Perché tutte le donne italiane dovrebbero dire grazie a Franca Viola

È stata il simbolo dell'emancipazione, dell'indipendenza e del coraggio. Franca Viola è stata la prima donna italiana ad aver rifiutato un matrimonio riparatore

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Franca Viola è il simbolo dell’emancipazione femminile, dell’indipendenza e del coraggio, a lei va il merito e la gratitudine di essere stata la prima donna ad aver rifiutato il matrimonio riparatore nel 1966. Grazie al suo coraggioso comportamento si è fatta portavoce della libertà femminile, motivo per il quale l’8 marzo del 2014 le è stata riconosciuta da parte dell’allora presidente Giorgio Napolitano l’onorificenza di Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana.

Dopo essere stata stuprata, Franca Viola rifiutò il matrimonio riparatore previsto dalla legge: l’articolo 530 infatti affermava che l’autore del reato poteva evitare di andare in prigione se sposava la persona offesa. Il reato quindi veniva estinto per la legge, ma Franca non accettò quelle umilianti condizioni passando alla storia per essere la prima donna in Italia a dire no alla “paciata”, ovvero alla risoluzione pacifica tra famiglie attraverso il matrimonio.

Il “No” che ha fatto la storia

Franca, allora diciassettenne, fu rapita da Filippo Melodia il 26 dicembre, il ragazzo la tenne segregata per 8 giorni violentandola più volte. La donna, siciliana di origine, era stata fidanzata con Melodia, ma la loro relazione era stata interrotta quando il ragazzo, nipote di un mafioso, fu arrestato. Il giorno del rapimento, Filippo insieme ad altri dodici uomini, entrò in casa di Viola e la rapì: la ragazza fu liberata soltanto quando finse di accettare il matrimonio riparatore.

Perché tutte le donne italiane dovrebbero dire grazie a Franca Viola
Fonte: Ansa
Franca Viola – Fonte Ansa

Non fu un gesto coraggioso…” confessò Franca durante un’intervista fatta da Riccardo Vescovo. “Ho fatto solo quello che mi sentivo di fare, come farebbe oggi una qualsiasi donna : ho ascoltato il mio cuore, il resto è venuto da sé”.

Quello di Franca, in realtà, fu un molto più di un atto coraggioso considerando che quelli erano i tempi in cui la libertà delle donne era ancora molto limitata.

Durante il processo a Filippo Melodia, Franca fu accusata di essere consenziente a quella che secondo la difesa era stata solo una fuga d’amore. Ma la tesi non resse e il ragazzo, alla fine, fu processato.

franca viola in polizia
Fonte: Getty Images
Franca Viola in polizia – Fonte gettyimages

Franca Viola, icona di libertà e coraggio

Questa terribile esperienza non ha impedito a Franca Viola, ormai diventata icona della libertà femminile, di tornare ad amare. Si è sposata infatti nel 1968 con Giuseppe Ruisi, amico d’infanzia alla quale la donna si era promessa in moglie. Dopo il terribile stupro più volte Franca ha cercato di allontanare l’idea del proposito matrimoniale per paura di ripercussioni, ma il loro amore è stato più forte di tutto e Giuseppe è diventato marito e padre dei suoi due figli.

La storia di Franca ha ispirato un coraggio generazionale che ancora oggi è più vivo che mai in tutte quelle donne che combattono le loro lotte di eguaglianza e di parità.

Il suo “No” è passato alla storia, e le sue gesta hanno ispirato  il film La moglie più bella di Damiano Damiani del 1970 dove una bellissima Ornella Muti ha avuto l’onere e l’onore di interpretare la protagonista.