Artrite reumatoide: cos’è, sintomi, conseguenze, soggetti a rischio

Dolore e gonfiore alle articolazioni sono alcuni dei sintomi dell’artrite reumatoide. Con l’aiuto dell’esperto, scopri che cos’è questa malattia autoimmune.

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Antonella Lobraico

Editor specializzata in Salute & Benessere

Specializzata nella comunicazione online, ha collaborato con testate giornalistiche, uffici stampa, redazioni tv, case editrici e agenzie web in progetti su Salute e Benessere.

Tra le malattie autoimmuni e infiammatorie più note c’è l’artrite reumatoide, una patologia in cui il sistema immunitario e diversi processi infiammatori attaccano tessuti sani del corpo. In questo caso, ad essere interessate sono le articolazioni (soprattutto quelle delle mani, dei polsi e delle ginocchia). L’infiammazione alle articolazioni può causare dolore, anche cronico, deformità articolare e disabilità funzionale articolare.

In questo senso, la diagnosi e il trattamento precoce dell’artrite reumatoide – come anche di altre patologie reumatiche tra cui la sclerosi sistemica o il lupus eritematoso sistemico, – sono fondamentali per intraprendere un buon programma strategico.

Solo nell’Unione Europea, questa malattia del sistema immunitario colpisce tra lo 0,5% e l’1% della popolazione.

Con il Professore Roberto Gerli, Presidente SIR (Società Italiana di Reumatologia), vediamo quali sono i sintomi e le conseguenze dell’artrite reumatoide.

Che cos’è l’artrite reumatoide

«L’artrite reumatoide è la più frequente tra le malattie reumatologiche infiammatorie croniche. È caratterizzata da una infiammazione che può colpire la grande maggioranza delle grandi e piccole articolazioni degli arti, risparmiando invece quelle della colonna vertebrale, a parte rari interessamenti della prima articolazione cervicale. Le donne sono 3-4 volte più colpite rispetto ai maschi, in genere in una età intorno alla quinta decade di vita, benché la malattia possa interessare pressoché tutte le fasce di età», spiega il Professore.

Quali sono le differenze tra artrosi e artrite

Artrosi e artrite sono due patologie reumatiche a carico delle articolazioni che possono essere a carattere invalidante, se non vengono trattate da subito. Presentano dei sintomi simili, peculiarità che porta a volte a confonderle; tuttavia presentano alcune differenze determinanti.

Artrite

L’artrite, il cui termine significa “articolazione dolorante”, è una patologia infiammatoria che riguarda tessuti, organi, articolazioni. Il sintomo principale, ovvero il dolore, è provocato dalla presenza dell’infiammazione. Viene trattata tramite diversi approcci terapeutici tra i quali la somministrazione di farmaci e integratori alimentari, l’esercizio fisico mirato. Il dolore da “artrite” si può manifestare con dolore più o meno intenso non persistente, una sensazione di calore in prossimità delle articolazioni, un indebolimento muscolare, dolore forte quando si è inattivi. Ci sono diverse forme di artrite: oltre all’artrite reumatoide ricordiamo:

  • la gotta, causata dal consumo di droghe, alcol o dalla presenza di patologie preesistenti;
  • la fibromialgia, una patologia cronica che causa dolore nei tessuti che sono di supporto ad articolazioni e ossa;
  • il lupus sistemico eritematoso, che provoca infiammazione non solo alle articolazioni, ma anche a organi e vasi sanguigni.

Artrosi

L’artrosi, invece, costituisce una malattia reumatica a carattere degenerativo. Questo comporta un consumo lento di articolazioni come mano, dita, colonna vertebrale, ginocchia, anche, ovvero le più utilizzate nel corso degli anni. Non presenta dunque una componente infiammatoria come invece accade nel caso dell’artrite.

