Il finger lime, le incredibili proprietà del caviale limone amato dagli chef stellati

Il finger lime, chiamato anche caviale limone, è un raro frutto proveniente dall'Australia. Scopri le sue proprietà e perché è amato dagli chef

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Daniela Iniziato

Lifestyle Editor

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Hai mai avuto il piacere di assaporare il finger lime? In questo articolo vogliamo parlarti di questo frutto sfizioso che sta rapidamente diventando un must nelle cucine di alta gastronomia. Il suo gusto fresco e la sua forma particolare, infatti, hanno attirato subito l’attenzione dei cuochi più innovativi.

In ambito gastronomico, il finger lime rappresenta una novità entusiasmante. Non farti fuorviare dalla sua dimensione modesta o dalla sua somiglianza con un piccolo cetriolo: al suo interno, il finger lime nasconde delle perle succose che esplodono in bocca con un sapore ricco e intensamente agrumato.

In effetti, il cosiddetto “caviale di limone”, è membro della variegata famiglia degli agrumi, ma si distingue a prima vista per la sua insolita forma oblunga e una buccia iridescente che oscilla tra sfumature di verde e giallo, e in alcuni casi anche rosa.

Ma la vera particolarità del finger lime è il suo interno: piccole sfere, simili nella forma al caviale, che rilasciano un succo agrodolce fresco, capace di aggiungere un tocco esotico ed elegante a qualsiasi piatto.

Cos’è il finger lime

Il finger lime è riconoscibile per la sua forma allungata, simile a un dito (da cui il nome “finger”), e per la polpa interna composta da sfere piccole e succose, di forma molto simile a quella del caviale di pesce. Questo frutto esotico è apprezzato sia per il suo aspetto intrigante che per il suo gusto intenso e leggermente acidulo, che lo rende perfetto per arricchire anche piatti altrimenti anonimi.

Il finger lime appartiene alla specie Citrus australasica. Si tratta di un agrume nato nelle foreste pluviali di Australia e Nuova Guinea ed è il risultato di milioni di anni di evoluzione.

Questi frutti, dalla forma che ricorda dei piccoli cetrioli o sottaceti, sono solitamente lunghi 5 – 6 centimetri e pesano solo 10-15 grammi l’uno. La loro colorazione varia dal verde scuro al verde chiaro, fino al giallino e talvolta assumono anche tonalità di rosso-bruno e rosa. La buccia del finger lime è ruvida e granulosa, proprio come quella dei limoni, ma è l’interno a renderlo eccezionale.

Spezzandoli a metà vengono fuori tantissime piccole sfere, che variano dal giallo pallido al quasi rosa, a seconda del colore della buccia esterna. Queste, una volta schiacciate, sprigionano un succo dal sapore aspro e agrumato. Questa caratteristica li rende un ingrediente ideale in cucina, specialmente in abbinamento a piatti di pesce, sushi, pasta e altri cibi che beneficiano della loro croccantezza e del loro sapore fresco.

Il gusto del finger lime ricorda quello dei limoni tradizionali, ma con una marcia in più. Oltre al classico sapore acidulo e agrumato, il finger lime ha anche note erbacee che ricordano il rosmarino e un leggero retrogusto di menta.

Tuttavia, la rarità e l’esclusività del finger lime ne determinano anche il prezzo. Sul mercato è ancora difficile trovarli e il prezzo oscilla tra i 150 e i 250 euro. Nonostante ciò, o grazie proprio a questa loro ricercatezza, gli chef stellati e chi cerca sapori nuovi e stimolanti ne vanno pazzi.

Le origini del finger lime

Il finger lime, noto anche come “perle della foresta pluviale”, si è inizialmente sviluppato nell’Australia orientale, soprattutto nelle foreste tropicali del Queensland e del New South Wales, dove vivevano diverse popolazioni indigene, come i Bundjalung, Gumbainggir, Wakka Wakka e Barunggam.

In queste comunità, il finger lime veniva utilizzato sia come rimedio medicinale per prevenire malattie che come antisettico naturale, applicato tipicamente. Inoltre, era considerato un importante “bush tucker”, ovvero un cibo selvatico tradizionalmente raccolto e consumato come fonte primaria di nutrimento.

