Salute in montagna, le regole degli esperti per non correre rischi

Dalla protezione solare alla dieta: 5 indicazioni degli esperti per vivere in sicurezza le vacanze in montagna. Anche per chi ha patologie croniche

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Ci sono argomenti da conoscere, a tutte le età, per godere al meglio della vacanza ad alta quota. Perché la montagna fa bene, ci aiuta a stare nel benessere, ma bisogna rispettarla. E quindi conoscerla. A darci preziose informazioni sono gli esperti riuniti qualche tempo fa in un convengo che ha visto tre Società scientifiche – la Società Italiana d’Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI), la Società Italiana Medicina di Montagna (SIMeM) e la Società Italiana di Medicina dei Viaggi (Simvim) – mettere a punto un decalogo, per trascorrere le vacanze “ad alta quota” e vivere la montagna in tutta sicurezza.

“Grazie a lavoro congiunto e alla collaborazione della Società Italiana d’Igiene, della Società Italiana di Medicina di Montagna e della Società Italiana di Medicina dei Viaggi, nonché al contributo di esperti e professionisti del settore – spiega. Antonio Ferro, Past President della Società Italiana d’Igiene (SItI) e Dir. Gen. Apss Trento – è nato un decalogo contenente dei consigli da seguire per le attività in montagna. Una preziosa risorsa per assicurare un’esperienza in salute e sicurezza a escursionisti, famiglie, amatori e a tutti coloro che desiderano godere appieno delle meraviglie che la natura montana ha da offrire”. Come comportarsi, quindi? Ecco cinque indicazioni utili tratte da questo documento, per comprendere non solo che rischi esistono ma anche come comportarsi. E buone vacanze.

Attenzione ai bambini

Bisogna ricordare di frequentare l’ambiente montano insieme ai bambini in sicurezza rispettando alcuni accorgimenti. Non si deve salire o scendere velocemente con lattanti e/o bambini nel primo anno di vita da quote superiori ai 1600 metri. Si deve impiegare un abbigliamento corretto (cappello con visiera, giacca impermeabile e scarpe chiuse) e portare occhiali da sole (un paio di ricambio). Bisogna proteggere la pelle dal sole con crema a fattore di protezione 50+, avere un repellente per insetti e zecche, delle salviettine igienizzanti e un adeguato quantitativo di acqua.

È importante che i piccoli imparino a a tenere comportamenti rispettosi dell’ambiente: non raccogliere piante o foglie, non abbandonare rifiuti, non disturbare gli animali, non camminare scalzi né smuovere pietre o sterpaglie per evitare spiacevoli incontri o inconvenienti.

Attenzione a caldo e freddo

In montagna siamo molto più esposti ai raggi del sole. Bisogna quindi usare sempre protezione con crema e vestiario. La crema 50 + va sempre messa prima di partire al mattino e rinnovata durante la giornata soprattutto se si suda molto. La quantità che sta su un polpastrello serve per una superficie cutanea grande come la mano.

Usare sempre il cappello o bandana che coprano anche le orecchie ed il collo. Gli occhiali non sono da dimenticare. In alta quota utilizzate  lenti protettive con schermo solare 4-5. Con il cambiamento climatico negli ultimi anni anche in montagna specialmente alle basse e quote moderate si possono avere alte temperature. Bisogna quindi evitare la triade “AAA: Alta temperatura, Alta umidità, Assenza di ventilazione”, le lunghe camminate sotto il sole, scegliendo di partire prestissimo al mattino.

Occorre bere regolarmente ogni 30’- 60’ ed accertarsi prima della tipologia del percorso meteo ed esposizione solare. In caso di dubbio bisogna cambiare luogo ed itinerario scegliendone uno più ombreggiato e ventilato. Anche d’estate possiamo rischiare le malattie da freddo. Se il corpo si raffredda “in toto” parliamo di ipotermia che non deve essere confusa con i congelamenti, dove sono colpite in maniera isolata le estremità (mani, piedi, naso, guance etc.).

