Verissimo, Elena Sofia Ricci parla del dramma del suo passato e commuove tutti

Ospite di Verissimo, Elena Sofia Ricci parla della sua infanzia, della fede e del suo dramma, commuovendo tutti

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Redazione

DiLei è il magazine femminile di Italiaonline lanciato a febbraio 2013, che parla a tutte le donne con occhi al 100% femminili.

Elena Sofia Ricci, una delle attrici più amate dal pubblico italiano, si è raccontata oggi a Verissimo. Come sempre, l’appuntamento con Silvia Toffanin riserva grandi emozioni e spunti di riflessione. La padrona di casa ha regalato al pubblico un momento di forte intensità con l’intervista all’attrice di Che Dio ci aiuti.

La poliedrica attrice, sempre sulla cresta dell’onda, si è accomodata nel salotto della Toffanin e, dopo averla salutata con affetto, ha iniziato a parlare della sua infanzia spiegando di essere nata e cresciuta dentro, fuori e intorno all’arte:

Costringevo i miei amichetti e cuginetti a vedere i miei spettacoli. Mia nonna Licia è stata la prima a capire che avevo un talento. Lei creò degli spazi per farmi esibire, nella sua casa a Firenze. Io poi continuai anche negli anni a venire: recitavo per i miei compagnetti, a scuola e al liceo mi cimentai in Jesus Christ Superstar.

Dalla recitazione, il balzo è facile alla madre della Ricci: Elena Ricci Poretto, prima scenografa italiana, venuta a mancare nel 2018. Il loro è stato un rapporto segnato dalla durezza della donna, che era rigida e severa ma che è riuscita a trasferirle rigore e passione alla figlia. Due doti che mette tutt’ora nei suoi lavori e nei suoi impegni giornalieri.

Un altro momento particolarmente intenso è quello in cui la Ricci ha parlato del suo rapporto con la fede, che è arrivata però molto dopo, grazie a un ruolo che ama: quello di Suor Angela in Che Dio Ci Aiuti. Nella realtà l’attrice ha incontrato davvero una suora – per altro di nome Angela – che le ha insegnato a credere ancora una volta, facendole provare cose che non aveva mai più provato: un legame con Dio, fortemente paterno.

E proprio parlando di legame paterno, Silvia Toffanin incalza chiedendo alla Ricci che rapporto abbia con i suoi padri, quello biologico, Paolo Barucchieri che non ha mai frequentato ma ha ritrovato a 30 anni e quello putativo, il regista Pino Passalacqua.

Ho riscoperto entrambi. Ho voluto tenerli vicini, ma ho anche imparato a lasciarli andare. Si deve sempre imparare a lasciare andare le persone, anche se a volte ci si incavola anche con i “piani superiori”. Ho detto a loro (e a mia madre) tutto ciò che avevo da dire, perdonandoli per il pasticcio che avevano combinato.

La Ricci ha anche sottolineato l’importanza della psicoterapia per superare quanto le è successo, dall’infanzia tormentata all’abuso da parte di un amico di famiglia:

La terapia è fondamentale, l’ho scoperta. Farla è come imparare un’altra lingua. Riguardo l’abuso, è fondamentale cercare di parlarne. Me ne sono vergognata a lungo, all’inizio lo sapeva solo Pino [Passalacqua, ndr] perché dovevo girare un film e avevo dei problemi. Ogni caso è diverso da un altro e bisogna ricordare che ci sono molte gamme di grigio.

Parlando ancora dell’abuso, avvenuto quando aveva solo 12 anni, la Ricci ha rivelato che non è mai riuscita a superare completamente:

È un nodo che non riesco a sciogliere e che non mi permette di vivere certe cose. Quando ci penso ringrazio mio marito Stefano, perché deve amarmi davvero tanto per starmi accanto. L’abuso sui minori è un omicidio del maschile e del femminile che portiamo dentro. Bisognerebbe che le pene fossero certe e che non ci fossero sconti.

L’intervista, infine, si chiude con un piccolo riassunto degli impegni dell’attrice e con un momento di tenerezza verso i suoi figli. Per questo motivo, per l’emozione regalata al pubblico, la bella attrice viene invitata da una commossa Toffanin a tornare la settimana prossima: chissà dunque che non ci riservi ancora delle sorprese.