Chiara Ferragni respinta da DiCaprio: “Volevo un autografo”

Chiara Ferragni conquista Venezia e svela un retroscena sull'incontro con Leonardo DiCaprio

Chiara Ferragni respinta da Leonardo DiCaprio dopo avergli chiesto un autografo.

Sembra impossibile, ma è accaduto davvero e a raccontarlo è stata proprio la stessa fashion blogger. La Ferragni è approdata a Venezia per presentare il documentario Chiara Unposted che racconta la sua vita, dagli esordi al successo su Instagram, passando per il privato con Fedez e il piccolo Leone. Un racconto senza filtri che ha emozionato non solo i fan, ma anche la stessa influencer che qualche giorno fa aveva mostrato le sue lacrime dopo la visione in anteprima del film.

Chiara, accompagnata da Fedez e da tutta la famiglia Ferragni, ha calcato il red carpet della Mostra del Cinema di Venezia. Tutti i flash dei fotografi sono stati per lei e il pubblico l’ha accolta come una star. Nonostante il grande successo però la 32enne sogna ancora qualcosa: fare un selfie con Leonardo DiCaprio.

Era il 2013 quando, arrivata al Festival di Cannes e già famosa, tentò di chiedere un autografo al divo di Hollywood e di fare una foto con lui. Venne però respinta come una fan qualsiasi.

“Adoro Leonardo DiCaprio – ha confessato all’Ansa -, sono stata una sua fan e lo sono ancora, lo seguo dai tempi di Titanic e, quando a Cannes nel 2013 mi sono ritrovata al galà amfAR vicino a lui, mi sono lanciata per farmi fare un autografo, ma mi hanno respinto”.

Da allora molte cose sono cambiate. Chiara è diventata mamma del piccolo Leone, ha sposato Fedez e oggi è una delle imprenditrici digitali più famose e potenti al mondo. Un successo raccontato nel documentario presentato alla Mostra del Cinema di Venezia.

“Ho iniziato mossa dall’istinto – ha raccontato la fashion blogger -, mi piaceva condividere le mie cose, mi dava veramente gioia, forse perché non avevo un vero gruppo di amici, invece entrare a far parte di una community su internet è facile. Sentivo comunque che quello che stavo facendo aveva un potenziale ma non sapevo dove mi avrebbe portata, se sarebbe diventato un lavoro. Tutt’ora il mio lavoro è diverso ogni giorno perché non è un lavoro codificato”.