Lo sfinimento, l’essere bagnati ed esposti al vento, così come l’immobilità magari a causa di un incidente “banale” come una semplice distorsione di caviglia sono situazioni a maggior rischio. I bambini e le persone anziane sono più a rischio di sviluppare questo stato rispetto a un adulto sano. Quindi occorre puntare sula prevenzione grazie a una scrupolosa preparazione dell’escursione, un adeguato abbigliamento che preveda avere nello zaino anche d’estate guanti, berretto, pile e giacca a vento e indumenti di ricambio e anche un telo termico (o coperta isotermica).

Cosa fare in caso di malattie croniche

I soggetti portatori di patologie croniche (es ipertensione, broncopneumopatia cronica ostruttiva, diabete mellito di tipo 2, pregresso infarto del miocardio o infarto cerebrale) possono trarre notevoli benefici dall’attività in montagna, ma è importante seguire degli accorgimenti prima e durante il soggiorno. Per  queste persone è importante incontrare il proprio medico di medicina generale o un medico presso un ambulatorio di medicina di montagna almeno 1 mese prima del soggiorno in montagna.

Questo per valutare l’efficacia della terapia, sapere se fare dei monitoraggi dei parametri fisiologici durante il soggiorno (es. misura della pressione, glicemia) e valutare le attività programmate in base alla situazione clinica personale. Anche a quote moderate < 2500 metri è importante pensare all’acclimatamento soprattutto in caso di attività di tipo fisico da moderato a intenso.

Cosa mangiare e bere

Il cambiamento climatico porta l’escursionista a trovarsi spesso ad elevate temperature anche a quote al di sopra dei 2000 metri. La principale regola per mantenere alte le performance è quella di fare soste ad ogni ora circa, con snack salati, datteri, fichi secchi, albicocche disidratate, così come la frutta secca, oppure le barrette.

Per la pausa pranzo la strategia più corretta è quella di scegliere cibi ad alto potere calorico e basso peso, basati principalmente sul mix fra carboidrati semplici e complessi associati anche ad una piccola quota proteica, per garantire una ripresa rapida ed evitare i cali glicemici. Nel caso di escursioni a basse quote si conferma il classico panino con speck o bresaola, completano frutta fresca, e un dolce con marmellata o miele. Mentre per le alte quote è preferibile utilizzare preparati liofilizzati da sciogliere in poca acqua, oppure noodles e farine liofilizzate pronte all’uso come avena, mais e tapioca, formaggio grana, speck o slinzega.

L’idratazione deve essere fatta in modo continuativo ad intervalli di 30   minuti circa, senza mai appesantire lo stomaco con acqua arricchita con limone e fruttosio. Il thè caldo con miele, zenzero, limone è considerato sempre un toccasana anche in caso di stanchezza e calo delle forze, per recuperare i liquidi persi con la sudorazione. Bisogna tenere sempre nello zaino una razione di riserva per un’autonomia in tutta sicurezza, e un integratore salino/ vitaminico.

Occhio alla terza età

Gli anziani come le persone di tutte le età possono trarre molti vantaggi dall’attività in montagna. Bisogna però essere consapevoli che l’anziano ha una minore capacità di adattamento all’ambiente per cui oltre a tutte le indicazioni date negli altri punti vi sono alcune peculiarità. Quindi occorre adottare ogni strategia, dalla scelta dell’itinerario all’alimentazione, all’abbigliamento, all’approfondita conoscenza delle previsioni del meteo, che possono ridurre l’impatto ad ogni variazione ambientale.

Importante è sempre un consulto medico per conoscere se l’eventuale terapia assunta può condizionare l’attività fisica in montagna; inoltre l’anziano è più vulnerabile e allora egli deve conoscere la sua reale resilienza di fronte agli imprevisti, allo sforzo e ai pericoli così come d’altronde deve conoscere quale energia e quale autostima può ricevere dal provare una emozione forte e piacevole.

Ricordate poi che la montagna è terreno impervio, sconnesso e spesso scivoloso. E’ importante  indossare idonee calzature (scarponcini da trekking) e prestare sempre la massima attenzione quando camminiamo, specialmente in discesa e se piove senza abbandonare il sentiero segnalato, evitare le scorciatoie. Utili i bastoncini da nordic walking. Correre, soprattutto in discesa, aumenta il rischio di scivolare.