Le incredibili case-scultura di Jacques Couëlle, dalla Costa Azzurra alla Sardegna

L'estro creativo, il dialogo tra uomo e natura, lo stile architettonico e paesaggistico di Jacques Couëlle, dalla Costa Azzurra alla Sardegna

Pubblicato: 27 Settembre 2024 14:02

Serena De Filippi

Lifestyle Editor

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Tra gli architetti autodidatti più famosi al mondo, che hanno contribuito a scrivere una pagina di storia dell’architettura, non si può non parlare di Jacques Couëlle e delle sue incredibili, quanto complesse, case-scultura, visibili dalla Costa Azzurra alla Sardegna. Jacques Couëlle è stato un visionario, tanto è vero che il suo stile non è facile da descrivere, di certo fuori dagli schemi. Il poeta francese Jacques Prévert lo definì “anarchitetto”, proprio per la sua capacità di non adattarsi agli stili preimpostati.

Le case-scultura di Jacques Couëlle

Jacques Couëlle si è allontanato dallo stile moderno, ne ha preso le distanze. Le forme sono scultoree, scolpite, dinamiche. Le sue case si inseriscono nel contesto naturale, rispettano l’ambiente, l’architettura circostante: è uno stile nato nel dopoguerra, dove Couëlle ha cercato di realizzare “abitazioni del paesaggio”. E ha ricercato quei dettagli unici, rari, che si potevano trovare solamente nella maestria artigianale. Il suo obiettivo è sempre stato quello di costruire case dove l’uomo potesse essere felice, sì. Ma ogni aspetto doveva adattarsi con l’esterno, creando una dinamicità unica.

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Il residence a Port-la-Galère à Théoule-sur-Mer

Del resto, stiamo parlando di uno dei tre architetti che hanno “inventato” lo stile della Costa Smeralda. L’architetto-scultore ha usato i materiali moderni dell’edilizia, ma si è allontanato dalla poetica rigorosa degli angoli, rimanendo folgorato – a dir poco – da Antoni Gaudì e dalle architetture organiche, dalle linee curve, dalla morbidezza. Siamo lontani dal rigore, e ci avviciniamo a uno stile che rispecchia le forme paesaggistiche, che le riprende, in un dialogo profondo tra uomo e natura.

Le case-scultura in Costa Azzurra

Le case-scultura di Jacques Couëlle in Costa Azzurra rientrano tra i capolavori dell’architettura: le visioni dell’architetto-scultore si avvertono in ogni dettaglio. All’epoca della costruzione, lo attendeva una sfida non di poco conto: l’obiettivo era la realizzazione di un villaggio all’avanguardia. Probabilmente il più esclusivo in Europa. Couëlle era nel periodo decisivo della sua vita, poiché aveva l’opportunità di mettere in pratica tutto quello che aveva imparato e sperimentato, anche e soprattutto grazie alle sue passioni (oltre alla scultura, la botanica, l’archeologia e l’anatomia).

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La piscina del residence a Port-la-Galère à Théoule-sur-Mer

Le case-scultura di Jacques Couëlle, vicino a Mougins, si integrano alla perfezione con il paesaggio circostante, di cui rispettano ogni dogma. Più di un architetto – artista e visionario – tutt’oggi le case-scultura in Costa Azzurra rimangono un capolavoro, poiché sono state studiate per rispondere a un canone naturalistico di enorme impatto. Chi ha la fortuna di vederle dal vivo, descrive l’esperienza come una “magia”: quelle stesse linee curve e morbide di cui abbiamo parlato prima.

Dragon Hill ne è un perfetto esempio: non ci sono angoli retti, ma linee sinuose, mai rigide, e le grate alle finestre quasi somigliano a ragni. Manca il rigore del modernismo, quello stesso stile da cui Jacques Couëlle si è sempre voluto allontanare. “Non è sufficiente creare volumi che al loro interno offrano uno spazio felice per l’uomo e che siano belli all’esterno: devono essere integrati nell’ambiente”, diceva Couëlle. Ecco perché si rincorre sempre il termine “case del paesaggio”, quando si parla delle sue case-scultura. Non è solo una questione di linee, naturalmente: l’anarchitetto ha giocato con i colori, con lo spirito del luogo, mantenendo le premesse iniziali. Quelle stesse decise della natura, e non da uno stile architettonico.

Gli interni delle case-scultura in Costa Azzurra

Le case erano così composte da living con camino e mobili d’epoca, soggiorno con pavimento in pietra, camera da letto con letto in muratura, porta di ingresso con mosaico. Tutto rimane in forma organica, e persino curvilinea, come la porta del soggiorno. Nei bagni delle camere, invece, sorprendenti piastrelle originali, dove l’asimmetria vince ancora una volta, in un gioco di linee che stupisce. Anche le scale sono state decorate e dipinte, tra piastrelle smaltate e mattoni di vetro. In una delle camere da letto, è persino presente una finestra che ricorda un volto: pensare fuori dagli schemi, per Jacques Couëlle, significava tutto, ma ancor di più rispettare la premessa iniziale. Il paesaggio.

Le case in Sardegna di Jacques Couëlle

La fama di Jacques Couëlle come architetto che ha sempre rispettato il paesaggio circostante si è diffusa in ogni angolo d’Europa, anche in Sardegna e, per essere più precisi, in Costa Smeralda. Il territorio sardo è unico al mondo: un posto magico, dove c’era (e si sente forte tutt’oggi) la necessità di preservare il contesto paesaggistico, pur promuovendo la realizzazione di nuovi edifici. Meta della villeggiatura di lusso, all’epoca, precisamente negli anni ’60, si voleva evitare la costruzione intensiva, per favorire una costruzione esclusiva. Tra gli investitori il Principe Karim Aga Khan, tra gli architetti incaricati dal Comitato di Architettura del Consorzio Costa Smeralda (1962) Jacques Couëlle, oltre ad Antonio Simon Mossa, Michele Busiri Vici, Raymond Martin e Luigi Vietti.

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La piscina della casa di Jacques Couëlle

Ed è stato proprio Couëlle a rientrare tra le figure chiave che hanno plasmato lo stile della Costa Smeralda, rispettando ancora una volta la premessa: quel linguaggio architettonico in cui uomo e natura convivono alla perfezione. E qui ha dato ancora una volta il suo massimo: il primo progetto è stato l’Hotel Cala di Volpe, che poi è stato completato nel 1963: il famoso “stile Costa Smeralda” di cui abbiamo parlato prima. Quello che entrerà nella storia e che evocherà in ciascuno di noi un’idea di lusso raffinato, mai eccessivo, integrandosi perfettamente nel paesaggio.

Negli anni successivi, Jacques Couëlle ha dato prova ancora una volta del suo estro, realizzando Villa La Grotta, per sé e per la moglie. Un modello-scultura dove si è rifatto sui materiali della Sardegna, e infatti il risultato è la valorizzazione del territorio, della natura sarda, potente ed evocativa quanto le case di Couëlle. Ed è sullo sperone roccioso di Monte Mannu, in quella villa scavata nella roccia, che Couëlle ha scelto di vivere. Coinvolgendo in seguito il figlio Savin nei progetti futuri, come la Maison du Port sul vecchio porto di Porto Cervo. La stessa piscina della villa di Couëlle sul Monte Mannu non è lontanamente paragonabile a quelle realizzate oggi: ciò che ha mosso il suo estro artistico è sempre stato il rispetto del contesto, con un pizzico di mistero.

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