Alcuni scienziati del Massachusetts hanno individuato delle sostanze chimiche, comunemente presenti nella vita quotidiana, che incidono notevolmente sul rischio di ammalarsi di cancro al seno. Lo studio condotto ha identificato e segnalato i derivati chimici altamente cancerogeni con cui ogni giorno veniamo a contatto, stilando una guida, destinata alle donne, su come limitare l’esposizione a questi derivati.
Benzina, gasolio e altre sostanze emesse dalle autovetture, ma anche prodotti ignifughi, tessuti antimacchia, solventi, vernici, tinture per capelli e derivati di disinfettanti utilizzati nel trattamento dell’acqua potabile, sarebbero fattori pericolosissimi e assolutamente da evitare.
Ecco la lista dei prodotti ad alto rischio presentata dagli esperti:
Butadiene: gasolio, oli di cottura esausti, fumo di tabacco;
Acrylamide: cibo cotto, fumo, prodotti per il trattamento delle acque;
Ammine aromatiche I (TDA e TDI): schiuma di poliuretano vecchia, spray, protesi al seno, sigillanti e stucchi, rivestimenti;
Ammine aromatiche II: tinture per capelli e vestiti, tinte chimiche per pittura, inchiostro da stampa laser, cristalli liquidi;
Benzene: benzina, solventi, oli esauriti, fumo;
Solventi organici alogenati (methylene chloride): lavaggio a secco, antimacchia, colla, sgrassatori, propellenti per aerosol, acqua contaminata;
Ethylene oxide, propilene oxide: fumo, sterilizzanti per cibo e strumenti medici, pittura;
Antifiamma: usati in plastica e schiume;
Ammine eterocicliche: carne grigliata;
Ormoni (estrogeni): ormoni farmaceutici, prodotti di consumo e prodotti chimici con azione ormonale;
MX: disinfezione dell’acqua;
Nitro-PAH (1, nitropyrene): residui tossici del diesel;
Ochratoxin A: sostanza contenuta in cereali, noci e maiale e in ambienti muffosi;
PAH (benzoapyrene): auto esauste, fumo, cibo bruciato;
PFOA e composti simili: rivestimenti a prova di acqua, grasso e macchie, acqua contaminata;
Farmaci: numero considerevole di medicinali da banco e veterinari;
Stirene: materiali da costruzione e prodotti di consumo fatti di polistirolo, fumo e pellicole per alimenti in polistirene.