Diarrea: cause, sintomi e dieta

La diarrea è un disturbo comune e facilmente risolvibile nell’arco di pochi giorni. Ecco quali sono le cause, i rimedi e le differenze con la dissenteria.

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Antonella Lobraico

Editor specializzata in Salute & Benessere

Specializzata nella comunicazione online, ha collaborato con testate giornalistiche, uffici stampa, redazioni tv, case editrici e agenzie web in progetti su Salute e Benessere.

La diarrea è una condizione fastidiosa e per certi versi imbarazzante, perché oltre a procurare una sensazione di malessere generale, può rendere più difficile lo svolgimento delle attività quotidiane. Nei giorni in cui si manifesta e in quelli successivi, è importante curare l’alimentazione preferendo alcuni cibi piuttosto che altri e reidratarsi bevendo tanta acqua.

Che cos’è la diarrea

Si tratta di un fenomeno in cui il nostro organismo rilascia feci semiacquose o liquide, invece che solide, per più volte in uno stesso giorno. È una condizione molto comune che in genere si manifesta per alcuni giorni. Se i sintomi si protraggono per oltre i due-tre giorni, è bene contattare il proprio medico perché la diarrea potrebbe necessitare di approfondimenti. La diarrea può essere:

  • acuta, quando dura un paio di giorni circa e si risolve senza trattamento;
  • persistente, ovvero quando la sua durata oscilla tra le due e le quattro settimane;
  • cronica. In questo caso, dura oltre un mese o va e viene con regolarità. Potrebbe celare una patologia che merita di essere approfondita.

Quali sono le cause della diarrea

Dietro alla comparsa della diarrea ci possono essere differenti cause. Quella acuta potrebbe essere provocata da:

  • un’infezione intestinale, innescata ad esempio dall’azione di batteri (come la salmonellal’escherichia coli), virus, parassiti, introdotti nell’organismo attraverso il consumo di alimenti e/o acqua contaminata;
  • effetti collaterali a seguito dell’assunzione di alcuni farmaci;
  • intolleranze o allergie alimentari. Nel caso dell’intolleranza al lattosio ad esempio, la diarrea è una conseguenza della difficoltà da parte del corpo di digerire il lattosio, presente in molti alimenti. La celiachia invece, si manifesta perché l’organismo non riesce a scomporre il glutine.
  • stress/ansia.

La diarrea cronica invece, può essere indice di disturbi più importanti come:

Quali sono le differenze tra diarrea e dissenteria

Spesso, il termine diarrea viene associato a quello di dissenteria – ritenendo si tratti di due sinonimi – per via dei sintomi simili. In realtà, costituiscono due condizioni con delle differenze che è bene conoscere. Sono entrambi disturbi intestinali, ma si manifestano in modi e per cause differenti.

La diarrea che prevede degli episodi acuti, si risolve tendenzialmente nell’arco di pochi giorni, mentre se provocata dall’azione di virus e parassiti, potrebbe volerci di più. La dissenteria invece è un’infiammazione intestinale, in particolare del colon, costituita da scariche di feci abbondanti. Alcuni sintomi sono gli stessi della diarrea, ma la dissenteria si caratterizza per anche la presenza di:

  • sangue e muco;
  • febbre alta;
  • vomito/ nausea;
  • dolore nella zona addominale;
  • crampi addominali.

La dissenteria è causata dall’azione di batteri, il più comune è il Shigella e rappresenta una condizione più grave della diarrea.

Quali sono le complicazioni della diarrea

In linea di massima, la diarrea non deve preoccupare, soprattutto se si risolve in autonomia dopo qualche giorno, come di consueto. Tuttavia, è bene consultare il proprio medico se persiste e qualora si manifestassero anche altri sintomi come:

  • vomito;
  • perdita di peso;
  • febbre;
  • presenza di pus/sangue nelle feci;
  • feci scure;
  • dolore allo stomaco;
  • perdita di peso, senza apparente motivo;
  • sonnolenza e vertigini, che possono segnalare una condizione di disidratazione.