Con l’arrivo della colonizzazione europea e le conseguenti deforestazioni per creare insediamenti e terreni da coltivare, il finger lime ha rischiato l’estinzione. Fortunatamente, alcune varietà sono sopravvissute in terreni agricoli e proprietà private, e questi esemplari sono diventati la base per la produzione commerciale odierna.

Nella seconda metà degli anni ‘60, alcuni germogli furono esportati dall’Australia in California. Da quel momento, il finger lime ha iniziato il suo percorso verso la produzione commerciale.

Oggi viene ancora principalmente coltivato in Australia (ma non solo), dove oltre la metà del raccolto nazionale viene esportato in America, Asia ed Europa, mentre la restante parte è venduta sul mercato interno. Ecco come il finger lime ha percorso un lungo cammino, passando da cibo tradizionale a ingrediente gourmet ricercato.

Come si mangia il finger lime

Il finger lime si abbina magnificamente a piatti a base di pesce e frutti di mare. È perfetto accanto a un salmone grigliato, ostriche fresche, capesante saltate in padella, oltre a vari tipi di sushi, sashimi e ceviche.

Una delle sue caratteristiche più intriganti è che le sue piccole bolle trattengono il succo acido finché non vengono masticate. Questo significa che puoi posizionarlo sopra pesce e frutti di mare senza che l’acidità alteri le proteine. Per estrarre il “caviale”, basta tagliare il piccolo lime a metà e poi premere ognuna delle due parti.

Ma il finger lime non brilla solo nei piatti salati. È anche un ottimo ingrediente nella preparazione di marmellate e confetture, seppur il prezzo proibitivo ne suggerisce un uso più parsimonioso. Si sposa bene con la pasta, la frutta e, grazie al suo sapore acidulo e alla consistenza croccante, arricchisce anche le insalate.

Infine, il suo aspetto, simile alle uova di storione, lo rende un decoro visivamente accattivante e gustoso per dolci come budini, cheesecake, gelati e altre prelibatezze. Insomma, questo frutto versatile sa come catturare l’attenzione e aggiungere un tocco di eleganza e freschezza.

Proprietà del Finger Lime

Dal punto di vista nutrizionale, il finger lime potrebbe essere considerato un concentrato di benessere. Una porzione di 100 grammi, che corrisponde a circa 7-10 lime, contiene l’88% di acqua e fornisce solo 30 calorie. Con i suoi 11 grammi di carboidrati, 3 grammi di fibre e quantità trascurabili di proteine e grassi, possiamo dire che è un frutto leggero e salutare, proprio come tutti gli altri cugini della stessa famiglia degli agrumi.

Ma il vero boost del finger lime è il suo contenuto di vitamina C, con 29 milligrammi per 100 grammi, fornisce il 32% del valore giornaliero raccomandato.

Il finger lime oltre la cucina: dalla cosmesi all’agricoltura sostenibile

Finora abbiamo parlato dell’impiego del finger lime nelle cucine degli chef stellati Michelin, ma l’agrume sta emergendo come un ingrediente rivoluzionario anche nel settore della bellezza. I suoi benefici per la pelle sono già stati riconosciuti, tanto che i primi brand stanno cominciando a lanciare linee di skincare basate su questo frutto.

La sua ricchezza di vitamina C, acido folico, potassio, vitamina E e α-idrossiacidi lo rende un potente alleato nella rigenerazione cutanea, perché stimola la produzione di nuove fibre di collagene e contribuisce alla salute e al benessere della pelle.

L’impiego in diversi settori ovviamente richiede una produzione sempre maggiore di finger lime. Ecco perché, dopo l’Australia, oggi possiamo trovare coltivazioni anche in California e, forse non te lo aspettavi, in Sud Italia, dove le condizioni climatiche sono favorevoli.

Questa espansione agricola non solo ha permesso di salvaguardare la specie, ma ha anche reso il finger lime più accessibile nei mercati occidentali.

Per cui, al di là del suo utilizzo in ambito culinario e cosmetico, possiamo dire che il finger lime rappresenta un esempio di come le pratiche agricole sostenibili e la valorizzazione delle risorse naturali possano andare di pari passo con l’innovazione e la scoperta di nuovi usi per i prodotti tradizionali.

Questo frutto, antico nella sua origine ma moderno nel suo impiego, continua a sorprendere e a ispirare in vari settori, dimostrando che la natura ha ancora molto da regalare.