Noi, che siamo cresciute leggendo Piccole Donne

Ritorna al cinema Piccole Donne, tratto dal romanzo scritto nell' 800 ancora oggi amato da tutti, romanzo di formazione in cui ognuna si può immedesimare

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Sara Gambero

Giornalista esperta di Spettacolo e Lifestyle

Una laurea in Lettere Moderne con indirizzo Storia del Cinema. Appassionata di libri, film e del mare, ha fatto in modo che il lavoro coincidesse con le sue passioni. Scrive da vent’anni di televisione, celebrities, costume e trend. Sempre con un occhio critico e l'altro divertito.

Piccole donne, torna per la quinta volta al cinema. Dal 1918, anno del primo film, ad oggi, in cui si festeggiano i 150 anni dall’uscita della prima edizione del romanzo cult scritto nel 1869 da Louisa May Alcott, la storia delle sorelle March è ancora tra le più lette, e amate da insegnanti e ragazzi. Soprattutto ragazze: perché è un romanzo di formazione, protagoniste quattro sorelle diversissime tra loro, in cui ciascuna di noi si può immedesimare. E nella crescita di ognuna di loro, in grado di superare i propri limiti e difetti, intravedere la medesima possibilità di riuscita.

Chi, leggendolo, non ha pensato di essere come la bella, saggia e dolce Meg, o la ribelle, “maschiaccia” e anticonformista Jo. O ancora come la vanitosa Amy per finire con la dolce e timida Beth?

Nelle quattro sorelle March, protagoniste del libro e tante volte trasportate al cinema, sono racchiuse tutte le tipologie dell’universo femminile. Questa il segreto alla base dell’incredibile successo del libro. Che a distanza di 150 anni è ancora tra i più letti e citati.

Piccole donne e una sorta di manifesto femminista ante litteram: perché l’educazione delle mamma Margareth, rimasta sola a guidare la famiglia (il padre è al fronte, impegnato nella guerra di secessione) è improntata alla ricerca della libertà e indipendenza, molto diversa dai rigidi canoni dell’epoca. Le figlie poi, dall’aspirante scrittrice Jo alla pittrice in erba Amy, sono ragazze che non si accontentano di fare le mamme o le bravi mogli, aspirano a qualcosa di più.

Le donne hanno una mente, un’anima e non soltanto un cuore. Hanno ambizioni e talenti e non soltanto la bellezza. Sono così stanca di sentir dire che l’amore e la famiglia sono le uniche cose per cui è fatta una donna”, dice Jo.

Anche se, la scrittrice lo sottolinea bene, desiderare di realizzarsi all’interno della famiglia, avere aspirazioni diverse, come Meg (“Se i miei sogni sono diversi dai tuoi-dice a Jo- non vuol dire che siano meno giusti o importanti”), non è sbagliato. Perché nell’universo di queste piccole donne c’è posto per tutti, nessun desiderio o aspirazione di vita è sbagliato, purché trionfino il rispetto, l’onestà morale e il vero amore. Concetti rivoluzionari a fine ‘800 e per tanti ancora oggi.