Disturbi alimentari in adolescenza: cause e come aiutare chi ne soffre

Anoressia, bulimia e binge eating sono i principali disturbi alimentari che colpiscono i più giovani. Un’esperta ci spiega quali sono le nuove cause e a chi chiedere aiuto.

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Giorgia Marini

Parenting Specialist

Ex avvocato. Blogger, con la laurea sul campo in Problemi di Mammitudine. Da 6 anni scrivo di gravidanza, maternità ed infanzia, sul mio blog “Stato di Grazia a Chi?” e su altre testate online. Racconto la maternità con brio, garbo ed empatia.

I disturbi alimentari fra gli adolescenti non sono certo una novità, negli ultimi anni a cambiare sono state le cause. Oggi più che mai, bisogna capire, tempestivamente, a quale  professionista rivolgersi per aiutare chi ne soffre, essendoci una maggiore sensibilizzazione del problema.Sono tante le pellicole che, nel corso degli ultimi decenni, hanno raccontato storie di disturbi alimentari fra adolescenti, tante sono inoltre le trasmissioni televisive che ne parlano come si moltiplicano anche gli esperti che trattano queste delicatissime situazioni. Questi fattori testimoniano la crescente consapevolezza dell’importanza dell’affrontare il problema in modo corretto.

A differenza di qualche anno fa, non solo si sono diversificate le cause, ma si è compresa l’urgenza di trattare tali disturbi in modo serio, con l’aiuto di un professionista. Si tratta di un tema estremante delicato perché in gioco ci sono la salute e la vita dei nostri ragazzi, per questo non possiamo che raccontarlo accompagnati da un’esperta, la dottoressa Annamaria Giancaspero, psicologa clinica ed esperta in disturbi alimentari. Lei, anche a causa del lungo periodo di emergenza covid e della solitudine conseguente, ha testimoniato un numero crescente di adolescenti che hanno chiesto il suo aiuto.

Principali disturbi alimentari

Siamo soliti parlare di anoressia e bulimia, se pensiamo ai disturbi alimentari. Sinteticamente: con l’anoressia, ci riferiamo ad un disturbo del comportamento alimentare che porta al rifiuto di nutrirsi e all’ossessione di perdere sempre più peso; con la bulimia ad un consumo eccessivo ed incontrollato del cibo e ad una compensazione attraverso il vomito o eccessiva attività fisica o all’uso di lassativi. Spesso sono state le storie delle passerelle della moda e dei cartelloni pubblicitari, ad avvicinarci a questi testi e al rapporto cibo-corpo. Nonostante i tanti movimenti volti a sensibilizzare il tema dell’accettazione di ogni corpo, nella sua unicità ed imperfezione, noi donne prima e le nostre figlie ora, veniamo sottoposte ad un continuo confronto, non affatto etico e responsabile, della nostra immagine. Ed ovviamente, in questo confronto, siamo solite perdere.

“I disturbi alimentari più noti sono anoressia, bulimia e binge eating, ma è necessario che si manifestino dei sintomi specifici, per un determinato periodo di tempo, perché il disturbo venga diagnosticato. Negli ultimi anni, sono emersi dei nuovi disordini alimentari, di minore entità rispetto ai precedenti descritti, che prendono il nome di ortoressia e vigoressia: sono disturbi basati su un eccessivo controllo delle proprie scelte alimentari, conteggio delle calorie, focus sulla propria forma fisica, che va costantemente migliorata attraverso attività fisica intensa, programmata e alla quale non si può rinunciare. Inoltre, a seguito soprattutto del lockdown e delle conseguenze della pandemia, risultano aumentare una serie di comportamenti alimentari scorretti che, protratti nel tempo, creano una condizione di malessere fisico e psicologico nelle persone. Nello specifico parliamo di fame emotiva, fame dettata dalla noia, e associazione cibo-piacere”.

Cause dei disturbi alimentari in adolescenza

Nella fase dell’adolescenza sappiamo quanto sia facile cadere nei tranelli legati al proprio stato estetico, vittime di una società che non dà scampo alle nostre unicità. I media non perdonano, nonostante apparenti sforzi nei quali palesemente non credono, nella diversità ma ci impongono involucri che, spesso, neanche i reali protagonisti, modelle e modelli, testimonial e influencer, rispecchiano pienamente, se non con filtri ad hoc. E vedremo, proprio dalla parole della dottoressa Giancaspero, come anche i social sono parte del problema, oltre altri che andremo a sviscerare.

