La merenda è un momento tipico dello stile di vita italiano ed è un break importante nell’alimentazione di adulti e bambini. Secondo un’indagine Doxa – Aidepi (ora Unione Italiana Food) in Italia fanno merenda 6 persone su 10 e 1 su 2 alterna il dolce al salato.
Le indicazioni della nutrizionista per fare merenda correttamente
La Dott.ssa Maria Rita Spreghini, nutrizionista e pedagogista dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, dà quindi alcuni suggerimenti per vivere al meglio il momento della merenda sia da un punto di vista nutrizionale che emotivo. Tra le raccomandazioni, quella di fare merenda tutti i giorni, alternando i vari alimenti e moderando le porzioni in modo da non arrivare troppo sazi al pranzo e alla cena.
“La merenda varia in base all’età dei bambini e deve avere delle caratteristiche nutrizionali importanti: un adeguato apporto di carboidrati, grassi, proteine, acqua, sali minerali, vitamine e soprattutto fibra. Inoltre, non deve contenere un eccessivo apporto di sale”, afferma Maria Rita Spreghini. “La merenda deve rappresentare un pasto piccolo, moderato e variato durante l’arco della settimana. L’importante è che venga vissuta dal bambino come una pausa di benessere, dallo studio e dallo sport. Una sana abitudine da promuovere, sempre, anche per il suo valore aggregativo e di condivisione, per esempio a scuola, utile per fortificare la relazione tra insegnanti-bambini e bambini tra di loro”.
La frutta rimane il caposaldo della merenda, ma gli alimenti che possono essere consumati sono diversi, dallo yogurt ai panini salati, dai dolci fatti in casa ai biscotti fino alle merendine: 1-2 volte a settimana. Per aiutare soprattutto i genitori nella scelta di una merenda equilibrata da dare ai loro figli, l’Istituto del Bambino Gesù per la Salute del Bambino e dell’Adolescente e Unione Italiana Food hanno dato vita al Manifesto della Merenda: 8 semplici regole da seguire per farla in maniera corretta, riassunte in altrettante parole. Queste buone pratiche si sono tradotte anche in un inedito planning settimanale di 56 merende.
“Durante la giornata alimentare è importante fare merenda per ricaricare l’organismo, soprattutto perché ci consente di arrivare con equilibrio al pasto sia del pranzo che a quello serale e contribuisce anche ad evitare quel famoso ‘piluccamento’ frequente tra i ragazzi e i bambini, soprattutto nel pomeriggio quando, tra la scrivania e la cucina, si riforniscono di cibo. Invece, se loro sanno che c’è una merenda prestabilita si può evitare questa problematica”, sostiene la nutrizionista.
“L’importante è che la merenda non sia tutti i giorni monotona, ma che sia varia; bisogna spaziare tra quella salata (come una fetta di pane e pomodoro con l’olio, una focaccia della nonna) e quella dolce (una fetta di dolce fatto in casa, una merendina o una macedonia)”.
I consigli del tecnologo alimentare sulle merendine
Se i nutrizionisti considerano compatibile con un concetto di alimentazione sana e variata anche il consumo saltuario di merendine, tra i consumatori ancora non c’è una conoscenza approfondita del prodotto e alcuni falsi miti continuano a circolare. Il tecnologo alimentare ed esperto di nutrizione Dott. Giorgio Donegani fa chiarezza evidenziando, tra le altre cose, come ingredienti e metodo di preparazione dei prodotti da forno dolci monodose non sono poi così distanti da quelli del dolce fatto in casa, di cui le merendine sono le discendenti.
“Di fatto – spiega il Dott. Donegani – quando noi prepariamo un dolce in casa prendiamo determinati ingredienti e attraverso la miscelazione, la lievitazione, la cottura – uno dei punti chiave – otteniamo il prodotto finito. Le stesse cose vengono fatte sui prodotti industriali, ovviamente su volumi diversi e con apparecchiature diverse, ma che replicano le stesse operazioni. Tra una crostata fatta in casa ed una crostata industriale c’è pochissima differenza: la crostata industriale viene confezionata in modo da garantirne la durata sufficiente, ma è una cosa che non va a modificare l’essenza del prodotto.”
Quello che non sappiamo sulle merendine
Tra le credenze ancora diffuse sulle merendine, la ricerca Doxa evidenzia il fatto che 9 italiani su 10 non sanno che la quasi totalità delle merendine non contiene conservanti, mentre i coloranti sono totalmente assenti. Oppure, ancora oggi, l’84% degli italiani non sa che nelle merendine non ci sono più gli acidi grassi trans che le grandi aziende dolciarie italiane hanno tolto da tempo. Mentre quasi 6 italiani su 10 (56%) non sanno che le merendine vengono realizzate anche con il lievito madre (ricerca Doxa-Aidepi 2017).
Merendine italiane: porzioni e calorie
In nessun altro Paese europeo esistono prodotti definiti allo stesso modo. Del resto, lo dice la parola stessa: una merendina è una “piccola merenda” che consente di rifornire l’organismo della piccola quantità di energia che gli serve per arrivare ai pasti principali con un senso di sazietà adeguato. Oggi vanno dalle 100 kcal delle più semplici fino alle 180-200 kcal circa delle più ricche e coprono in media tra il 6 e il 7% della quantità di energia raccomandata ogni giorno a bambini e ragazzi.