Manuela Gostner, una mamma al volante che sfida la velocità

Intervista a Manuela Gostner, la pilotessa di Gran Turismo che dà del filo da torcere ai suoi colleghi uomini. Ma coi figli è una mamma dolcissima

Foto di Federica Cislaghi

Federica Cislaghi

Royal e Lifestyle Specialist

Dopo il dottorato in filosofia, decide di fare della scrittura una professione. Si specializza così nel raccontare la cronaca rosa, i vizi e le virtù dei Reali, i segreti del mondo dello spettacolo e della televisione.

Manuela Gostner, 30 anni di Bolzano, bionda, viso angelico, fisico tonico e una passione per i motori, l’adrenalina, la velocità e la pallavolo.

Manuela però non è solo una delle pilotesse italiane  di auto da corsa più in vista che ha dimostrato in pochi anni di avere talento e potenzialità, salendo sul podio in diverse occasioni, l’ultima volta alle Finali Mondiali … 2018 guadagnando il terzo posto. Lei è anche e soprattutto mamma. Manuela Gostner a noi ha raccontato come si è fatta strada in un mondo prettamente maschile come quello delle gare automobilistiche dove rischio e brividi sono all’ordine del giorno e nel contempo si occupi dei suoi figli offrendo loro dolcezza e protezione.

A giugno correrai alla 24 Ore di Le Mans: una sfida che va oltre l’impegno sportivo. Ce ne parli?
Poter partecipare alla gara che sogna ogni pilota al mondo è davvero un grande sogno che si avvera, ma poterlo fare come donna insieme ad un equipaggio tutto femminile mi riempie il cuore di tanto orgoglio.
Noi donne siamo in grado di fare davvero grandi cose se crediamo nel nostro talento, crediamo in noi e non sottovalutiamo noi stesse.

In quanto donna, che cosa significa competere in un mondo prettamente maschile come quello del Motorsport?
In un mondo maschile è sempre molto difficile guadagnarsi il rispetto. Hai spesso gli occhi puntati su di te dove ogni errore pesa di più.
Gli uomini hanno ovviamente una forza massimale più alta. Però in questo sport è più importante avere resistenza muscolare e in quello noi donne possiamo allenarci in modo da essere alla pari con i maschietti. Per natura, gli uomini sono più predisposti al rischio, l’esagerazione che talvolta si tramuta in errore. Danno sempre il massimo e non gestiscono bene le forze. La donna, invece, tende ad avere un approccio alle cose più metodico, in sicurezza, cercando di non esagerare e in una gara di durata gestisce meglio le proprie forze. Quindi anche la donna non ha nulla da temere in questo mondo e sa guadagnarsi le sue vittorie.

Qual è il pregiudizio nei confronti delle donne al volante che non sopporti?
Il fatto stesso che esistono pregiudizi sulla guida delle donne mi dà fastidio. Per questo motivo sono veramente felice quando passo il traguardo e lascio dietro di me i miei colleghi uomini.

Che consiglio dai alle ragazze che vogliono intraprendere la tua carriera tra i motori?
Ricordarsi sempre chi si è e che cosa si è in grado di fare, senza mai perdere l’entusiasmo nonostante la possibilità di vivere esperienze non sempre positive. Inoltre è importante ascoltare sempre la propria sensibilità, molto forte nelle donne. Sensibilità e tecnica sono i due elementi chiave per saper guidare come se si stesse danzando.

C’è un pilota a cui ti ispiri?
Le pilotesse che più ammiro e stimo sono Ellen Lohr e Michelle Mouton. Loro hanno entrambe vinto in categorie di livello altissimo e mondiale quando le macchine da corsa erano senza elettronica e poca sicurezza. Erano davvero delle super eroine.

Donna, mamma, pilotessa: come fai a conciliare tutto?
Come per tutte le donne del nostro tempo il giorno non ha abbastanza ore. Lo sforzo per incastrare lavoro, bimbi e i propri sogni, senza far sentire nessuno meno importante è davvero molto grande. Credo che noi donne siamo delle perfezioniste e vogliamo fare tutto nel modo migliore. Siamo noi stesse a caricarci di molta pressione.

E se uno dei tuoi figli volesse fare il pilota?
Spero che i miei figli vogliano giocare pallavolo o calcio… Fare il pilota oggi richiede un talento strepitoso, una vita dedicata a partire da 3 anni in pista, e budget e partner importanti. È un lavoro o sport magnifico, però legato a tanti sacrifici e avere successo è molto difficile.

Il tuo lavoro richiede un fisico allenato: come ti tieni in forma? Segui una dieta particolare?
Correre in macchina è uno sforzo immenso per il corpo e la mente. Ho un personal coach che segue il mio allenamento. Facciamo un allenamento alternato tra cardio e potenziamento muscolare. Cerco di mangiare pochi zuccheri, grassi e carboidrati, ma sono golosa e faccio fatica a seguire la dieta!

Dopo Le Mans, quali progetti hai per il futuro?
Dopo Le Mans vorrei continuare a fare questa gara leggendaria e unica al mondo, ma mi piacerebbe anche partecipare ad altre gare di 24 ore come quella di Sebring o Daytona.

Manuela Gostner
Manuela Gostner – Fonte: Ufficio stampa