Come aiutare una figlia che soffre per amore

Un padre preoccupato ha bisogno di riprendersi il ruolo genitoriale all'interno della famiglia

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Massimo Vidmar

Psicologo, Psicoterapeuta

Ho una figlia di 15 anni compiuti che si e innamorata di un ragazzo più grande di 7 anni venezuelano, storia che dura da un anno e più. Tutto è iniziato da una scuola di ballo dove lo ha conosciuto è stata complice la mamma che l’ha resa partecipe di tutto… tipo io mi accorgevo che quando arrivavano i messaggi Francesca (mia figlia) li faceva leggere alla mamma e assieme rispondevano. Mia figlia fin da piccola ha sempre avuto un rapporto morboso con la mamma tanto è vero che dormono ancora assieme nel letto matrimoniale. Tornando al dunque il ragazzo che è stato accolto in casa per circa un anno per il semplice fatto che sempre mia moglie preferiva che stessero in casa e non andassero fuori… Adesso è arrivata la delusione d’amore: mia figlia è stata lasciata perché lui dice che è gelosa e non lo lascia vivere… Lei non fa altro che piangere e urlare notte e giorno. Con la scuola non ne parliamo, mia moglie non sa che pesci prendere, io la rimprovero sempre perché Francesca era ancora un adolescente e non poteva affrontare un tale rapporto. Ieri sera l’ennesima tragedia perché le ha tolto l’amicizia da Facebook. Urla a non finire, non mangia dice che non ce la fa, lo supplica di non lasciarla ecc. Dottore, mi dica che dobbiamo fare. Oramai sono 10 giorni che non si vive in casa. Gradirei un suo consiglio perché noi non sappiamo cosa fare. Grazie anticipatamente. Un padre disperato

Caro padre,
dalla situazione che descrive mi sembra di vedere una figlia generalmente iper-protetta, da una madre amica a cui è stata affidata (o si è presa da sola) la gestione del rapporto genitore-figlio. E’ nell’ordine delle cose che un’adolescente si innamori (anche di un ragazzo più grande) e idealizzi questo amore. Quando poi lui la lascia, tutto questo castello crolla. Sua figlia ora si sente persa, anche perché, se è la madre che ha sempre deciso (apparentemente per proteggere), Francesca non ha avuto modo di sperimentare da sola gioie e dolori.

I figli andrebbero sì indirizzati, guidati, ma in questa fase adolescenziale avrebbero bisogno anche di iniziare a prendersi la responsabilità di alcune scelte, fare errori, vivere le delusioni. I genitori li sostengono, ma non si sostituiscono a loro. E soprattutto questo sostegno dovrebbe arrivare sia dal padre che dalla madre, da una coppia genitoriale unita.

Non so se lei abbia sempre tacitamente acconsentito a questo rapporto morboso madre-figlia, ma così sembra visto che ha accettato di “essere messo fuori dal suo letto matrimoniale”.

Ora, istintivamente, rimprovera sua moglie che non sa più che pesci prendere. Io ritengo che lei debba riprendere il suo posto. E’ possibile che sua figlia sia in cerca di un padre che ha delegato i suoi compiti? E’ possibile che sua figlia cerchi una madre che non sia soltanto amica?

Non conoscendo a fondo la vostra storia posso solo dirle che in genere, quando un figlio crea una situazione critica come quella che lei descrive, è possibile che nella coppia genitoriale non ci sia accordo nelle modalità educative e di intervento.

Come sempre dico: fate di questa criticità un’opportunità per comunicare di più all’interno della coppia genitoriale e per riprendere ognuno il proprio ruolo. Non sarà facile, soprattutto perché in questo momento sua figlia sta soffrendo, ma secondo me necessario.