Lenticchie: proprietà, varietà e come cucinarle

Scopriamo le lenticchie, come cucinarle, proprietà e varietà

Lenticchie La storia delle lenticchie inizia molti secoli fa, per la precisione millenni. Le prime tracce della loro esistenza risalgono addirittura al 7.000 a.C., epoca in cui già risultano coltivate in Asia, soprattutto nella regione che oggi corrisponde alla Siria, zona da cui si diffusero in tutto il Mediterraneo. Per quanto riguarda il consumo, alcune fonti riferiscono che in Turchia se ne faceva uso già dal 5.500 a.C. Sono citate addirittura nella Bibbia: nella Genesi, infatti, si narra che Esaù rinunciò alla figlia primogenita in cambio di un piatto di lenticchie. Al Museo del Louvre sono esposte antichissime lenticchie provenienti dalle tombe dei faraoni egizi e si ha certezza che le lenticchie fossero un alimento basilare per i Greci e i Romani, che le coltivavano estesamente e già ne apprezzavano le proprietà. Ad oggi le lenticchie sono considerate il legume più antico consumato dall’uomo.

Varietà di lenticchie

Volgarmente le si chiama “lenticchie” ma il loro nome scientifico è Lens Culinaris: si tratta di una specie vegetale attualmente coltivata in tutte le zone a clima caldo temperato. La pianta annuale raggiunge altezze poco elevate, di appena 30 o 40 centimetri e i suoi frutti sono baccelli, legumi rombici, contenenti pochi semi rotondi, schiacciati (lenticolari, per l’appunto) ed estremamente energetici.

Il diametro delle lenticchie varia in base alla specie: alcune sono molto piccole (2mm), altre più grandi (9mm). Ne esistono molte varietà, differenziate contengono pochi grassi e insaturi, sono un alimento adatto anche nella prevenzione di alcune patologie cardiovascolari, come confermato da un recente studio pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition. Rallentando l’assorbimento dei carboidrati, le lenticchie sono particolarmente indicate anche nei diabetici, perché li mettono al riparo dai picchi glicemici.

Lenticchie: meglio secche o in scatola?

Le lenticchie sono disponibili in commercio sia in scatola che secche. Sarebbe sempre preferibile scegliere quelle essiccate poiché mantengono tutti i principi nutritivi che le caratterizzano mentre le seconde possono contenere conservanti o sodio aggiunto. Tuttavia, la superficie delle lenticchie secche deve essere controllata attentamente: l’eventuale presenza di fori indica, infatti, che il prodotto è stato contaminato da parassiti o da larve, principalmente secondo il colore che può andare dal verde al giallo e al rosso, passando per il marrone.

Proprietà delle lenticchie

Da sempre vengono soprannominate “la carne dei poveri” perché ricche di proteine vegetali (circa il 25%). Contengono poi molti carboidrati (il 53%), pochissimi grassi (attorno al 2%), tanta fibra (che regolarizza l’intestino e tiene sotto controllo il colesterolo), diverse vitamine quali A, B1, B2, C, PP e Sali minerali tra cui calcio, potassio e ferro. Sono considerate i legumi dotati della più efficace azione antiossidante, anche grazie al buon contenuto di isoflavoni, sostanze che ripuliscono l’organismo e che alcuni studi scientifici hanno stabilito essere preziosi alleati nella prevenzione di diverse forme di tumore. Sul piano calorico, 100 grammi di lenticchie secche forniscono circa 290 calorie. Per evitare che il buon contenuto di vitamine e di sali minerali vada disperso, è opportuno cuocere questi legumi in una quantità d’acqua pari a tre volte il loro volume.