Dieta Shangri-La, dimagrire con olio e zucchero

Le caratteristiche di una dieta elaborata da uno psicologo che punta tutto sul contenimento della sensazione di fame per assumere meno calorie

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Gaia Masiero

Editor specializzata in Alimentazione & Benessere

Digital Content Specialist, è autrice di articoli su alimentazione e benessere per i quali si avvale del supporto di nutrizionisti e dietisti.

La dieta Shangri-La è un regime alimentare salito alla ribalta nel 2006 che affascina e fa discutere. Promette di perdere molto peso grazie all’aiuto dell’olio d’oliva e dell’acqua zuccherata, che sono due alimenti invece solitamente considerati eccessivamente calorici e responsabili dell’aumento di peso. E allora perché lo psicologo Seth Roberts li considera così vincenti da aver dedicato a questo metodo un libro best seller? Ecco come funziona la dieta che ha elaborato.

Cos’è la dieta Shangri-La

La dieta Shangri-La (che prende il nome da un luogo immaginario raccontato dallo scrittore James Hilton nel suo romanzo Orizzonte Perduto) elaborata dallo psicologo Seth Roberts, è un approccio innovativo alla perdita di peso che si basa sull’idea che il gusto degli alimenti può influenzare l’appetito e la fame. Secondo Roberts, la chiave per raggiungere una dieta equilibrata e perdere peso è quella di consumare cibi che non piacciono particolarmente. Questo perché, secondo la sua teoria, quando si mangia qualcosa di poco appetibile, il corpo impara ad associare quel cibo con una sensazione di sazietà.

In questo modo, si sviluppa una sorta di condizionamento che porta a ridurre l’appetito e a controllare le voglie. La dieta Shangri-La prevede anche l’assunzione di olio d’oliva al mattino e alla sera, in modo da contribuire a mantenere bassi i livelli di zucchero nel sangue e di un bicchiere di acqua zuccherata prima dei pasti che sarebbe capace di contenere il senso di fame.

A condizionare l’intero percorso di ricerca di Roberts, la sua esperienza personale. Durante un viaggio a Parigi, nel quale si trovò costretto a modificare le proprie abitudini alimentari e a bere bevande dal sapore molto diverso da quelle che era abituato, sperimentò un dimagrimento di ben 20 kg. Secondo lo psicologo, questo risultato impressionante non è da riferirsi tanto alla tipologia e alla quantità dei cibi inseriti, quanto alla diminuzione dell’appetito causato dal fatto di trovarsi davanti a cibi di cui non andava ghiotto. Lo studioso dunque ha elaborato una vera e propria dieta, partendo da questo presupposto.

Come funziona

La dieta Shangri-La, elaborata da Seth Roberts (professore di psicologia alla Tsinghua University e titolare di una cattedra presso l’Università di Berkeley), si basa sull’idea che la fame sia un segnale del corpo per indicare la necessità di nutrirsi. Tuttavia, secondo Roberts, la fame può essere manipolata e ridotta attraverso l’assunzione di determinati cibi. Il principio chiave della dieta Shangri-La è quello di consumare una piccola quantità di olio d’oliva o di acqua zuccherata prima dei pasti principali.

Questo aiuterebbe a ridurre l’appetito e a sentirsi sazi più rapidamente durante i pasti successivi. L’olio di canola o l’acqua zuccherata stimolerebbero una risposta insulinica nel corpo, che a sua volta ridurrebbe la fame. Inoltre, la dieta Shangri-La incoraggia l’assunzione di cibi non molto gustosi o poco attraenti come parte del regime alimentare. Questo perché secondo Roberts, l’aspetto sensoriale del cibo influisce sul nostro appetito e sulla nostra fame. Consumare cibi meno piacevoli potrebbe contribuire a ridurre l’appetito e a controllare l’assunzione calorica complessiva.

Cosa mangiare

Ma allora cosa si deve mangiare per dimagrire? La risposta a questa domanda è molto soggettiva e potrebbe richiedere un periodo di adattamento e ricerca individuale. Sappiamo infatti quali cibi stimolano il nostro appetito e le nostre fantasie culinarie, sognamo spesso di consumare a volontà i nostri comfort food e forse abbiamo un elenco di cibi no a cui preferiamo rinunciare. Ma qui si tratta di viaggiare su un filo sottile trovando il giusto equilibrio tra quello che mangiamo abitualmente e quello che non ci piace. Secondo la dieta Shangri-La infatti, dimagriremo mangiando i cibi che non ci fanno impazzire, ma non dovremo necessariamente forzarci nel mangiare quello che non ci piace.

