Rapporti sessuali, il corpo ti dice quando ne hai bisogno: i segnali da ascoltare

L’astinenza è un periodo più o meno prolungato durante il quale non si pratica l’attività sessuale. Può essere volontaria o forzata. Il corpo e soprattutto la mente possono rispondere e lanciare segnali

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Alfonsa Sabatino

Lifestyle e Sex editor

Da anni ricopre la professione di giornalista pubblicista e ufficio stampa, come freelancer. Di recente, sta esplorando il mondo dei podcast, per dare nuova forma ai suoi approfondimenti. Per DiLei si occupa di sessualità, benessere e lifestyle.

Praticare sesso regolarmente porta immensi benefici. Ce lo dicono gli ormoni che vengono prodotti, una pelle rigenerata e bella, lo stato di benessere e relax che ci culla per giorni. E per chi, volontariamente o perché costretta, non lo pratica? Come reagisce il corpo? Lo abbiamo chiesto alla dott.ssa Azzurra Carrozzo, psicologa e sessuologa a Lecce.

Quando si parla di astinenza

“Per astinenza si intende un periodo più o meno prolungato nel tempo durante il quale non si svolge alcuna attività sessuale”, ci spiega la sessuologa. “Altrimenti l’astinenza può essere relativa ad alcune pratiche sessuali specifiche, come ad esempio astinenza dai rapporti penetrativi ma non dalla masturbazione”. Non esiste un periodo prestabilito senza sesso per potersi definire astinenza, “perché, come il digiuno dal cibo, può essere astinenza di un giorno, di una settimana, di un mese o anche più lungo”.

La motivazione fa la differenza

A prescindere da cosa ci si astenga esattamente, la vera differenza la fa la motivazione. “Possiamo parlare di astinenza da sesso per scelta e consapevole oppure per condizione esterna o forzata. Nel primo caso decido liberamente di astenermi da qualsiasi attività sessuale per motivi che possono essere di natura morale, religiosa, per un periodo di lontananza fisica dal partner o di conflitto coniugale. Nel secondo caso sono costretta a non praticare sesso, che sia per un intervento chirurgico medico (di lei o di lui) che non permette di avere rapporti o perché non ho un partner fisso o occasionale. È evidente allora che le cause e motivazioni possano determinare il modo in cui si vive e percepisce l’astinenza: un conto è sceglierla liberamente e una cosa è esserne costrette”.

Il corpo ha bisogno di sesso?

“La mia risposta è Ni”, afferma Azzurra Carrozzo. “La sessualità, sia maschile che femminile, risente positivamente di un’attività costante. Praticare il sesso regolarmente, che sia di coppia o occasionale, e provare piacere con la masturbazione portano grandi benefici sull’assetto ormonale, sul funzionamento fisiologico dell’organismo, sul benessere globale anche a livello psicologico. È anche vero però che chi vive periodi di astinenza non subisce crolli evidenti, danni o conseguenze negative a livello fisico”. Per questo non possiamo affermare che il sesso sia necessario e imprescindibile.

Gli effetti positivi del sesso

“Il sesso produce un effetto positivo sull’organismo: rafforza il sistema immunitario; aumenta la capacità di sopportare il dolore, come quello mestruale, per il lavoro genitale pelvico e per la produzione di endorfine e ossitocina; migliora l’ossigenazione e quindi il funzionamento dei genitali a eccitarsi e lubrificarsi. Meno sesso allora può significare muscoli meno allenati, una percezione più acuta del dolore o una produzione di meno estrogeni e quindi più secchezza vaginale. Pare che praticare sesso regolarmente, circa 21 volte al mese, protegga lui dal tumore alla prostata: questo però non significa che non praticarlo aumenti le possibilità di ammalarsi. Insomma, a mio vedere sono più gli effetti positivi del praticarlo che non quelli negativi dell’astinenza”.

