Angelica keiskei, tutti i benefici e le proprietà di questa pianta

L'angelica keiskei secondo un recente studio sarebbe in grado di prevenire tumori e infiammazioni e di rallentare l'invecchiamento.

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Silvia Menini

Naturopata e Giornalista

Naturopata in costante formazione, è anche giornalista pubblicista, scrittrice, sommelier ed esperta di marketing.

Se è vero che le aspettative di vita aumentano, è altresì riconosciuto che l’incidenza delle malattie legate all’età continua ad essere molto alta. L’invecchiamento rimane il primo fattore di rischio quando si parla delle principali malattie croniche, comprese quelle cardiovascolari, i processi neurodegenerativi e il cancro.

Nei paesi sviluppati, i progressi della medicina hanno permesso di allungare notevolmente la vita delle persone, ma, al contempo, la durata media della “vita in salute” non è andata di pari passo, tanto che si riscontra un significativo aumento delle patologie legate all’età. Per ovviare a questo inconveniente si cerca di intervenire con modifiche della dieta o attraverso interventi farmacologici e che hanno mostrato di avere qualche effetto antinvecchiamento anche se la strada è ancora lunga. Tra questi si può citare la riduzione dell’apporto calorico totale, prestando però una maggiore attenzione alla qualità dei cibi che si assumono, oltre a un corretto stile di vita.

Ovviamente questi strumenti a disposizione, spesso e volentieri, non sono totalmente sufficienti e da qui nasce la necessità di affrontare il processo d’invecchiamento in maniera complementare e differente in modo da prevenire i disturbi legati all’età e vivere sì più a lungo ma anche con una qualità della vita superiore. I rimedi naturali possono venire in soccorso per raggiungere questo obiettivo seguendo i frutti che la natura dona.

Molto diffusa in Giappone, l’angelica keiskei (o ashitaba, che in giapponese sta per “foglia del domani”) è una pianta dalle molteplici proprietà. Viene coltivata, nel Sol Levante, da due millenni. Fa parte della cucina tradizionale e vengono utilizzati fittoni, gambi e foglie. Viene consumata cotta, oppure essiccata e trasformata in tè.

Proprio per questa sua caratteristica, è impiegata nella medicina tradizionale giapponese come tonico, digestivo e diuretico e tradizionalmente masticata dai Samurai.

Una curiosità riguardo l’Angelica keiskei è che viene anche utilizzata come mangime per il bestiame proprio perché si pensa che possa migliorare la qualità del latte e mantenere in salute gli animali.

Curiosità sulla pianta di ashitaba

L’Angelica keiskei è un’erba appartenente alla famiglia delle Apiaceae e che vive principalmente nella zona centrale del Giappone. Si tratta di una pianta perenne in grado di raggiungere altezze comprese tra i 50 e i 120 centimetri. Come la maggior parte degli altri membri della famiglia delle carote, produce grandi ombrelle di fiori bianchi e ha foglie sezionate. Proprio grazie alla sua estrema velocità di crescita e facilità di coltivazione, veniva spesso piantata in Giappone all’interno di giardini, vasi e cortili. Sicuramente, poi, hanno influito anche le sue innumerevoli proprietà benefiche, riconosciute già da tempo e che l’hanno portata ad essere parte dell’alimentazione.

La cosa che lascia affascinati è che, se si strappa una fogliolina durante la mattina, è sufficiente aspettare la notte per veder nascere già un nuovo germoglio e quindi già visibile il giorno successivo. Grazie a questa sua capacità l’ashitaba ha una grande proprietà rigenerativa dopo aver subito un danno e che si riflette, quindi anche su chi la assume. Non a caso, quindi, la principale proprietà per cui è conosciuta è proprio quella di essere in grado di rigenerare anche le cellule promuovendo di conseguenza un rallentamento degli effetti tipici dell’invecchiamento.

Le proprietà dell’Angelica Keiskei

Le proprietà di questa pianta sono molteplici e, proprio per questo motivo, nel tempo, si è diffuso il suo utilizzo in tutto il mondo.

Vediamo ora nel dettaglio le sue proprietà.

Anti-invecchiamento 

Se in Giappone l’angelika keiskei viene largamente impiegata nella medicina tradizionale, negli Stati Uniti è invece considerata un superfood per le sue proprietà anti-invecchiamento. Proprietà che oggi vengono confermate da un ulteriore studio, condotto da un team di ricerca internazionale guidato da scienziati austriaci dell’istituto NAWI presso l’università di Graz (Austria) e che hanno collaborato con colleghi dei Leibniz Research Institute for Environmental Medicine di Düsseldorf (Germania), dell’Istituto INSERM di Parigi, dell’Università di Berlino e di altri centri e atenei europei.

I ricercatori, coordinati dal professor Frank Madeo, docente presso l’Istituto di Scienze Biologiche Molecolari dell’ateneo di Graz, si sono concentrati sull’Angelica keiskei poiché da tempo ne sono note diverse proprietà benefiche legate alla medicina tradizionale asiatica. Questo studio è stato poi pubblicato sulla rivista Nature Communications. Secondo la ricerca, le foglie dell’angelica keiskei sarebbero davvero in grado di rallentare l’invecchiamento, sebbene la molecola sia stata testata per ora solamente su lievito, vermi, moscerini e cellule umane. In particolare, l’angelica keiskei conterrebbe un flavonoide capace di ridurre il declino cellulare associato all’età e di attivare il meccanismo di riciclaggio cellulare (chiamato autofagia) e di riparazione che è valso al giapponese Yoshinori Ohsumi il Nobel per la Medicina nel 2016.