Uno degli aspetti a cui prestare molta attenzione è proprio quello della disidratazione: la dissenteria procura infatti una perdita importante di liquidi che vanno reintegrati bevendo acqua a piccoli sorsi. Può essere preoccupante nei soggetti più vulnerabili, ad esempio, in coloro che hanno un sistema immunitario debole, nei neonati, negli anziani.

Senza un adeguato trattamento, la disidratazione può portare a conseguenze serie come l’ictus, l’infarto, l’insufficienza renale. Nei casi estremi, anche alla morte.

Tra i segnali che indicano disidratazione rientrano:

  • minzione scarsa o assente;
  • senso di affaticamento;
  • urine dal colore scuro;
  • bocca secca;
  • cute disidratata;
  • avere molta sete.

Diagnosi della diarrea

La diagnosi prevede un esame fisico da parte del medico per valutare eventuali aree doloranti e l’ascolto della tua storia medica. Quindi, ti porrà domande sugli eventuali farmaci che di solito assumi, se hai fatto viaggi, quali sono i sintomi accusati e da quanto tempo vanno avanti. La diarrea acuta di solito non richiede trattamenti particolari perchè si rivolve in autonomia. Fanno però eccezione i soggetti che presentano febbre o segni di disidratazione. Se i sintomi della diarrea vanno avanti più del dovuto, il medico potrebbe richiedere l’esecuzione di diversi esami tra cui:

  • le analisi del sangue, per valutare la funzionalità dei reni;
  • l’esame delle feci, per comprendere se la causa del disturbo è da attribuire ad un batterio piuttosto che ad un altro patogeno;
  • il test per l’intolleranza al lattosio, qualora il medico sospetti che sia questa la causa della diarrea;
  • la colonscopia, per rilevare l’eventuale presenza di malattie a carico del colon e del retto;
  • la gastroscopia, utile per diagnosticare possibili patologie gastrointestinali.

Quali sono i trattamenti della diarrea

In base alla causa rilevata, il medico ti indicherà il modo più efficace per trattare questo disturbo. Gli antibiotici possono essere assunti in caso di infezione, dietro prescrizione medica. Se invece, la diarrea è stata provocata da una patologia come la sindrome dell’intestino irritabile, sarà necessario prendere i farmaci indicati.

Quando rivolgersi al medico

Ci sono casi in cui la diarrea necessita del consulto di un medico. Chiedi assistenza se:

  • hai segnali di disidratazione;
  • la febbre supera i 39°;
  • accusi mal di testa;
  • hai le vertigini;
  • la diarrea dura da oltre due giorni, senza accenni di miglioramenti;
  • hai dolore nella zona addominale o del retto;
  • le feci presentano sangue o muco.

E per quanto riguarda l’alimentazione invece? Con il supporto della Dottoressa Stefania Maffei, Biologa Nutrizionista, vediamo cosa mangiare e cosa evitare in caso di dissenteria.

Cosa è consigliabile mangiare

«Gli alimenti indicati in caso di dissenteria sono:

  • Riso parboild, riso basmati, dalle note proprietà astringenti;
  • Pane tostato, fette biscottate, grissini o crackers, da preferire tra i cereali;
  • Carni e pesci magri, da cucinare lessati, al vapore, ai ferri o al forno, ma senza aggiunta di grassi;
  • Uova (in camicia o sode) da consumare in quantità non superiore a 2 la settimana;
  • Prosciutto crudo, eliminando il grasso visibile, bresaola e affettati di pollo/tacchino;
  • Legumi, da consumare solo sotto forma di passati o creme;
  • Olio extra vergine di oliva, da usare a crudo e dosandolo con il cucchiaio per condire gli alimenti;
  • Succo di limone per insaporire i piatti (ad esempio per condire le verdure), oppure si possono utilizzare le erbe aromatiche (basilico, salvia, etc.);
  • Brodo vegetale, inizialmente solo a base di patate e carote, senza altre verdure. Le patate hanno infatti un’azione remineralizzante e proteggono le mucose, mentre le carote ricompongono le feci;
  • Formaggi delattosati, stagionati e non piccanti con ridotto tenore in lattosio (es. Grana Padano o Parmigiano ad alta stagionatura, in quanto naturalmente privi di lattosio)», spiega la dottoressa.

