Ballare aiuta ad invecchiare meglio, soprattutto di testa. A svelarlo è uno studio realizzato negli Stati Uniti e pubblicato sulla rivista scientifica Frontieres in Aging Neuroscience. I ricercatori dell’università dell’Illinois University hanno valutato gli effetti del ballo e di altre attività sul cervello, attraverso la risonanza magnetica funzionale. Il risultato? Ballare contribuisce ad aumentare la sostanza bianca del cervello, soprattutto quella del fornice, una struttura a forma di C che si trova nell’encefalo, tra l’emisfero destro e il sinistro e che contribuisce all’elaborazione e alla memoria.
La ricerca ha coinvolto 174 volontari uomini e donne con un’età fra i 60 e i 79 anni e una buona salute. I soggetti sono stati sottoposti ad una risonanza magnetica funzionale, poi sono stati divisi in quattro gruppi corrispondenti a diverse attività che sono state seguite per tre volte nell’arco di sei mesi. Il primo gruppo ha ballato, un’altro ha camminato a passo veloce, un’altro ancora ha integrato la dieta con la beta-alanina, un aminoacido che agisce sulle attività muscolari e cognitive. Infine il quarto gruppo ha seguito lezioni di stretching, tonicità ed equilibrio.
Al termine dei sei mesi tutti i partecipanti hanno effettuato una nuova risonanza magnetica funzionale. I risultati hanno mostrato come i soggetti che si erano sottoposti a lezioni di ballo presentavano una materia bianca più densa. Secondo gli autori dello studio “la danza rappresenta un training combinato cognitivo, fisico e sociale”, il segreto di questa disciplina dunque starebbe nella capacità di combinare insieme vari fattori, producendo un allenamento che non fa bene solo al fisico, ma che aiuta anche a socializzare e stimola il cervello, perché i partecipanti sono obbligati ad imparare a memoria i passi e ripeterli.
“I nostri risultati – hanno svelato i ricercatori – sottolineano che combinare attività fisica, cognitiva e sociale (il ballo) può aiutare a mantenere o aumentare la salute della materia bianca e che uno stile di vita fisicamente più attivo si associa a un più lento declino di questo tessuto. Questo studio sottolinea l’importanza di impegnarsi nella vita adulta e da anziani in uno stile di vita fisicamente e anche socialmente attivo”.