Includere nella dieta quotidiana frutta secca, pesce, pollame e mandorle, tutti cibi caratterizzati dalla presenza di acidi grassi polinsaturi omega-3, può aiutare a rafforzare la memoria e a prevenire l’Alzheimer (tale malattia, nel 2030, riguarderà oltre 74 milioni di persone nel mondo secondo il World Alzheimer Report 2015). Questa è la conclusione raggiunta da uno studio pubblicato nel 2012 e condotto da un’equipe attiva presso la Columbia University di New York.
Il lavoro scientifico appena citato, pubblicato sulle pagine della rivista Neurology, è uno studio trasversale partito con l’obiettivo di chiarire le associazioni tra la dieta e la presenza, a livello plasmatico, di proteina beta-amiloide, a sua volta associata a problemi di memoria e all’insorgenza di Alzheimer (le placche senili che caratterizzano il cervello di chi soffre di questa patologia neurodegenerative sono aggregati di proteina beta-amiloide).
Tornando allo studio, ricordiamo che i ricercatori che l’hanno condotto hanno reclutato 1.219 soggetti over 65 e cognitivamente sani. Utilizzando modelli di regressione lineare, gli studiosi hanno monitorato l’assunzione di determinati nutrienti, nello specifico acidi grassi saturi, acidi grassi monoinsaturi, acidi grassi polinsaturi omega-3 e omega-6, vitamina E, vitamina B12, betacarotene, acido folico e vitamina D.
Al follow up, è stato possibile individuare un’associazione tra assunzione di acidi grassi polinsaturi omega-3 e livelli più bassi di proteina beta-amiloide (i dati in merito a quest’ultimo punto sono stati ricavati a seguito dell’esecuzione di esami del sangue, che permette di ricavare agevolmente un quadro della situazione).
Gli esperti della Columbia University, monitorando le risposte a questionari sulle abitudini alimentari somministrati ai soggetti inclusi nel campione, hanno avuto modo di individuare alcuni dei cibi caratterizzati dalla presenza di acidi grassi omega-3 inclusi negli schemi alimentari. Tra le fonti succitate è possibile citare pasti contraddistinti dal contenuto di insalata, ma anche margarina, pesce, frutta e pollame.
Lo studio in questione ha rappresentato l’ennesima conferma di come il modello alimentare mediterraneo – caratterizzato dalla presenza, nel menù tipo, di ampie quantità di alimenti di origine vegetale e dall’assunzione di fonti di grassi buoni – rappresenti una valida alternativa per contribuire al rallentamento del declino cognitivo.
Concludiamo facendo presente che, per avere riferimenti specifici relativi a cosa mangiare per prevenire l’Alzheimer, è il caso di chiedere consiglio al proprio medico di fiducia.