Care donne, è ora di sopprimere la crocerossina che è in voi

Pensare sempre e solo al benessere del proprio partner non è sano: per questo dovete imparare a mettere davanti voi stesse

La convinzione delle donne di dover gestire le insicurezze e le paure degli uomini prendendosene cura è radicata da tempo nella nostra cultura. Solo fino a pochi anni fa era ancora ammissibile dire che una donna era il cosiddetto “angelo del focolare”. Adesso una cosa del genere non sarebbe vista di buon occhio dato che fortunatamente la struttura patriarcale della famiglia sta – anche se con difficoltà – cedendo sempre di più. C’è però una tendenza, insita in quasi tutte le donne, a prendersi cura degli uomini. E questo pure quando non se lo meritano.

Sia ben chiaro: quando si vuole bene a una persona è normale avere dei riguardi, del rispetto e dell’amore nei suoi confronti. È perfettamente comprensibile avere a cuore il suo benessere. Quello che non va bene è il retro-pensiero che ognuna di noi, almeno una volta nella vita, ha avuto. Ossia, il «poverino, non sta bene adesso, ha avuto molte difficoltà, a lavoro è stressato e per quello mi risponde male, ha problemi in famiglia, ha problemi in palestra, ha problemi con la madre». Eccetera, eccetera, eccetera. Il continuo classico di questa frase? «Devo essere paziente con lui, ma riuscirò a prendermene cura e a farlo stare bene».

Si chiama sindrome della soccorritrice, o sindrome della crocerossina. Chi ne è affetta si prende cura del partner, con abnegazione, assecondando i suoi desideri, anticipandoli addirittura. E si mette in secondo piano rispetto a lui. La crocerossina diventa per il compagno psicologa, mamma, cuoca, donna di servizio, e chi più ne metta.

No. No. E ancora no. questo “no” che ti stiamo dicendo è scritto a caratteri cubitali su una lavagna grossa quanto la Pianura Padana. Tutti abbiamo i nostri problemi: il lavoro, i soldi che non bastano mai, il tempo che anche lui non basta mai, caos familiari, cicatrici del passato, brutte esperienze che vogliamo dimenticare, insoddisfazione. In base a cosa dovresti mettere da parte i tuoi traumi o le sue esigenze per pensare solo a quello che è meglio per il tuo uomo, compagno, marito o fidanzato che sia? E pensare a sé non significa essere egoiste, significa solo volersi bene. Perché non è giusto che la nostra controparte maschile sia coccolata e protetta fino allo stremo a discapito nostro e delle nostre esigenze. Perché, fateci caso, qual è poi la conseguenza naturale di questo comportamento? Che noi non esistiamo più. Noi passiamo in secondo piano. E questo non è giusto. Il risultato, manco a dirlo, è una relazione amorosa disfunzionale, non sana.

Un rapporto di coppia è un dare e avere. Deve essere paritario ed entrambi devono avere cura dell’altro. Essere una donna non vuol dire dover sopportare sempre e comunque i chiari di luna o l’impazienza del partner. Anche se si ha la forza per farlo. Bisogna stabilire un limite oltre al quale non si può andare e quel confine è la nostra esistenza. Quindi, coraggio: sopprimete la crocerossina che è in voi. Vedrete che poi starete molto meglio.