Natalie Portman dimagrisce con la Dieta Dash

Natalie Portman dimagrisce così – ha già perso 4 chili – e negli USA spopola: è la Dieta Dash, acronimo di Dietary Approaches to Stop Hypertension, che ha soppiantato rapidamente la Dukan, criticata pesantemente dai francesi.

Nata negli anni ’90 per combattere l’ipertensione è stata riscoperta da chi vuole perdere peso, la sua forza è nelle porzioni ridotte e il suo segreto nella riduzione del sale, consentiti massimo 2300 mg al giorno. Il trucco per evitare i cibi insipidi è di sostituire il sale  con magnesio, calcio o potassio.

La Dash promette ottimi risultati e gode di grande popolarità, sarà perché è stata scelta da una star dalla linea invidiabile, sarà perché la primavera si avvicina e tutti vogliono esibire corpi mozzafiato. Forse è il caso di imparare le regole per raggiungere il peso forma, con questa dieta che nel linguaggio culinario significa “pizzico, goccio”, cioè piccole porzioni.

Nessun divieto particolare, ma gli alimenti preferiti dovranno essere frutta, verdura, cereali integrali e pesce, consumare il più possibile prodotti freschi, evitare salse, condimenti e piatti già pronti e insaporire i cibi con le spezie.

La dieta-tipo Dash prevede l’assunzione di  circa 2.000 calorie al giorno, che sono variabili a seconda di sesso, età, attività fisica e se si vuole dimagrire o meno, così suddivise:
– 6-8 porzioni al giorno di cereali integrali, ovvero 50 grammi di pasta, riso, cereali o pane
– 4-5 porzioni (50 grammi) di verdura, come broccoli, patate dolci, carote o pomodori
– da 2 a 3 porzioni (una tazza) di latticini a basso contenuto di grassi, latte scremato o yogurt
– fino a 6 porzioni di pesce, pollame o carne magra e bianca
frutta con guscio e legumi
5 porzioni alla settimana di dolci, il sogno di ogni goloso, che dovrà solo limitarsi nella quantità
– no agli alcolici

Messa a confronto con altre 29 diete, la Dash aiuta meglio di altri programmi a “prevenire e controllare il diabete e promuove la salute del cuore”. Ne tesse le lodi anche il Dipartimento dell’agricoltura americano, che l’ha valutata come “ideale per far mangiare meno tutti i cittadini”.
In realtà più che di una dieta si tratta di uno stile di vita alimentare da seguire per tutta la vita.