Le regole

Una volta individuati questi cibi che hanno uno scarso potere appetizzante su di noi e che potrebbero generare in noi il senso di fame solo in reale presenza di bisogno di mangiare, si dovrà anche scegliere un alimento dal sapore neutro al quale affidare l’assunzione dalle 100 alle 400 kcal al giorno. Un’ora prima dei pasti invece, si dovrà consumare un cucchiaio d’olio d’oliva o un bicchiere di acqua zuccherata per ridurre il senso di fame e assicurarsi di non eccedere nelle porzioni. In questo modo, l’organismo riuscirebbe a dissociare il rapporto tra sapore e calorie e a raggiungere una sensazione di appagamento tale da ridurre l’appetito nel corso della giornata, con conseguenze positive sulla perdita di peso.

L’olio d’oliva fa passare la fame?

L’olio d’oliva è un alimento che non solo arricchisce i nostri piatti con il suo sapore caratteristico, ma può anche favorire il senso di sazietà durante i pasti. Questo grazie alla sua composizione ricca di grassi monoinsaturi, che vengono digeriti più lentamente rispetto ad altri tipi di grassi. I grassi monoinsaturi contenuti nell’olio d’oliva stimolano la produzione di una sostanza chiamata colecistochinina (CCK), che è responsabile della sensazione di sazietà.

La CCK viene rilasciata nel tratto digestivo quando consumiamo cibi ricchi di grassi e proteine, e invia un segnale al cervello per indicare che siamo pieni. Inoltre, l’olio d’oliva è in grado di rallentare lo svuotamento dello stomaco, contribuendo così a prolungare la sensazione di sazietà dopo i pasti. Ma non solo. A rendere l’olio d’oliva un alimento chiave per il contenimento della sensazione di fame sarebbero delle sostanze aromatiche capaci di stimolare il senso di sazietà.

Come acqua e zucchero fa passare la fame

L’acqua e lo zucchero sono due elementi che, insieme, possono contribuire a far passare la fame. L’acqua è un elemento essenziale per il nostro corpo e svolge molteplici funzioni, tra cui la regolazione della temperatura corporea e l’idratazione dei tessuti. Quando siamo disidratati, spesso il nostro corpo interpreta questa sensazione come fame e ci spinge a cercare cibo. Bere un bicchiere d’acqua può quindi aiutare a soddisfare questa sensazione di fame apparente. Lo zucchero, invece, è una fonte di energia rapida per il nostro organismo. Quando mangiamo cibi ricchi di zuccheri semplici, come dolci o bevande zuccherate, il nostro corpo assorbe velocemente questi zuccheri e li utilizza come carburante. Questo rapido apporto di energia può farci sentire sazi per un breve periodo di tempo.

Appetito: una sensazione influenzabile

L’appetito è un fenomeno complesso che coinvolge una serie di fattori fisiologici e psicologici. Una delle scoperte più interessanti riguarda il ruolo degli ormoni nell’appetito. Gli studi hanno dimostrato che l’ormone della fame, chiamato grelina, svolge un ruolo chiave nella regolazione dell’appetito. Quando lo stomaco è vuoto, viene prodotta più grelina, che invia segnali al cervello per stimolare la sensazione di fame. Al contrario, quando lo stomaco è pieno, la produzione di grelina diminuisce e si avverte sazietà.

Inoltre, la ricerca ha evidenziato l’importanza del sistema nervoso nel controllo dell’appetito. Il cervello gioca un ruolo fondamentale nel riconoscimento dei segnali di fame e sazietà. Gli studi hanno dimostrato che alcune aree del cervello, come l’ipotalamo, sono coinvolte nella regolazione dell’appetito. Queste aree ricevono segnali dalle cellule del corpo che indicano la disponibilità di cibo e regolano di conseguenza il senso di fame.

