Padri assassini, il bacio della buonanotte prima di uccidere

È successo di nuovo, un altro padre spinto dall'odio e dalla sete di vendetta nei confronti della ex compagna, ha tolto la vita al proprio figlio di undici anni

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Irene Vella

Giornalista televisiva

Scrive da sempre, raccogli emozioni e le trasforma in storie. Ha collaborato con ogni tipo di giornale. Ha fatto l'inviata per tutte le reti nazionali. È la giornalista che sussurra alle pasticcerie e alla primavera.

È successo di nuovo, a meno di tre mesi di distanza dall’omicidio dei gemelli Elena e Diego, un altro padre spinto dall’odio e dalla sete di vendetta nei confronti della ex compagna, ha tolto la vita al proprio figlio di undici anni. Sparandogli. Andrea era nel suo letto, dormiva e magari stava sognando le moto, quella passione che il padre, prima di trasformarsi in assassino, gli aveva trasmesso.

Dopo averlo ucciso, ha rivolto la pistola, detenuta illegalmente, contro sé stesso suicidandosi, non prima però di aver annunciato le sue intenzioni con un lungo messaggio su Facebook, calcolando bene i tempi, tra la confessione e l’omicidio, in modo tale che nessuno potesse impedirgli di portare a termine il suo piano diabolico.

Un copione già visto, quello del padre padrone, del compagno ossessionato dal controllo, quello dell’uomo che non accetta la separazione, e decide di mettere in piano la sua vendetta studiandola nei minimi particolari, gettando in pasto ai social il suo testamento, per buttare nella fossa dei leoni da tastiera la ex compagna, per dare a lei la colpa del suo gesto inconsulto, lui il povero depresso e lei la carnefice che voleva solo divertirsi lontano da lui.

E allora leggiamolo il delirio di quest’uomo che ripercorre le fasi della sua “presunta” depressione, causata da alcuni problemi fisici che lo tormentavano, già perché la sua paura più grande era quella di non riuscire più a stare in sella alla sua moto, l’amore della sua vita, quello che, sempre secondo lui, non l’aveva mai abbandonato. Continuiamo a leggere tra le righe del suo post dove le accuse rivolte verso la ex sono chiare, lei non l’ha capito, lei si è allontanata quando lui aveva più bisogno, arriva perfino a rinfacciarle il malumore e infine la separazione. E analizziamo come descriva l’assassinio del figlio in modo poetico e vigliacco, “noi partiamo per un lungo viaggio, dove nessuno ci potrà dividere. Potrai separare i nostri corpi, ma non le nostre anime…”.

Fonte: Facebook
Alcuni estratti della lettera scritta da Claudio prima di togliersi la vita (fonte: Facebook)

No caro signor Boma tu non stai partendo per un lungo viaggio, ricorda bene, non cambiare le carte in tavola, non ci saranno più viaggi in moto, non ci saranno più vacanze al mare, non ci saranno più Natali, tuo figlio non diventerà mai padre, e sai perché? Tu gli hai sparato. Mentre dormiva. Tu lo hai ucciso mentre dormiva. Lui non partirà mai più, non sorriderà mai più, non farà mai più il bagno, non conoscerà il battito del cuore impazzito per il primo amore. Andrea non farà più niente. Non ci saranno più prime volte, perché tu, tu suo padre, lo hai ucciso.

Come fa? Come fa un padre a cenare con il proprio figlio, sapendo che sarà l’ultima, come fa un uomo a comprare un’arma illegalmente sapendo che la userà contro la carne della sua carne, come fa un padre a sparare al figlio mentre dorme dopo avergli dato il bacio della buonanotte? Come fa un uomo a decidere di vendicarsi della propria ex strappandole la persona a cui lei ha dato la vita?

Conoscete la depressione? Io sì. La conosco da vicino, da molto vicino. Un depresso non vede via d’uscita per sé stesso, fatica ad alzarsi dal letto perché niente sembra avere un senso, un depresso non uccide per vendetta. Un depresso al massimo si suicida, ma non architetta piani diabolici per lasciare in vita una donna che sarà morta per sempre. Un depresso non è un potenziale assassino.

E arriviamo alla fine della lettera “Buona fortuna Iris e se nel tuo cammino incontrerai una persona depressa, aiutala, potresti salvarle la vita e forse quella di qualcun altro. Ti auguro di vivere 100 anni.” Ed ecco la conclusione di questa mente perversa, il signor Boma Claudio non solo uccide suo figlio, ma lascia scritto che ad armare la sua mano sia stata l’ex compagna, colpevole di averlo lasciato, colpevole di non averlo capito, di non aver capito la sua depressione, le augura una lunga vita mettendola in guardia, perché se lei avesse fatto la brava mogliettina lui non si sarebbe ucciso, e soprattutto non avrebbe sparato al figlio, ergo se lei si fosse sottomessa e avesse deciso di restare, pur non amandolo più, sarebbero tutti vivi, non di certo felici. Ma vivi.

Ma la ciliegina sulla torta la mette la signora Fernanda Baima madre del Boma, la nonna del piccolo Andrea: “lo amava talmente tanto da portarselo con lui”. No signora Fernanda, suo figlio non amava Andrea.

I padri non uccidono i propri figli. Nessuno avrebbe portato via Andrea da suo padre, Iris aveva comprato una villetta proprio accanto a quella di suo figlio, per non lasciarlo da solo, per fare sì che suo nipote crescesse con entrambi i genitori.

No signora Fernanda suo figlio non ha ucciso perché amava tanto Andrea.

Suo figlio lo ha ucciso per vendetta.

Chi ha armato la mano di Claudio non è stata la depressione, è stata la cattiveria.

Suo figlio non era una brava persona.

Suo figlio è un assassino.