“Sia in adolescenza, che in altre fasi del ciclo di vita, non si può individuare un’unica causa in grado di spiegare l’origine di un problema. Possiamo però individuare alcuni fattori di rischio più comuni. Ad esempio, è molto probabile che ad innescare o esacerbare delle condotte alimentari sbagliate siano alcune dinamiche familiari o stili educativi dei genitori: ci sono diversi casi di adolescenti con disturbi alimentari le quali riferiscono di avere un rapporto madre-figlia piuttosto difficile e conflittuale. In molti casi potremmo trovare madri iperprotettive e talvolta giudicanti nei confronti dei figli.

Un’altra causa riscontrata piuttosto frequentemente è quella dei social: i social promuovono dei canoni di perfezione fisica ed estetica (il più delle volte non veritiera) che porta i giovani adolescenti a sentirsi inadeguati, sfiduciati, poco sicuri di sé fisicamente e caratterialmente.  Questo potrebbe innescare delle condotte alimentari di tipo compensatorio (ad esempio con abbuffate) o di restrizione alimentare (con conseguente perdita di peso che, se eccessiva, porta all’anoressia)”.

disturbi alimentari adolescenza
Fonte: iStock
Anoressia, bulimia, in adolescenza

Segnali di allarme, come riconoscerli

Le conseguenze dei disturbi alimentari possono essere gravissime, la cronaca non di rado ci ha messo davanti a vite stroncate sul nascere, giovanissime e giovanissimi travolti da un problema che non è stato affrontato per tempo. Per questo è importante che gli adulti, i genitori e tutti coloro che si occupano della cura e della crescita dei ragazzi, abbiano gli strumenti per comprendere e sondare l’entità del problema, monitorandolo, per poi cercare aiuto.

”I primi segnali emergono a tavola: ad esempio si potrebbero notare porzioni sempre più piccole oppure l’adolescente potrebbe affermare di non avere molto appetito o, ancora, i genitori potrebbero accorgersi di un maggior consumo di cibo, trovando delle confezioni di alimenti vuote in camera o in cucina, per poi osservare improvvise fughe in bagno”.

Come aiutare chi ne soffre, a chi rivolgersi

Per fare una diagnosi e capire di quale disturbo alimentare si tratti, quale sia la causa e l’entità, spesso non è sufficiente la nostra attenzione. Per conoscere lo stadio della malattia e come affrontarla, sarà necessario il confronto con un esperto. Il problema, a tal proposito, potrebbe essere capire quale sia l’esperto giusto nella moltitudine di figure professionali che possono sembrare simili ma che non lo sono affatto. Ecco cosa ci dice la dottoressa Giancaspero.

“Il primo consiglio è quello di non sottovalutare mai il problema, anche se di lieve entità. È consigliabile cercare il dialogo con l’adolescente senza giudizi o rimproveri: ascoltare e fornire sostegno è fondamentale. La figura professionale a cui rivolgersi è lo psicologo specializzato nel trattamento dei disturbi alimentari. Spesso, l’errore è quello di affidarsi ad un nutrizionista, partendo dalla convinzione che un programma alimentare da seguire sia la soluzione al problema. Il percorso con un nutrizionista può essere secondario ai colloqui psicologici”.

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Fonte: iStock
Anoressia, bulimia, in adolescenza

Il rapporto con il cibo è più complesso  di quello che possiamo immaginare, per questo, spesso, già in età tenerissima, i pediatri e le pediatre ci sensibilizzano verso un primo approccio sereno con i diversi alimenti, senza forzature. Nonostante ci siano varie scuole di pensiero, tutti i professionisti rimarcano l’importanza della delicata fase dello svezzamento. e del valore della varietà alimentare nei primi anni di vita. Nonostante le nostre migliori intenzioni e gli innumerevoli attenzioni e sforzi, arrivati all’adolescenza, i ragazzi possono subire delle interferenze nel rapporto con il cibo. Lo sappiamo per esperienza diretta, e mai dovremmo dimenticarlo, quanto siano delicati ed importanti questi anni, nella formazione della persona.

Il rapporto con il cibo, durante l’adolescenza, si compromette in special modo nelle ragazze, abilissime ad allenare un terzo occhio solo per criticare le proprie misure, ed anche qui la nostra esperienza di mamme e donne ne è testimone. Ed è a questo punto che dobbiamo intensificare il dialogo con le nostre figlie (ed anche con i figli ovviamente) fornendo le giuste informazioni ed aiutando a dare il giusto peso agli imput esterni che subiscono. “Molte scelte alimentari degli adolescenti si basano sulle pubblicità, sui prodotti del momento, sulle diete e ricette viste online e sul gusto. Manca, spesso, un’educazione alimentare. L’adolescente quindi cerca di costruire le sue abitudini alimentari a partire dalle informazioni, il più delle volte confusionarie e scorrette, che legge quotidianamente sui social di cui si fida ciecamente”.