L’artrosi si manifesta spesso in età avanzata (generalmente dopo i 50 anni). In virtù di questo, è possibile prevenire l’artrosi agendo sulla sintomatologia, alleviandola per quanto possibile. Farmaci e trattamenti fisioterapici possono essere di aiuto, ma non rappresentano una soluzione definitiva. Diversamente, un intervento chirurgico finalizzato all’inserimento di una protesi al posto dell’articolazione danneggiata, può migliorare le condizioni di vita del paziente. Il dolore provocato dalla presenza di artrosi è caratterizzato da rigidità (specie al mattino), dolore profondo e che peggiora con i movimenti, ad esempio salendo o scendendo le scale. Tra i principali fattori di rischio dell’artrosi rientrano:

  • l’obesità;
  • il diabete;
  • precedenti lesioni traumatiche alle articolazioni;
  • deformità articolari;
  • l’uso eccessivo di una o più articolazioni, ad esempio per lavoro.

Quali sono i sintomi dell’artrite reumatoide

«L’infiammazione è caratterizzata da gonfiore dell’articolazione e forte dolore, soprattutto durante la notte. Al mattino, al risveglio, l’intensità dei sintomi sono massimi e il paziente avverte forte rigidità che dura almeno un’ora. Con il movimento, dolore e rigidità tendono a migliorare, anche se persistono per tutta la giornata. Le localizzazioni articolari, come detto, possono essere molteplici, anche se le più caratteristiche sono quelle alle dita delle mani, con difficoltà alla stretta del pugno, ed agli avampiedi, con dolore che viene avvertito inferiormente alla base delle dita, soprattutto durante la deambulazione», continua l’esperto.

Inoltre, un recente studio ha rilevato che il fumo di sigaretta e l’inquinamento ambientale possono peggiorare i sintomi dell’artrite reumatoide, in particolare dolore, gonfiore e la distruzione ossea più grave.

Quali sono le cause dell’artrite reumatoide

La presenza dell’artrite reumatoide è dovuta all’azione del sistema immunitario (di solito deputato a contrastare le infezioni) il quale innesca fenomeni infiammatori che attaccano le cellule che rivestono le articolazioni. Questo, causa appunto, i sintomi descritti sopra e con il trascorrere del tempo, ossa, cartilagine, legamenti e articolazioni stesse, possono risentirne. Non è ancora noto il motivo per cui il sistema immunitario attacca il tessuto del corpo sano, tuttavia ci sono fattori di rischio che possono aumentare la possibilità di sviluppare l’artrite reumatoide, tra cui una predisposizione genetica e il fumo, compreso quello passivo.

Quali sono le conseguenze dell’artrite reumatoide

«La persistenza dell’infiammazione cronica determina un progressivo danno delle strutture articolari con erosioni della cartilagine articolare e dei capi ossei, con creazione di deformità articolare e conseguente limitazione funzionale ed invalidità che possono essere molto rilevanti per il paziente, non solo per la vita lavorativa, ma anche per lo svolgimento delle normali attività di vita quotidiana. Fortunatamente, gli enormi progressi scientifici compiuti dal punto di vista terapeutico in questo settore, hanno radicalmente cambiato la prognosi di questa malattia, garantendo ormai alla grandissima maggioranza di questi soggetti una vita pressoché normale», continua il Professor Gerli.

Quali sono i fattori di rischio dell’artrite reumatoide

«Esiste una predisposizione allo sviluppo della malattia che può essere trasmessa geneticamente e che spiega il motivo per il quale si possono trovare più soggetti affetti da artrite reumatoide o altre malattie reumatologiche simili nella stessa famiglia. Indubbiamente, sappiamo anche che ci sono fattori ambientali che, soprattutto nei soggetti predisposti, possono favorire lo sviluppo della malattia. Tra questi, il fumo di sigaretta è uno di quelli maggiormente implicati, per cui è del tutto consigliabile astenersi dal fumare per prevenire l’insorgenza della malattia, in particolare quando si hanno parenti stretti affetti da artrite reumatoide. Inoltre, è bene smettere di fumare una volta posta la diagnosi, in quanto il fumo può ostacolare l’azione dei farmaci specifici che vengono utilizzati», conclude l’esperto.

