Porta con sé il proprio bambino di tre mesi a un colloquio di lavoro e viene assunta.
È questa la storia di una neo-mamma di Marcon, comune in provincia di Venezia, raccontata tramite una lettera inviata a varie testate giornalistiche, tra cui Il Messaggero e Il Gazzettino.
“Quando ho letto – si legge nella missiva – che a quella signora incinta di Treviso i titolari della ditta per la quale lavora hanno detto che per rimanere a casa avrebbe dovuto devolvere l’assegno di maternità all’azienda per coprire le spese necessarie alla sua sostituzione, sono rimasta molto male e mi è venuta voglia di piangere”.
Il riferimento è alla vicenda denunciata dalla CGIL che ha riguardato una 25enne della città veneta, dipendente di una piccola ditta artigiana.
Da qui il desiderio della mamma di Marcon – che ha preferito restare anonima – di volere esprimere la propria riconoscenza nei confronti dei suoi nuovi datori di lavoro, titolari di una pasticceria.
“Mi sono presentata al colloquio con mio bambino in braccio – ha raccontato la donna – perché volevo che sapessero della presenza di un bambino piccolo. Temevo, come più volte purtroppo è successo, che questo potesse rappresentare un ostacolo per l’assunzione, invece il titolare non ha fatto alcuna obiezione sul fatto che io fossi mamma da poco tempo e mi ha detto che appena avrei finito il periodo di maternità mi avrebbe assunto”.
La giovane mamma, infatti, comincerà a lavorare dal prossimo 5 aprile nella pasticceria Linda dei coniugi Piovesan, genitori di una bambina morta a soli sei anni per colpa di una malattia fulminante.