Lo scorso giugno la rivista Diabetes, pubblicava uno studio condotto in Australia dall’endocrinologo dr. Paul Lee, che aveva prodotto un risultato molto interessante: chi vive a temperature al di sotto dei 20 gradi ha un metabolismo più sano e una presenza di grasso corporeo estremamente più equilibrata. Per contro, coloro che vivono costantemente in ambienti dalle temperature più alte, presentano un abbassamento delle difese immunitarie e un rischio di obesità maggiore. Questo spiegherebbe anche il moltiplicarsi della popolazione obesa nei paesi del mondo sviluppato, dove il consumo di energia per il riscaldamento è sicuramente enorme, rispetto a quello dei paesi più poveri.
La ragione sta tutta nella presenza di due tipi di grasso nel corpo: il grasso bianco e il grasso bruno. Il primo, presente in tutti i soggetti adulti, tende a trattenere l’energia e a presentare i problemi tipici di un metabolismo non corretto; il secondo tende a liberarla ed è una riserva preziosa che aumenta con l’esposizione alle temperature più basse. Ebbene, vivendo in ambienti con un clima costantemente regolato al di sopra dei 20 gradi non si ha bisogno di bruciare le riserve di grasso che così aumenta ed espone – col tempo – a un rischio di obesità e diabete sempre maggiore.
Negli Stati Uniti c’è già chi sta adottando uno stile di vita Senza Riscaldamento che – a loro dire – porterebbe indubbi vantaggi. Dice Reiham Salam:
Gli americani di norma tengono la temperatura del soggiorno a 21 gradi, mentre quella della camera da letto a 20 gradi. Ma che ci fate, con queste temperature? Friggete salsicce sui caloriferi?
Lasciando perdere i potenziali benefici dal punto di vista fisico, abbassare il riscaldamento vi metterà in contatto con i veri ritmi del mondo naturale. Sperimentiamo l’inverno per pochi mesi: invece che alzare il riscaldamento, perché non provate a mangiare più minestrone?
Sicuramente questa storia – proprio mentre a Parigi le principali potenze mondiali discutono di consumo energetico, effetto serra e riscaldamento globale – è destinata a far discutere.
Voi che ne pensate? Sareste disposti a sviluppare una maggiore resistenza al freddo per il vostro bene e per bene dell’intero pianeta? Condividete questo articolo su Facebook per allargare il dibattito attorno a questo tema.