Cosa è preferibile evitare?

«Ci sono cibi e bevande che è bene non consumare o farlo in modo ridotto, in caso di dissenteria. In generale, consiglio di:

  • Evitare il consumo di bevande zuccherate e/o dolcificate;
  • Ridurre il consumo di zuccheri semplici (merendine, creme, marmellate, frutta);
  • Ridurre il consumo di grassi saturi;
  • Evitare il consumo di insaccati (come mortadella, salame, salsiccia);
  • Ridurre il consumo di alimenti che contengono fibre e lattosio;
  • Frutta e verdura fresche sono da evitare in fase acuta, ma possono essere consumate se centrifugate in quanto perdono quasi totalmente la fibra e sono utili per mantenere un introito di liquidi e sali minerali adeguato;
  • Evitare il consumo di alimenti integrali;
  • Evitare cibi fritti e/o troppo elaborati;
  • I primi piatti (pasta, riso o altri cereali) devono essere conditi semplicemente;
  • Evitare il consumo di frutta secca, sciroppata e disidratata zuccherata;
  • Evitare il consumo di alcolici;
  • Evitare le spezie (peperoncino, pepe e spezie piccanti in generale), perché possono aumentare l’irritazione», continua la dottoressa Maffei.

Si tratta dunque di una dieta che punta su alimenti utili a reintegrare i liquidi senza andare ad infiammare/appesantire ulteriormente l’intestino. Inoltre, è bene anche avere un occhio di riguardo nei confronti dei condimenti e della tipologia di cottura.

Cosa bere in caso di diarrea?

«Come liquidi da introdurre all’interno della dieta contro la dissenteria consiglio:

  • Acqua, almeno 1,5 litri al giorno, preferibilmente oligominerale naturale a temperatura ambiente;
  • Caffè d’orzo;
  • Tè leggero;
  • Camomilla senza zucchero.

Inoltre, è bene fare attenzione all’uso indifferenziato di fermenti lattici e probiotici: questi hanno sicuramente un’efficacia sulla prevenzione, ma in casi di diarrea non tutti sono indicati e spesso non sono del tutto risolutivi. È bene quindi affidarsi sempre al proprio medico per indagare al meglio sulle possibili cause», conclude l’esperta.

Come prevenire la diarrea

Seguendo semplici abitudini comportamentali, è possibile prevenire la diarrea. Ecco alcuni consigli:

  • lavarsi le mani con del sapone prima di mettersi a tavola e di toccare il cibo, ma anche dopo aver utilizzato il bagno, starnutito o tossito, aver cambiato un pannolino;
  • consumare i cibi previa cottura (come carne, pesce, uova), soprattutto se non si ha certezza della loro provenienza;
  • rispettare le date di scadenza riportate sulle confezioni;
  • evitare di bere acqua dal rubinetto, di consumare alimenti crudi, prodotti lattiero-caseari non pastorizzati se si è in viaggio;
  • portare con sé un detergente liquido contenente alcol per disinfettare le mani quando non è possibile farlo con del sapone.

In conclusione dunque, la diarrea è una condizione non grave che può essere trattata in modo efficace seguendo alcuni accorgimenti, in particolare dal punto di vista alimentare. Una dieta specifica infatti, può aiutare l’intestino a ritrovare gradualmente il suo naturale equilibrio. Se i sintomi perdurano per oltre due giorni e sono accompagnati da febbre, dolore addominale, vomito, sangue e muco nelle feci, è necessario consultare un medico il prima possibile.

Fonti bibliografiche: