La dieta dell’uva o ampeloterapia. Cosa mangiare durante la giornata

Combatte la ritenzione idrica, favorisce la funzionalità del fegato e depura l’intestino. Alleata di cuore e cervello

Foto di Luana Trumino

Luana Trumino

Editor specializzata in Salute & Benessere

Laureata in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione Umana, da oltre 15 anni scrive di benessere, occupandosi prevalentemente del rapporto tra nutrizione e salute.

Il cibo che cura. Ricca di sali minerali (potassio, ferro, fosforo, calcio, manganese, magnesio, iodio, silicio, cloro, arsenico), vitamine A, B, C e polifenoli, l’uva possiede proprietà ricostituenti e antiossidanti. Con il suo contenuto di acqua e fibre, inoltre, permette di purificare l’intestino e il fegato. Ben lo sapevano le antiche popolazioni arabe, i romani e i greci, che praticavano regolarmente l’ampeloterapia, ossia la cura dell’uva, ogni anno.

Un concentrato di virtù benefiche

“L’uva è il frutto di questo periodo, contiene glucosio e molti nutrienti utili per il metabolismo cellulare come polifenoli, catechine, quercetina, flavonoidi, antocianine”, spiega il prof. Pier Luigi Rossi, medico specialista in scienza della alimentazione e medicina preventiva ad Arezzo. “Nomi scientifici difficili, ma di grande utilità per la salute dei nostri organi. In particolare, l’uva nera è ricca di resveratrolo. Tutti questi nutrienti svolgono una azione genomica positiva sul DNA e sono potenti antiossidanti che proteggono dall’inquinamento cellulare di radicali liberi dell’ossigeno, prodotti di scarto delle cellule e responsabili di gravi danni ai cromosomi e alle cellule, che fanno invecchiare prima e sviluppano processi di decadenza estetica e degenerazione funzionale degli organi vitali. I principi nutritivi contenuti nell’uva svolgono una decisa azione contro questi radicali liberi dell’ossigeno e quindi proteggono cellule e organi. Anche la cute ottiene un vantaggio netto dalle molecole benefiche contenute nell’uva”.

Come e quando fare la cura dell’uva
La cura dell’uva consiste nel mangiare cinque volte al giorno uva nera, meglio appena colta e scelta in base al vitigno locale. La giusta dose di uva nera è di 200 g al netto degli scarti, da assumere a colazione, spuntino mattina, pranzo, merenda e cena, per una dose totale di circa 1 kg al giorno. L’ampeloterapia si può eseguire il sabato e la domenica per tutte le settimane che si vuole fino a quando è disponibile uva nera fresca e appena colta ed è adatta a tutte le persone adulte che non hanno particolari problemi di salute (per esempio, chi ha il diabete dovrebbe evitarla). L’inizio dell’autunno è il periodo ideale per fare la cura dell’uva. “Durante il periodo estivo – spiega il prof. Pier Luigi Rossi – il corpo umano tende a produrre una dose maggiore di radicali liberi dell’ossigeno. Prima della stagione fredda l’organismo va protetto! In passato lo avevano capito attraverso l’esperienza diretta. Oggi si conosce il motivo scientifico della efficacia della cura dell’uva: blocca l’azione negativa sulla salute delle molecole tossiche prodotte durante l’estate!”. 

Gli effetti si vedono immediatamente: “Durante i giorni dell’uva – sottolinea il medico – si ha una forte diuresi giornaliera, utile per eliminare la ritenzione idrica”. La giornata alimentare prevede l’assunzione di tutti i nutrienti: i carboidrati, le vitamine e i sali minerali vengono forniti dall’uva, dalla verdura e dagli ortaggi crudi e freschi di stagione; le proteine dai semi oleosi; i lipidi, oltre che dai semi oleosi, dall’olio extra vergine di oliva e dai vinaccioli contenuti nei chicchi, che non andrebbero scartati, ma triturati durante l’assunzione dell’uva nera per sprigionare i loro omega 3 e gli altri nutrienti essenziali. “Con un’alimentazione di questo tipo, il fegato va incontro a una sana fase di “scarico” di glicogeno e di grassi – puntualizza l’esperto. Il fegato è il regista dell’intero metabolismo. Con la cura dell’uva, questo organo si prepara all’entrata dell’autunno, quando la riduzione della durata delle giornate e della intensità della luce solare porterà a mangiare una maggiore dose di carboidrati”.

Alleata del cervello

Ma gli effetti sull’assunzione di uva, nei periodi dell’anno in cui è disponibile, si vedono anche nel lungo periodo. Studi recenti hanno infatti dimostrato che una dieta ricca di uva può essere un valido aiuto per la salute del cervello. Consumando questa frutta due volte al giorno per sei mesi si riduce, in persone con un decadimento precoce della memoria, il declino metabolico di aree del cervello correlate all’Alzheimer. Merito dei suoi polifenoli, che possono supportare la funzionalità del cervello in diversi modi: dalla riduzione dello stress ossidativo alla promozione di un flusso sanguigno sano, fino al mantenimento di livelli adeguati di una sostanza chimica chiave per la memoria.

Il segreto? Il resveratrolo

Questa molecola antiossidante, presente oltre che nell’uva nera anche nei frutti di bosco, secondo una ricerca preliminare, per ora su animali, svolta presso il Texas A&M Health Science Center College of Medicine da Ashok Shetty e pubblicata sulla rivista Scientific Reports (edita da Nature), potrebbe contrastare il declino della memoria, le difficoltà di apprendimento e anche il peggioramento dell’umore che sono tipici acciacchi legati all’età. Ma non solo. Un team di ricercatori del Crea viticoltura ed Enologia, sede di Turi, in collaborazione con ricercatori dell’Università di Bari, ha realizzato uno studio sull’uomo per valutare il legame fra l’assunzione prolungata di uva e i processi di coagulazione e fibrinolisi, facendo emergere che gli effetti salutari derivanti dall’assunzione dell’uva da tavola fresca potrebbero contribuire a proteggere l’organismo dall’insorgenza delle malattie cardiovascolari. Inoltre, pare che l’assunzione prolungata di uva abbia anche un effetto anticoagulante, perché aumentando la capacità fibrinolitica del plasma riduce i meccanismi di formazione dei trombi ed esalta quelli deputati alla loro rimozione.

Tutti buoni motivi per portare in tavola questo prezioso prodotto della natura e godere delle sue azioni curative e protettive sulla salute. La cura dell’uva, inoltre, può anche essere realizzata attraverso il succo fresco, appena spremuto. “In questo caso – suggerisce il prof. Pier Luigi Rossi – la dose giornaliera totale di succo fresco di uva nera fatto in casa è di 700 ml, da assumere in dosi scalari nei cinque contatti alimentari giornalieri. In entrambi i casi (assunzione di frutta o di succo), l’ampeloterapia va associata a terapia idrica, con 2 bicchieri di acqua al mattino e alla sera e 1 bicchiere di acqua minerale ogni ora”. Quale acqua scegliere? “È consigliata acqua con residuo fisso secco superiore a 500 mg /litro, ricca in minerali, e una dose di ioni bicarbonato superiore a 600 mg/litro per il controllo dell’acidità corporea e tessutale (controllare l’etichetta della bottiglia)”, conclude l’esperto.

 

I menù della “giornata tipo”

 

COLAZIONE: 1 bevanda calda (da scegliere tra tè, orzo, cacao amaro rinvenuto in acqua calda, latte vegetale o tisana); 30 g di mandorle o noci o altro seme oleoso; 200 g di uva nera

SPUNTINO MATTINA: Acqua; 200 g di uva nera 

PRANZO: 1 porzione libera di verdura cruda, mista, finemente tritata condita con olio extra vergine di oliva, aceto di mele o di vino; 200 g di uva nera

SPUNTINO POMERIGGIO: 1 bevanda calda (da scegliere tra tè verde, orzo o tisana); 200 g di uva nera 

CENA: 1 porzione libera di verdura cruda mista di stagione finemente tritata condita con olio extra vergine di oliva, aceto di mele o di vino; 30 g (al netto degli scarti) di mandorle o gherigli di noci o altro seme oleoso gradito; 200 g di uva nera