Scarlattina: sintomi, diagnosi e cura

Febbre, mal di gola, esantema rosso scarlatto, sono alcuni dei principali sintomi della scarlattina. Scopri come prevenire e trattare questa infezione.

Foto di Antonella Lobraico

Antonella Lobraico

Editor specializzata in Salute & Benessere

Specializzata nella comunicazione online, ha collaborato con testate giornalistiche, uffici stampa, redazioni tv, case editrici e agenzie web in progetti su Salute e Benessere.

I bambini e i giovanissimi, più raramente gli adulti, possono essere colpiti da malattie esantematiche, definite così per la presenza di un esantema, ovvero una lesione cutanea diffusa. La scarlattina rientra tra queste, ma vi fanno parte anche:

Prima dell’introduzione degli antibiotici, la scarlattina era considerata a tutti gli effetti una patologia che poteva procurare delle complicazioni; in alcuni casi, poteva anche portare al decesso. Oggi invece, se trattata in modo efficace attraverso l’assunzione di antibiotici, si risolve in breve tempo senza danni rilevanti all’organismo. Diversamente, potrebbero manifestarsi complicazioni a carico di diversi organi, come i reni e il cuore.

Come riconoscere la scarlattina e come trattarla al meglio? Ne abbiamo parlato con la Dottoressa Valentina Amadu, Medico Chirurgo, Specialista in Dermatologia e Venereologia, Esperta in Allergologia e Medicina Estetica.

Che cos’è la scarlattina

«La scarlattina è una malattia infettiva acuta contagiosa, causata da ceppi di Streptococco beta emolitico di gruppo A che producono una tossina denominata tossina pirogenica», spiega la dottoressa.

A differenza di altre malattie esantematiche provocate dall’azione di virus, la scarlattina è un’infezione di natura batterica. Si trasmette attraverso l’inalazione di goccioline di saliva provenienti da tosse e starnuti emessi da un portatore malato oppure sano, che è dunque contagioso a tutti gli effetti, anche se asintomatico. La scarlattina può essere contratta anche tramite contatto diretto con il soggetto malato, oppure dopo aver toccato qualcosa di infetto e aver poi portato le mani al naso o alla bocca.

La scarlattina viene contratta soprattutto nei bambini e nei ragazzi un po’ più grandi, considerando quindi una fascia d’età che va dai 2 ai 15 anni circa. Questa infezione circola più facilmente tra i bambini, in quanto questi ultimi amano esplorare tutto ciò che li circonda portando le mani alla bocca e al naso. La scarlattina può essere contratta anche per più volte nel corso della propria vita.

Lo streptococco di gruppo A è considerato la causa di forme lievi di malattie che possono colpire i bambini come la faringite, la tonsillite, oltre che la scarlattina.

Quali sono i sintomi della scarlattina

«L’incubazione è breve (dai 2 ai 5 giorni) e si distinguono due fasi: una pre-esantematica e una fase esantematica.

Nella prima fase, la sintomatologia è caratterizzata da:

  • febbre (39-40°C);
  • brividi;
  • cefalea;
  • nausea;
  • vomito;
  • faringite, che determina un senso di costrizione alla gola e dolore durante la deglutizione.

La lingua inizialmente potrà presentare una patina bianca, per poi assumere un colore rosso vivo con papille ipertrofiche, così da ricordare l’aspetto di una fragola (lingua a “fragola”).

La fase esantematica, è caratterizzata dal tipico esantema rosso scarlatto che nel giro di 1-2 giorni interessa tutto l’ambito corporeo. In volto può comparire il classico eritema delle guance, conferendo un aspetto caratteristico noto come “maschera scarlattinosa”. La lingua presenta un enantema con arrossamento delle papille e una patina biancastra. A livello cutaneo, sono presenti generalmente delle piccole lesioni a capocchia di spillo rosso scarlatto che si scolorano alla pressione (segno della mano gialla) caratterizzati da una superficie ruvida (a carta vetrata)», continua l’esperta.

Quanto tempo dura la scarlattina?

«L’esantema si riduce in 3-4 giorni, ma la desquamazione cutanea può durare fino a 3 settimane. La contagiosità della scarlattina va da 1 a 5 giorni prima della comparsa dei sintomi e per tutta la durata dell’infezione, se non viene instaurata una terapia precoce», precisa la dottoressa Amadu.

Quali sono i fattori di rischio della scarlattina

Chiunque può contrarre la scarlattina, ma ci sono fattori che possono aumentare il rischio di contrarla tra cui:

  • l’età. I bambini piccoli corrono un rischio maggiore. Allo stesso modo, anche gli adulti che sono sempre in contatto con i bambini o i genitori che hanno figli in età scolara possono essere contagiati più facilmente;
  • sostare in luoghi affollati. In virtù della sua natura altamente contagiosa, è facile che il batterio si diffonda velocemente in contesti con molte persone, come scuole o asili nido.

Diagnosi della scarlattina

La diagnosi può essere effettuata dal medico di base dopo aver eseguito un esame fisico accurato che comprende la valutazione dei sintomi. L’approccio prevede che il medico:

  • esamini la gola, le tonsille, la lingua;
  • tasti il collo per rilevare eventuali linfonodi ingrossati;
  • valuti l’aspetto e la consistenza dell’eruzione cutanea (esantema).