È proprio l’autofagia, infatti, che rimuove i rifiuti cellulari come, ad esempio, le proteine aggregate e questa è considerata una attività fondamentale per mantenersi in buona salute mentre il corpo inesorabilmente invecchia. Mantenere attiva l’autofagia è importante perché, normalmente tende a diminuire con il passare degli anni. Nel momento in cui le cellule non sono più in grado di rimuovere in modo rapido ed efficace le parti danneggiate, possono venirsi ad accumulare portando a svariate patologie, tra cui anche le tanto temute malattie neurodegenerative come l’Alzheimer o il Parkinson o addirittura il cancro.

Esistono già alcuni composti noti agli scienziati e che sono tesi a stimolare il processo di pulizia. Lo stesso digiuno, ad esempio, sembra incoraggiare naturalmente le cellule a liberarsi dai propri rifiuti.

Il flavonoide che allunga la vita e in grado di contenere la naturale capacità di contrastare la morte delle cellule legate all’età è stato scoperto dopo aver analizzato 180 composti che rappresentavano appunto varie sottocategorie di flavonoidi. Il vincitore di tale ricerca è stato appunto il flavonoide DMC e contenuto in questa straordinaria pianta. Dopo i primi studi effettuati, sono stati fatti ulteriori test che hanno dimostrato come il composto abbia aiutato a proteggere le cellule nei cuori dei topi attraverso il processo di autofagia, oltre ad aver protetto da un tipo di danno epatico e i tessuti dei topi dagli effetti da ischemia miocardica prolungata.

Il gruppo di lavoro che ha portato avanti la ricerca ha anche testato l’effetto del DMC su diversi tipi di cellule umane e ha scoperto che anche in questo ambito la sostanza funzionava per rallentare l’invecchiamento.

Allunga la vita

Partendo da questa sua proprietà principale e che la contraddistingue, l’Angelica keiskei è anche considerata per la sua capacità di allungare la vita. Fatto da non sottovalutare è come, in passato, sia stata utilizzata per il trattamento del vaiolo grazie alla sua capacità di guarire le lesioni e prevenire le infezioni.

Antitumorale, contro le infiammazioni e infezioni

Ecco, dunque, che la pianta sarebbe in grado di rimuovere i componenti cellulari danneggiati e di generare la materia prima necessaria alla costruzione di nuove molecole, tenendo così lontani tumori, infiammazioni infezioni, oltre ai diversi disturbi sempre legati all’invecchiamento. In particolare, secondo lo studio – condotto su topi con problemi al cuore – la pianta allungherebbe la vita del 20%, proteggendo i tessuti. Un risultato, questo, che confermerebbe il ruolo che l’autofagia ha nella protezione delle cellule. Ma che, soprattutto, segna un importante passo avanti nella definizione di terapie antinvecchiamento. Sebbene, per averne la certezza, bisogna attendere che i test vengano condotti anche sugli umani.

Ricca di vitamina B12

Ciò che è certo, è che l’angelica keiskei è ricca di vitamina B12, e ha quindi tutta una serie di proprietà correlate a questa vitamina. Risulta efficace in caso di  ipertensione, gotta, colesterolo e reflusso gastroesofageo. A questo proposito è utile anche in caso di acidità di stomaco ed è in grado di portare sollievo e guarire anche le ulcere.

Un vero boost per l’organismo

Inoltre, ha capacità diuretiche, digestive, toniche e di cicatrizzazione delle ferite (in quest’ultimo caso per l’applicazione solamente a livello topico). Ecco dunque che, specie sotto forma di tè, può migliorare digestione e il metabolismo, dare sollievo dall’infiammazione cronica (ma anche da problemi neurologici e ginecologici), bilanciare i livelli degli ormoni, rafforzare il sistema immunitario e diminuire, come già accennato e secondo i più recenti studi, il rischio di cancro.

I benefici a livello di apparato gastro-intestinale non si esauriscono qui. Questa pianta permette anche di alleviare la stitichezza, la febbre da fieno e di tenere sotto controllo i livelli di colesterolo e la pressione sanguigna.

Antiossidante

I flavonoidi e i polifenoli sono alcuni tra i più efficaci antiossidanti e in grado di ridurre il rischio di malattie, condizioni croniche e invecchiamento cutaneo. Sono presenti in molteplici alimenti, soprattutto frutta e verdura tanto da poterne identificare alcuni più indicati a combattere proprio i processi di invecchiamento. Per citarne uno, ad esempio, il melograno.

Possibili controindicazioni

Se ci si attiene a consumare 1000 mg al giorno per un breve periodo di tempo, l’assunzione dell’Angelica keiskei viene considerata sicura. Se invece viene prolungata per oltre 3 mesi, non ci sono dati disponibili e quindi non si conoscono i possibili effetti collaterali. È comunque sconsigliata alle donne in gravidanza o durante l’allattamento.

Viene sconsigliata anche qualora di assumano farmaci modificati del fegato, in quanto potrebbe ridurre la velocità con cui il fegato li scompone.

È importante comunque tenere in considerazione il fatto che non ci sono ancora studi particolareggiati riguardo a questa pianta e quindi tutte le indicazioni date si basano su poche rilevazioni.

Fonti Bibliografiche

The flavonoid 4,4′-dimethoxychalcone promotes autophagy-dependent longevity across species, nature communications