Franca Rame, l’eroina moderna protagonista di una storia di violenza e coraggio

L'arte come mezzo per raccontare lo stupro: la storia di Franca Rame

Foto di Sabina Petrazzuolo

Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Il 9 marzo del 1973 Franca Rame fu stuprata. Cinque uomini, esponenti dell’estrema destra, vollero punire l’attrice teatrale e drammaturga italiana perché scomoda. Lei, donna fortissima e indipendente aveva espresso le sue opinioni riguardo l’Organizzazione Soccorso Militare e poi negli anni ’70 divenne la voce del movimento femminista.

Una donna scomoda da mettere a tacere, con questa scusa quegli uomini misero a punto un piano malato ai danni della compagna e poi moglie di Dario Fo. Oltre lo stupro anche la violenza fisica, il corpo di Franca fu deturpato con una lametta e la sua pelle bruciata con le sigarette.

Poi è arrivata la violenza sessuale, una ferita dell’anima più che del corpo, per la quale i cinque uomini non hanno pagato. Per quello stupro infatti solo una prescrizione, nonostante le testimonianze che il tutto fu organizzato da una squadra di fascisti che voleva punire la donna.

Un atto crudele e disumano quello subito dalla Rame che però non ha mai smesso di difendere la sua dignità e quella di tutte le donne, uomini e bambini che hanno subito nella loro vita una violenza. E non si è vergognata mai di raccontare a tutto il mondo quello che ha subito perché qualcuno ci ha provato a far passare lei per quella sbagliata, quando i veri mostri erano ancora là fuori. E così nel 1975 è arrivato il suo omologo Lo Stupro, finito poi nello spettacolo Tutta Casa, Letto e Chiesa.

Cammino… cammino non so per quanto tempo. Senza accorgermi, mi trovo davanti alla Questura.
Appoggiata al muro del palazzo di fronte, la sto a guardare per un bel pezzo. Penso a quello che dovrei affrontare se entrassi ora… Sento le loro domande. Vedo le loro facce… i loro mezzi sorrisi… Penso e ci ripenso… Poi mi decido… Torno a casa… Torno a casa… Li denuncerò domani

Parole intense, soffocanti, coraggiose attraverso le quali Franca Rame ha raccontato di quella ferita che l’avrebbe segnata per tutta la vita. E così, armata di sole parole, la donna ha combattuto la violenza e la tortura che le è stata inflitta da uomini che l’hanno punita per le sue idee e quelle del marito con quale ha condiviso l’impegno civile e il palcoscenico.

Ed è stato proprio il teatro, la sua via di guarigione, alla stregua di un percorso di psicanalisi. Perché è stato parlandone, davanti al folto pubblico, che Franca ha messo in scena il suo trauma, lo ha affrontato e ha combattuto quella violenza a suo modo. Perché il suo posto nel mondo era lì, sul palcoscenico e in mezzo alla gente.

Lei, così forte e testarda anche in questo caso ha utilizzato le sue di regole e quel monologo, Lo stupro, oggi è diventato il manifesto contro la violenza di genere, il manifesto di una donna che non si è arresa davanti al silenzio politico, davanti a chi non voleva sapere e vedere. Parole coraggiose e forti che esorcizzano la paura, l’umiliazione, parole come lei, eroina moderna che noi ricorderemo sempre.