Il movimento per l’astinenza (di lui)

Esiste in rete da qualche anno ormai il movimento NoFap che pubblicizza e promuove l’astinenza sessuale, la masturbazione e più in generale l’eiaculazione maschile. La community è nata dall’esperienza personale del fondatore, Alexander Rhodes, che, incuriosito dalla lettura di una ricerca sui benefici dell’astinenza sull’incremento del livello di testosterone, decise di mettersi alla prova. A quanto pare Alexander, dopo un periodo senza autoerotismo, notò diversi benefici sulla salute e sul proprio benessere in generale. Decise di confrontarsi con altri uomini e così nacque la Rivoluzione NoFap. “In realtà, la teoria secondo cui non eiaculare faccia bene al testosterone e allo sperma non ha basi scientifiche”, commenta Carrozzo. “Anzi, alcune ricerche più recenti dicono che praticare attività sessuale regolarmente aumenti i livelli di testosterone nel corpo e migliori la qualità dello sperma”. I benefici della sperimentazione NoFap sono  importanti in casi di dipendenza e comportamenti compulsivi, sugli effetti neurologici di un consumo eccessivo di porno o nella rivalutazione delle relazioni affettive e di contatto.

Corpo o mente

Dato per buono che il corpo può sopportare un periodo di astinenza sessuale, come si comporta invece la mente? “A me piace sempre fare il paragone tra sessualità e alimentazione. Il digiuno da cibo, se prolungato, può portare a danni irreversibili alla vita; la stessa cosa non vale dal digiuno da sesso. Il corpo ha bisogno di cibo, ma non di godere”. Chiaro però che la testa intraprende grandi viaggi, che sia il desiderio di cioccolato o di un orgasmo. “Non è tanto il corpo che manifesta segnali per esprimere la necessità di sesso, ma piuttosto la mente”, conferma la sessuologa. “Immaginiamo una persona che fa voto di astinenza, uomo o donna è indifferente. Non succede nulla o quasi a livello fisico, ma gli effetti negativi si potrebbero sentire a livello mentale”.

I viaggi del pensiero

Si, l’astinenza si può sentire forte e chiara a livello di pensiero, più che nei genitali. “Chi non pratica sesso, volontariamente o per condizioni esterne, potrebbe percepire un aumento delle fantasie sessuali giornaliere, dei sogni erotici, degli orgasmi notturni involontari. Nei periodi di astinenza sessuale ci si può sentire più attratte dalle persone e sentire stimoli sessuali intorno a noi con più facilità e frequenza rispetto a come li vedremmo se fossimo appagate quotidianamente”. Parlare di mancanza di piacere però è un po’ sminuente. “Mentalmente, non è tanto l’orgasmo o la penetrazione a mancare. È più il bisogno di contatto, di vicinanza intima con un’altra persona, di relazioni di cura, sostegno o affiliazione, di calore umano. L’orgasmo si può raggiungere e soddisfare con la masturbazione; la relazione affettiva no”.

Impossibilità e rabbia

Poi c’è sempre quella piccola grande differenza che cambia le carte in tavola. “Se l’astinenza è costretta da un conflitto di coppia, dalla lontananza fisica, dalla mancanza di un partner, allora il disagio psicologico può aumentare”. Cresce la conflittualità, la rabbia, l’ansia o la depressione, e tutti quegli stati mentali legati al giudizio, alla colpevolezza e responsabilità o all’autocritica rispetto alla situazione che viviamo. “La reazione della mente cambia a seconda della consapevolezza della scelta. Se non pratico sesso per una scelta libera e determinata può essere che il corpo smetta di produrre quelle sostanze e quegli ormoni androgeni che sono alla base del desiderio: mi astengo dal sesso e non sento il desiderio di praticarlo. Al contrario, in situazioni in cui non siamo noi a determinare volontariamente la pausa dal piacere, può succedere che il desiderio aumenti, per cui si va in conflitto, a livello di mente e con ripercussioni sul corpo e sulla socialità”.