Diagnosi dell’artrite reumatoide

L’artrite reumatoide viene diagnosticata a seguito di un esame fisico dove lo specialista ascolta la storia clinica del paziente ed esamina i sintomi accusati. Possono poi seguire ulteriori esami di approfondimento. In presenza della sintomatologia elencata sopra, il consiglio è di parlarne quanto prima con il medico, così da poter intraprendere presto un percorso personalizzato con trattamenti volti a controllare e ridurre l’infiammazione. In questo modo, si potranno anche contenere le possibili conseguenze derivanti dall’infiammazione cronica alle articolazioni e tenere sotto controllo il dolore per svolgere al meglio le attività di tutti i giorni.

La diagnosi di questa malattia può essere più difficile quando si trova nelle sue prime fasi di sviluppo.

Quali sono i trattamenti dell’artrite reumatoide

Le cure per questa patologia, ad oggi, non prevedono una risoluzione definitiva. Tuttavia, possono essere intraprese diverse terapie per migliorare lo stile di vita del soggetto. Si agisce infatti sulla sintomatologia per alleviare il dolore e la disabilità che l’artrite reumatoide può comportare, così da consentire al paziente di svolgere le attività quotidiane in modo autonomo. Le misure intraprese agiscono su più fronti e comprendono:

  • l’assunzione di farmaci, finalizzata a ridurre i sintomi poiché si tratta di una patologia a carattere cronico. La tipologia di farmaci viene valutata dallo specialista considerando non solo le condizioni di salute del paziente, ma anche la gravità dell’artrite (ad esempio moderata o grave). Negli ultimi decenni sono stati introdotti nuovi medicinali che hanno portato a una riduzione dell’invalidità causata da questa patologia, come i farmaci biologici o terapie che riescono a controllare, con successo e in buona parte dei casi, la malattia infiammatoria;
  • seguire una dieta bilanciata, che preveda un limitato consumo di alimenti calorici e di quelli ricchi di grassi e zuccheri. Questo perché prendere peso può portare a sviluppare condizioni come sovrappeso e obesità, che non farebbero altro che alimentare l’artrite reumatoide. In questo senso, la dieta mediterranea costituisce un modello alimentare equilibrato e potenzialmente anti-infiammatorio, da seguire in presenza di patologie reumatologiche. Tra l’altro, molti di questi pazienti sono spesso affetti da ipertensione, diabete, insufficienza renale cronica: la dieta mediterranea fornisce uno schema alimentare ideale perchè promuove il consumo di cereali, frutta e verdura di stagione, pesce azzurro, olio evo, carne (specie quella bianca), prodotti lattiero-caseari;
  • mantenersi attivi, per quanto possibile. La sintomatologia dolorosa può portare a una tendenza al riposo eccessivo e alla sedentarietà, un fattore che con il trascorrere del tempo, contribuisce a un peggioramento della malattia stessa;
  • impiegare strumenti di appoggio, che possano facilitare il movimento, evitando possibili cadute nell’ambiente casalingo (ad esempio nella doccia);
  • optare per la terapia del freddo. Sull’articolazione interessata si applicano impacchi freddi seguiti da un massaggio con ghiaccio, per ridurre la sensibilità dei nervi.
  • optare per la terapia del caldo, per aumentare il flusso del sangue così da tollerare meglio il dolore.

In conclusione, l’artrite reumatoide rientra tra le numerose malattie reumatiche che in alcuni casi può avere un impatto importante sulla quotidianità. Riconoscere i sintomi e ricevere una diagnosi precoce permette di intervenire con terapie adeguate, evitando che la situazione peggiori fino a provocare uno stato di disabilità.

 

Fonti bibliografiche: