Come riaccendere il desiderio e ritrovare l’intimità in coppia

Quando si sta insieme da tanto tempo la passione può affievolirsi, soprattutto se si diventa genitori. Ecco perché è importante nutrire l’intimità ogni giorno.

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Veronica Colella

Sex Editor

Content writer con una laurea in Scienze antropologiche e un passato tra musei e archivi. Scrive di sessualità e questioni di genere da un punto di vista sex positive, con la consapevolezza che non esistono risposte semplici a psicodrammi complessi.

La routine è nemica del desiderio e nelle relazioni di lungo corso è possibile che la passione si raffreddi, in particolare se nel frattempo la famiglia si è allargata. Nel passare insieme tanti anni si diventa spesso migliori amici oltre che amanti, confidenti e coinquilini, abituati l’uno alla presenza dell’altra anche quando, di fatto, ci si incontra solo la sera. Conciliare i diversi ruoli può essere una vera sfida, così come resistere indenni agli urti della vita adulta, dallo stress al moltiplicarsi di impegni e responsabilità. E se poi nel mezzo di tanti cambiamenti si fanno strada insicurezze e incomprensioni, il calo del desiderio può diventare occasione di risentimento. Ne abbiamo parlato con il dottor Giuseppe Iannone, psicologo, psicoterapeuta e sessuologo con sede a Monza e a Milano.

Quando diventa un problema

Definire il desiderio sessuale è complicato, figuriamoci quantificarlo. Diversi studi hanno messo in discussione l’idea che si possa stabilire una soglia universale al di sotto o al di sopra della quale collocarsi, rivalutando invece l’importanza del contesto. Non solo parlare di desiderio significa addentrarsi in una questione altamente soggettiva, ma è previsto che nel corso della vita ci siano fluttuazioni. La stessa persona può attraversare periodi in cui la libido è più alta o più bassa senza che questo rappresenti per forza un problema da risolvere. Dipende in larga parte da come queste alte e basse maree vengono vissute, dalle ripercussioni che possono avere sul rapporto di coppia e dal fatto che si tratti o meno di un sintomo di altre patologie.

«Se è vero che una perdita di interesse verso il sesso può essere una spia di altri disturbi, la conseguenza di variazioni ormonali o l’effetto collaterale di medicinali o trattamenti che interferiscono con la libido, non è sempre questo il caso» chiarisce l’esperto. «Alla base di un calo del desiderio possono anche esserci dinamiche esistenziali legate alle diverse fasi della vita. Per le coppie di neogenitori, per esempio, adattarsi all’arrivo di un bambino è molto impegnativo. Una volta si poteva contare sul supporto della famiglia allargata, ma oggi molte coppie vivono lontane dalle famiglie di origine e non hanno sempre la possibilità di appoggiarsi a una rete di supporto, importante a livello psicologico oltre che pratico».

Non solo mamma e papà

Gravidanza, post-partum e primo anno di vita del bambino sono momenti particolarmente critici. Lo canta anche Stromae in C’est que du bonheur, chi dice che i bambini portano solo gioia non ha mai cambiato un pannolino o ti prende in giro. «I neonati richiedono l’attenzione esclusiva degli adulti e in questo periodo è facile che il sesso diventi un optional. Si è molto stanchi, si dorme pochissimo e se non si ha alcun aiuto esterno si deve fare tutto da soli. Chi rimane a casa con il bambino spesso non ha stimoli, chi continua a lavorare si sente addosso il doppio della pressione» prosegue il dottor Iannone. «Quando ci si sente sopraffatti il desiderio cala, ma non sempre l’altra persona è in grado di capirlo. Potrebbe sentirsi trascurata, dando inizio a un circolo vizioso di insicurezza e recriminazione. È meglio non perdere di vista il punto di vista dell’altro e saper mantenere un certo equilibrio nella distribuzione dei ruoli, fare lavoro di squadra. Questo al di là dell’aspetto sessuale, ma a tutto tondo. E anche oltrepassata la fase in cui il bambino non è autonomo, una dinamica che può influire sul calo di desiderio nella coppia è ritrovarsi in maniera eccessiva o esclusiva nel ruolo di genitore». Potrebbe venire a mancare quel pizzico di trasgressione che crea complicità, o magari scoprire che è cambiata la percezione dei rispettivi corpi, appiattiti su una funzione. Non è più il mio seno, ma il biberon di mio figlio. E tanti saluti al sentirsi sexy. «Ricordare di essere la metà di una coppia e non solo “la mamma di” o “il papà di” è importante, così come non farsi sensi di colpa perché non si dedicano tutte le energie ai figli. Le relazioni vanno coltivate giorno per giorno, senza mai darsi per scontati».

Dedicarsi del tempo

Vivere insieme non significa passare del tempo insieme. Se non sono i figli, a portare via tempo all’intimità di coppia può essere la carriera, o persino le proprie passioni. C’è chi inizia a passare in palestra tutto il suo tempo libero, o chi per un motivo o per l’altro è sempre attaccato al pc. E se la conversazione langue, si potrebbe scoprire che sono mesi che non ci si sfiora nemmeno. «Le fughe romantiche servono a poco, perché non bastano a compensare la mancanza di intimità nel quotidiano. Meglio trovare ogni giorno del tempo per la coppia, da dedicare solo l’uno all’altra senza distrazioni. Deve però essere del tempo di qualità, non ritagliato tra mille impegni o riservato a quei dieci minuti prima di mettersi a letto, quando si è più stanchi» consiglia l’esperto. «Per mantenere una connessione non è necessario arrivare al rapporto vero e proprio, ci si può anche fermare ai preliminari. Quello che conta è assicurarsi di non trascurare la relazione perché troppo assorbiti da altri impegni o dai propri hobby».

Cercare un punto di incontro

Un altro aspetto da tenere a mente è che non sempre il desiderio nasce spontaneo. A volte è responsivo, ovvero nasce dal contesto. «Il desiderio è come la fame, ci sono periodi in cui se ne ha di più e altri in cui se ne ha meno. Ma l’appetito può anche venire mangiando. Bisogna essere abbastanza intelligenti dal punto di vista emotivo da capire che il desiderio dell’altro non è secondario. Dimostrare di non voler rinunciare del tutto all’intimità, anche se non si ha tutta questa voglia di saltarsi addosso, permette al partner di non sentirsi respinto o ignorato. E il piacere che si prova può anche essere il riflesso del piacere dell’altro».

Gli errori da non fare quando è il partner a vivere un calo di desiderio? Chiudersi a riccio, trasformare il sesso in un terreno di scontro tra le reciproche insicurezze, correre troppo con la fantasia e inventarsi spiegazioni alternative a eventuali défaillance. «Non bisogna mettere chi ha meno desiderio sotto pressione o pretendere che faccia cose che non si sente di fare» raccomanda il sessuologo. «Un errore molto comune è pensare di non piacergli più come prima, insinuare che ci sia sotto un tradimento o creare aspettative difficili da sostenere, creando un circolo vizioso tra ansia da prestazione e timore di non essere più attraenti. Se non si riesce a trovare un punto di incontro e la situazione si protrae per molto tempo, in assenza di eventi particolari che possono giustificare un calo o un assenza di desiderio, potrebbe essere d’aiuto un consulto sessuologico di coppia. Non serve a niente spedire l’altro dal dottore come se fosse “rotto”, perché il primo passo è lavorare sulla dinamica di relazione e ricostruire il dialogo» conclude l’esperto.