Se il medico dovesse sospettare la presenza di scarlattina, eseguirà un tampone faringeo per rilevare l’effettiva presenza del batterio. Ci sono due tipologie di test per identificare lo streptococco:

  • un test rapido che identifica rapidamente il batterio;
  • una coltura per streptococco. Viene eseguito quando il test rapido è negativo, ma il medico nutre ancora dei sospetti circa la presenza della scarlattina. Diversamente dal test rapido, quello della coltura, necessita di tempi più lunghi per ricevere i risultati.

I test sono fondamentali per rilevare la presenza del batterio, dunque per avere una diagnosi di scarlattina, poiché il sintomo dell’esantema può essere indicativo anche di altre infezioni, come il morbillo e la rosolia.

Quali sono i trattamenti della scarlattina

«La terapia della scarlattina si basa sull’assunzione di antibiotici sistemici, generalmente le penicilline», conclude l’esperta.

Il trattamento della scarlattina, dietro consulto del proprio medico di fiducia, è determinante ai fini di una pronta guarigione. L’assunzione di antibiotici presenta questi benefici:

  • permette di contenere il rischio che si presentino eventuali complicazioni;
  • previene che il batterio si diffonda causando infezione ad altre persone;
  • diminuisce la durata della malattia;
  • allevia i sintomi progressivamente.

In aggiunta, si consiglia di:

  • riposare il più possibile. Il sonno aiuta l’organismo, e di conseguenza il sistema immunitario, a contrastare l’infezione in atto;
  • mantenere il corpo idratato. Per farlo, basta bere molto durante il giorno e consumare anche pasti liquidi come brodini e zuppe;
  • non restare a lungo in ambienti troppo riscaldati. Questo può comportare la presenza di aria secca che potrebbe amplificare i sintomi. Un umidificatore invece, aiuta ad alleviare la sintomatologia; ricorda però di mantenere puliti i filtri, pulendoli e sostituendoli quando necessario, poiché c’è il rischio che batteri e muffe proliferino al loro interno;
  • utilizzare degli spray nasali adatti al caso, dopo aver sentito il parere del pediatra o del farmacista;
  • consumare alimenti facili da deglutire come frullati, zuppe, purè di patate. Inoltre, soprattutto in caso di mal di gola forte nei bambini, viene consigliata l’assunzione di cibi freschi (yogurt o gelato) per lenire il mal di gola;
  • non fumare, poiché questa abitudine irrita ulteriormente la gola;
  • evitare di inalare sostanze che possono irritare la gola e i polmoni, come ad esempio le vernici o i prodotti adibiti alla pulizia;
  • non consumare alimenti piccati o acidi. Anche questi infatti, possono contribuire a favorire il mal di gola.

Gli antibiotici devono essere assunti dietro supervisione del proprio medico e bisogna aver cura di rispettare le dosi e le tempistiche di assunzione: anche se i sintomi iniziano a farsi più lievi a seguito dell’assunzione dell’antibiotico, si consiglia vivamente di completare il ciclo, come da indicazioni medica.

Quali sono le complicazioni della scarlattina

Durante e nel periodo successivo alla malattia, possono manifestarsi delle complicazioni. Nello specifico, l’infezione potrebbe espandersi colpendo, ad esempio, anche le orecchie (otite), i polmoni (polmonite), le vie respiratorie, il sangue.

In alcuni ma rari casi, potrebbero verificarsi delle complicazioni post-infettive come:

  • la febbre reumatica, una malattia infiammatoria che può colpire articolazioni, pelle, cuore, sistema nervoso;
  • la corea di Sydenham, una patologia che interessa il sistema nervoso e si manifesta con movimenti involontari degli arti inferiori e superiori;
  • la glomerulonefrite, una malattia a carico dei reni.

Per ridurre il rischio di complicazioni è essenziale intraprendere quanto prima una terapia adeguata con antibiotici.

Quando contattare il medico

Se il tuo bambino presenta improvvisamente sintomi come un’eruzione cutanea, accompagnata anche da mal di gola, febbre, linfonodi ingrossati, ed è entrato in contatto con qualcuno che di recente ha avuto la scarlattina, è il caso di prendere un appuntamento con il pediatra per un approfondimento.

Come prevenire la scarlattina

Non c’è un vaccino contro la scarlattina. Tuttavia, trattandosi di una malattia altamente contagiosa, è possibile prevenirla seguendo alcune buone norme di igiene personale:

  • il paziente che ne è affetto dovrebbe isolarsi il più possibile, evitando il contatto con gli altri; eventualmente, è bene coprire bocca e naso, dal momento che l’infezione si diffonde attraverso goccioline espulse in aria, a seguito di colpi di tosse e starnuti;
  • lavarsi spesso le mani con acqua e sapone e spiegarlo/mostrarlo ai più piccoli. In mancanza di un detergente, si può optare per una soluzione a base di alcol adatta alle mani;
  • non condividere indumenti e oggetti personali con soggetti portatori di infezione.

In generale quindi, la scarlattina è un’infezione che si risolve nell’arco di breve tempo, a patto di intraprendere fin da subito un trattamento antibiotico dietro consulto del proprio medico. È difficile andare incontro a complicazioni, ma per ridurne il rischio è bene attenersi alle indicazioni mediche e non seguire terapie domiciliari fai-da-te.

 

Fonti bibliografiche