol che però non trovò riscontro nell’autopsia, poi quella di omicidio con testamenti ed eventuali moventi.

Mese dopo mese i titoli dei giornali formulavano nuove ipotesi mentre Chazaro, Torretta e Raggio venivano invitati nei salotti televisivi e nelle trasmissioni radio per parlare, raccontare e ipotizzare, senza mai essere davvero utili. Al contrario, però, accresceva la loro fama, al punto tale che la Torretta fu invitata anche a partecipare alla prima edizione dell’Isola dei Famosi.

Poi l’ennesima formulazione: la morte della contessa è stata solo una disgrazia, senza congetture o complotti di varia natura. Una perizia psichiatrica provò a fare luce sulla tragica fine della contessa. Si diceva di lei che fosse affetta da una forma di regressione infantile e che il bisogno di affetto e di attenzione a ogni costo diventasse sempre più importante e faticoso da gestire, al limite dell’ossessione. Questo spiega anche il perché della presenza fissa in casa di Chazaro e Susanna Torretta.

Secondo le ricostruzioni, quella notte dell’8 gennaio Francesca aveva mostrato, ancora, quella voglia di tornare bambina rifugiandosi in un gioco che tanto le era caro, il nascondino. Tirso raccontò di averla trovata prima in un armadio in compagnia di una bottiglia di whisky vuota e poi dietro a un muretto oltre la veranda. La perizia psichiatrica ha trovato riscontro nelle ipotesi dei carabinieri del Reparto investigazioni scientifiche di Parma, dei medici legali e dei geologi. La storia era davvero arrivata al suo atto finale.

Il giallo di Portofino era stato chiuso e Villa Altachiara fu venduta al braccio destro di Putin. Ma la storia delle contessa, dopo vent’anni di indagini e ipotesi, resterà per sempre il caso che ha infranto ogni confine tra privacy, verità e attenzione mediatica.