Tiziano Ferro, il suo discorso a Sanremo 2020 è un inno all’amore

Monologo forte, quello di Tiziano Ferro: le sue parole colpiscono i cuori. E affondano le intolleranze

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Redazione

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Non sono solo canzonette, e questo lo avevamo capito fin dall’inizio: il Festival di Sanremo 2020 ha visto alternarsi moltissimi momenti di riflessione. L’ultima puntata non è stata da meno, anzi: a impegnarsi in un breve ma intensissimo monologo è stato Tiziano Ferro, che ci ha messo anima, cuore e corpo.

Obiettivo di Tiziano era quello di portare il pubblico a riflettere sull’amore, sui sentimenti e soprattutto sulla tolleranza. Punto di partenza è stato l’imminente compleanno: il 21 febbraio, infatti, il cantante spegnerà ben 40 candeline.

Tra due settimane compio 40 anni. A 40 anni, per la prima volta, ho sognato Dio. Aveva il viso di un adolescente, e mi diceva che ho strappato a morsi la vita che volevo. A 40 anni non voglio essere una persona alterata dal male. Dove l’arroganza urla, il silenzio elegantemente afferma. A 40 anni ho imparato che non bisogna negarsi all’amore del padre e della madre, ma, né per orgoglio né per timore.

Il monologo inizia così: Ferro offre agli spettatori uno spaccato della sua esistenza, del suo passato. Non tutti sanno, infatti, che il cantante ha avuto un’adolescenza difficile. Timidissimo, veniva emarginato dai suoi compagni di classe e ebbe problemi di peso, raggiungendo i 111 chili. Questo gli ha causato dei problemi con i genitori, che “puniva” isolandoli, tenendoli lontani da lui.

Solo con il tempo e con molto impegno, Tiziano Ferro è riuscito sia a superare i suoi problemi personali che quelli con la madre e il padre. Oggi ne parla liberamente e più di una volta ha affermato di desiderare che la sua storia fosse d’esempio.

L’amore è un lavoro lento e faticoso, fatto di mediazione e di pazienza. Basta ascoltare. A 40 anni so che nessuno può vedere quanto è bello l’amore, se non condividi col mondo il tuo sorriso da innamorato. Ci ho messo 40 anni, ma adesso so che il brutto tempo non esiste. È tutto un susseguirsi di stagioni. Solo questione di ripararsi o di scoprirsi al momento giusto. A 40 anni guardo il mondo attraverso il filtro delle mie cicatrici. E grazie a loro curo le ferite che arriveranno.

Così prosegue il monologo: un inno alla resistenza, un susseguirsi di inviti a vedere il bello della situazione e a non nascondersi, anche quando la situazione sembra drammatica. Perché saranno proprio quelle ferite che hanno segnato così profondamente l’anima a tornare “utili”, insegnando non solo come aggirare gli ostacoli, ma anche come evitare di trovarli sulla strada.

Infine, il cantante si sposta su un tema che lo riguarda da vicino: quello della tolleranza. La sua personale stoccata all’omofobia è semplice come una carezza, semplice come il suo amore per il marito Victor Allen, ma ha un impatto profondo e articolato.

Ho 40 anni e voglio dire al mondo che nessuno dovrebbe mai decidere di vivere soffrendo. E nessuno dovrebbe mai voler morire. Perché subire non è una disgrazia, è una scelta. E la felicità non è un privilegio, è un diritto. A 40 anni penso proprio che non ci sia bisogno di raccontare da che parte sto. La mia storia si scrive da sé. Maniacalmente innamorato delle persone, tutte. Estremista da sempre dalla parte dei deboli.

Dopo la conclusione, Tiziano ha sorriso ed è tornato a cantare. Del monologo rimarrà l’impronta, ma non solo: il cantante ha voluto condividerlo sul suo canale Instagram, regalandolo anche ai suoi follower.