Infine, la ricerca ha anche indagato il ruolo delle emozioni nell’appetito. Si è scoperto che lo stress e le emozioni negative possono influenzare il desiderio di cibo, portando a una maggiore assunzione calorica. Allo stesso tempo, le emozioni positive possono ridurre l’appetito.

Benefici

Tra i principali benefici della dieta Shangri-La, troviamo il suo essere cucita addosso a ognuno di noi. Sebbene ricorrano alcuni elementi che dovranno essere seguiti da tutti come il consumo di olio d’oliva e di acqua zuccherata, per il resto può essere estremamente personalizzata, il che la rende potenzialmente migliore di altre che tendiamo a subire senza possibilità di scelta. Oltre a questo fatto, abbiamo quello che per la maggior parte delle persone i cibi meno appetibili sono quelli meno conditi, cotti in maniera semplice e spesso appartenenti a categorie raccomandate nella gran parte delle diete (verdure, frutta, proteine magre, cereali integrali). In questo modo arrivare a un dimagrimento risulta più che possibile, a patto di utilizzare il buonsenso quando si preparano le porzioni.

Controindicazioni

Non ha basi scientifiche

A elaborarla, è stato un noto psicologo che seppur stimato nel suo ambito di ricerca, non è un biologo nutrizionista. Questo alimento è una chiave di lettura importante per valutare l’efficacia della dieta Shangri-La, ma anche i rischi ad essa connessi.

Non funziona per tutti

Questa dieta si basa essenzialmente sulla riduzione del senso sdi fame. Roberts sostiene che, una volta registrato il senso di pienezza, il cervello comunicherà al nostro corpo di sospendere i pasti e sarà possibile mangiare meno e ridurre di conseguenza l’apporto calorico del pasto. Ma non è un meccanismo scontato. I soggetti che aumentano di peso a causa di fame nervosa, noia o abitudini alimentari sbagliate, troveranno il modo di alimentarsi esattamente come facevano prima e potrebbero non sperimentare un significativo calo di peso.

Potrebbe essere depressiva

Cibo e umore sono strettamente connessi, oramai lo sappiamo. E sappiamo anche che mantenere un atteggiamento equilibrato verso il cibo e i pasti è una buona norma per tenere alla larga il rischio di sviluppare disturbi alimentari come anoressia e bulimia, ma anche di generare una frustrazione crescente che sentiremo il bisogno di annullare trovando rifugio nei nostri cibi preferiti.

Non rieduca

Le diete bilanciate hanno il compito di curare la nostra salute, fornire le giuste quantità di nutrienti, ma anche di rieducare a una corretta alimentazione. Ci si trova infatti davanti all’esigenza di seguire una dieta dimagrante dopo aver inanellato una serie di eccessi, essersi concessi eccessive quantità di junk food o aver associato al cibo un potere di appagamento. Dimagrire grazie alla sensazione di frustrazione o scarso interesse che si prova davanti a una pietanza che non amiamo è tutto tranne che educativo. Dimagrire soddisfando occhi e palato, è invece possibile e consigliabile.

Gioca con i picchi glicemici

Gli effetti benefici dell’olio d’oliva sono ampiamente provati scientificamente dal momento che è considerato un grasso buono attraverso il quale si può anche tenere sotto controllo il colesterolo cattivo nel sangue, ma consigliare il consumo di acqua e zucchero prima dei pasti è piuttosto rischioso. Assumere acqua e zucchero a stomaco vuoto porta infatti a sperimentare un notevole picco glicemico che andrebbe invece evitato. Atteggiamenti come questo infatti lavorano in direzione diametralmente opposta a quelli che promuovono la prevenzione del diabete.

Non è precisa

Sebbene abbia il pregio di essere estremamente personalizzabile, la dieta Shangri-La è piuttosto imprecisa nel senso che non è in grado di guidare chi la segue in modo sufficiente da evitare errori. Non sono infatti presenti tipologie di alimenti da escludere e non vengono indicate le grammature, dal momento che l’autore non può avere il controllo sulle scelte individuali degli utenti.

Fonti bibliografiche

  • The Shangri-La Diet, Seth Roberts
  • Shangri-La Diet, WebMD
  • The Shangri La Diet, NBC News
  • The effects of water and non‐nutritive sweetened beverages on weight loss and weight maintenance: A randomized clinical trial, WebMD

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