Omega-9: cosa sono e dove si trovano

Gli omega-9 sono acidi grassi insaturi che aiutano a ridurre il colesterolo e a prevenire le malattie cardiovascolari

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Roberta Martinoli

Medico Nutrizionista

Dopo una Laurea in Scienze Agrarie e un Dottorato di Ricerca in Fisiologia dei Distretti Corporei, consegue una Laurea in Scienze della Nutrizione Umana e in Medicina e Chirurgia.

Cosa sono

I grassi alimentari possono essere suddivisi in tre famiglie in base alla loro struttura chimica. Si parla dunque di:

  • acidi grassi saturi;
  • acidi grassi monoinsaturi (vedi acidi grassi omega-9);
  • acidi grassi polinsaturi (omega-6 e omega-3).

Gli acidi grassi appartenenti alla serie omega nove possiedono una particolare caratteristica biochimica: all’interno delle loro molecole, il primo doppio legame si trova tra il nono ed il decimo atomo di carbonio a partire dal gruppo metilico terminale (omega è l’ultima lettera dell’alfabeto greco). Allo stesso modo negli omega-6 e negli omega-3 il primo doppio legame si trova tra il sesto e il settimo atomo di carbonio e tra il terzo e il quarto atomo di carbonio a partire dal carbonio terminale.

Un’altra importante differenza strutturale sta nel fatto che gli omega-9 possiedono un solo doppio legame e per questo vengono chiamati acidi grassi monoinsaturi o MUFA dall’inglese MonoUnsaturated Fatty Acids, mentre gli omega-3 e gli omega-6 possiedono più doppi legami e vengono indicati anche come PUFA da PolyUnsaturated Fatty Acids. Proprio in virtù della diversa struttura chimica succede una cosa interessante.

Il nostro organismo possiede gli enzimi in grado di sintetizzare gli omega-9 a partire da altri grassi insaturi mentre non è in grado di sintetizzare gli omega-3 e gli omega-6 che devono, dunque, essere necessariamente assunti con l’alimentazione e vengono per questo considerati essenziali. Anche se gli omega-9 non sono essenziali al pari delle altre due famiglie di grassi polinsaturi, rappresentano comunque una risorsa importante per la nostra salute ed è opportuno che siano presenti nell’organismo in determinati rapporti quantitativi rispetto agli omega-3 e agli omega-6.

Dove si trovano

Le fonti alimentari a più alto contenuto di omega-9 sono gli oli qui di seguito elencati:

  • l’olio extravergine di oliva (74,3% MUFA) che ha il pregio di essere allo stesso tempo un’importante fonte di vitamina A, di vitamina E e di polifenoli ad azione antiossidante;
  • l’olio di avocado (70,6% MUFA);
  • l’olio di colza (63,5% MUFA) il cui consumo a scopo alimentare è però sconsigliato per la sua scarsa qualità e per la presenza di acido erucico (1,25%) che è stato recentemente oggetto di analisi da parte dell’EFSA (European Food Safety Authority) in quanto a tossicità;
  • l’olio di girasole alto oleico (>70% MUFA): si tratta di una recente alternativa all’olio extravergine di oliva, più economica, ma con un contenuto in omega-9 sovrapponibile. Viene usato in alcuni prodotti dell’industria alimentare e consigliato per fare delle fritture più salutari grazie alla capacità dell’acido oleico di resistere alle alte temperature.

Gli effetti benefici sull’organismo

Come diceva il filosofo Feuerbach “Siamo quello che mangiamo”. La composizione delle nostre strutture cellulari e la salute dell’intero organismo dipendono in gran parte dalla nostra alimentazione. In caso di dieta ricca di grassi saturi e di zuccheri semplici (la tipica Western diet), il nostro metabolismo risponde producendo acidi grassi monoinsaturi nel tentativo di riequilibrare il sovraccarico da grassi saturi. Lo sforzo legato alla sintesi dei MUFA genera un elevato stress cellulare che affatica la funzione epatica fino a compromettere l’efficienza dei nostri sistemi enzimatici. Assumere acidi grassi omega-9 con la dieta, preferibilmente sotto forma di acido oleico attraverso il consumo regolare di olio extravergine di oliva, permette di azzerare lo stress cellulare riportando il sistema all’equilibrio.

Un acido grasso stabile alle alte temperature come l’omega-9 non solo è adatto per le fritture ma è in grado anche di prevenire l’insorgenza delle malattie cardiovascolari a differenza dei grassi animali e di quelli appartenenti alla serie omega-6 se consumati in elevate quantità.

Non è un caso se nel dopoguerra uno scienziato americano, Ancel Keys, volle studiare la dieta dei paesi che affacciano sul Mar Mediterraneo. Aveva notato infatti che in questi paesi si moriva raramente di infarto anche se la dieta era ricca di grassi. Nel Seven Country Study Ancel Keys scoprì che i grassi della Dieta Mediterranea erano prevalentemente della serie omega-3, omega-6 e omega-9. Scoprì che il valore salutistico dell’olio extravergine di oliva era legato al suo alto contenuto di acido oleico e alla capacità di questo grasso di favorire l’assorbimento delle vitamine A e E di cui l’olio di oliva è ricco. Fu così che in tutto il mondo si conobbe l’alto valore nutrizionale del nostro olio di oliva che rappresenta il fulcro della Dieta Mediterranea. Mi piace ricordare che nel 2010 la Dieta Mediterranea è stata proclamata dall’UNESCO “patrimonio immateriale dell’umanità” riconoscendone la paternità all’Italia. La ricerca scientifica ha ampiamente dimostrato che gli omega-9:

  • riducono i livelli di colesterolo cattivo o LDL, implicato nella formazione delle placche arteriose che riducono il lume delle nostre arterie ostacolando il passaggio di sangue;
  • aumentano i livelli di colesterolo buono o HDL che viaggiando dalla periferia al fegato ripulisce le nostre arterie dai depositi di colesterolo;
  • contrastano l’insorgenza di infarto e di ictus;
  • sono in grado di migliorare le funzioni cerebrali e il tono dell’umore;
  • favoriscono l’instaurarsi di un microbiota intestinale anti-infiammatorio.