Come mangiare bene e spendere poco

Legumi, pesce azzurro, carboidrati, verdure di stagione e uova: alimenti sani che costano poco

Per i comuni mortali, quelli che non possiedono chalet a Cortina o a Saint Moritz, tirare la cinghia in tempi di recessione economica è una realtà che alleggerisce il portafoglio, in molti casi in modo drammatico, che modifica le abitudini alimentari e che si manifesta in modo evidente a tavola.
Pranzi e cene low cost, insomma: meno carne e meno pesce pregiato, innanzitutto. Bando agli sfizi, ai piatti pronti, ai prodotti già lavati e confezionati, che fanno risparmiar tempo ma costano di più, addio ai frutti esotici, alle primizie e a tutto ciò che è fuori stagione. Si torna giocoforza, in tempi di terziario avanzato e spesso disoccupato, a un po’ di sana saggezza contadina.

Se ai russi, abituati da sempre alle restrizioni alimentari, viene consigliato di far scorte massicce di tuberi e cavoli – una dieta monocorde e ipercalorica che «per noi italiani sarebbe veleno» commenta Andrea Ghiselli, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione – di dire addio alla vodka e al caviale e di farsi bastare un chilo di biscotti per tutto l’anno, gli italiani pur risparmiando non potranno cavarsela con i settanta euro mensili della spesa media in Russia. Sia per il diverso carovita, sia perché gli alimenti irrinunciabili della dieta mediterraneaolio d’oliva, frutta, verdure fresche e latte – costano di più delle patate.

Tuttavia anche a queste latitudini «ci sono comunque molti modi e molti piatti – afferma Ghiselli – che assicurano il corretto apporto nutritivo e non costano troppo». Intanto i legumi (meglio se acquistati in confezioni grosse), piatto povero della nostra tradizione – forse passato un po’ in disuso sulle nostre tavole -, che garantiscono un adeguato apporto proteico e calorico a prezzi molto contenuti. Pasta e fagioli, quindi, ma anche la classicissima pasta con le sarde.

Via libera, dunque, a tutto il pesce azzurro, gustoso, ricco di omega 3 e meno caro rispetto ad altri prodotti ittici (compresi, perché no?, sardine, sgombro e tonno in scatola). Sì alle uova, ovviamente, ma non più di tre a settimane, per non rischiare picchi di colesterolo. Carboidrati, certamente, senza esagerare però e rimetterci la linea: perfetta la pizza, magari “vegetariana”. E infine, consigliano le associazioni dei consumatori, è opportuno adottare una serie di piccoli accorgimenti che, mentre si fa la spesa al supermercato, aiutano a non far lievitare il conto.

Intanto, se c’è da tagliare sui costi, meglio una volta di meno al ristorante e niente cibi pronti precotti (meglio il “fatto in casa“) piuttosto che ridursi a mangiar sempre le stesse cose per risparmiare. Infine, se possibile, si può rinunciare al “biologico” ma lavare bene frutta e verdura prima di mangiarla (tenendo conto che cipolle, asparagi, piselli, cavoli, melanzane, avocado, ananas, mango, kiwi e banane contengono in genere meno pesticidi), frequentare inoltre i mercati generali e organizzarsi in tal senso con i cosiddetti “gruppi d’acquisto solidali” (pollice alzato per barbabietole, cavoli, verze e zucche).

Buona idea, infine, quella di privilegiare i marchi del supermercato, soprattutto per i cibi in scatola, significativamente meno cari di quelli dell’industria alimentare. Niente di sconvolgente, quindi, solo un po’ di buon senso, più attenzione ai prezzi, agli sprechi inavvertiti e più amore per la nostra tradizione culinaria, considerata a buon diritto pressoché perfetta.