Mal di schiena: quali esami sono consigliati

Azioni ripetute, movimenti improvvisi, postura scorretta, sono alcune delle possibili cause del mal di schiena. Con l’aiuto dell’esperta vediamo quando è bene preoccuparsi e quali esami eseguire

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Antonella Lobraico

Editor specializzata in Salute & Benessere

Specializzata nella comunicazione online, ha collaborato con testate giornalistiche, uffici stampa, redazioni tv, case editrici e agenzie web in progetti su Salute e Benessere.

Quando arriva non passa di certo inosservato: è il mal di schiena, un disturbo che può colpire chiunque e a qualsiasi età, dunque bambini, adulti ed anziani. Lo sviluppo del mal di schiena può anche essere favorito da:

  • una scarsa attività fisica;
  • sovrappeso.

È molto frequente e si manifesta principalmente con dolori muscolari e articolari in diverse aree della schiena. Anche in virtù di queste caratteristiche, la Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia (SIOT) in collaborazione con le Società Superspecialistiche da essa affiliate, ha stabilito delle linee guida per la prevenzione del mal di schiena e per stabilire le corrette procedure per la diagnosi e la cura, in continuo aggiornamento.

Dunque, quando il mal di schiena dovrebbe iniziare a preoccuparci e quali esami è bene eseguire? Ne abbiamo parlato con la Dottoressa Laura Scaramuzzo, Ortopedica, Specialista in Chirurgia Vertebrale.

 Che cos’è

«Il mal di schiena è un dolore di carattere muscolo-scheletrico piuttosto comune che, considerata la genericità del termine “schiena”, può interessare diverse aree del dorso: dalla zona lombare, che si trova immediatamente al di sopra dei glutei, fino alla base della testa», spiega l’esperta.

Cause

«Nella maggior parte dei casi il mal di schiena è legato a un’infiammazione muscolare: i muscoli, a seguito di uno sforzo o di una posizione sbagliata, si infiammano e danno dolore. Il più delle volte si tratta di un dolore sordo e costante, avvertito nella parte bassa della schiena e che si accentua nei cambi di posizione o ai movimenti bruschi. Il dolore alla schiena compare quando i meccanismi che il nostro corpo ha messo in atto per farci stare bene, vengono meno. In ogni caso, ciò che accade è che il nostro organismo non è più in grado di auto difendersi e quindi scatena la sensazione di dolore, che rappresenta – è bene non dimenticarlo – un estremo meccanismo di difesa del nostro corpo.

Il disturbo compare senza una chiara distinzione di età, quindi sia negli adolescenti che in età adulta, anche se nella popolazione più anziana – per diverse cause – è leggermente più frequente. Se si riesce a risalire al movimento o alla causa che ha potuto creare il disturbo, se lo stesso rimane un episodio isolato e non dura molto a lungo, non ci deve destare particolare preoccupazione. Quando invece il problema diventa più grave, occorre ricorrere allo specialista», continua la dottoressa.

Quando preoccuparsi

«Il dolore alla schiena ci deve preoccupare quando perdura nel tempo, magari per molti giorni. Questo, anche nel caso di un singolo episodio, specie se non riusciamo a ricostruirne il fattore scatenante.

Ipotizziamo di aver assunto un antinfiammatorio prescritto dal medico di medicina generale, di aver osservato assoluto riposo e di aver seguito tutte le indicazioni che ci sono state date. Quel dolore avvertito magari si attenua un po’, ma rimane sempre presente in sottofondo e se facciamo qualcosa di diverso dal riposo, tende ad aumentare. Ebbene, questo è un sintomo da non sottovalutare, a maggior ragione se gli episodi iniziano a diventare più frequenti nel tempo. Che cosa vuol dire? Che io, magari, ho un primo episodio di mal di schiena che mi passa con la terapia anti-infiammatoria. Ma dopo 2-3 settimane inizio ad avvertire i sintomi di un nuovo episodio che, magari, ci mette più tempo a passare e così via.

Altro elemento di preoccupazione deve essere quando il dolore non rimane più confinato solo nella zona della schiena, ma tende ad estendersi lungo la gamba. Occorre prestare attenzione se, in presenza di mal di schiena, si avvertono piccole scosse lungo la gamba o dei formicolii che possono essere riconosciuti anche come delle sensazioni alterate quando infiliamo le calze o quando poggiamo il piede a terra.

Se il dolore si estende a una gamba o ad entrambe, vuol dire che sono coinvolti anche i nervi, e che magari ci può essere alla base un’ernia del disco (più frequente soprattutto nelle persone giovani), oppure una stenosi lombare (ovvero un restringimento proprio della zona dove passano le radici nervose) o altre patologie», specifica la dottoressa Scaramuzzo.

Quando fare accertamenti

«Quando gli episodi diventano frequenti e quando aumentano d’intensità nel tempo, vale la pena fare delle indagini perché effettivamente non siamo più nell’ambito di un’infiammazione del muscolo (che è quella che compare comunemente a tutti o che tutti abbiamo provato almeno una volta nella vita), ma probabilmente potrebbe esserci qualcosa da indagare a livello di dischi intervertebrali o delle articolazioni che possono aver subìto qualche risentimento.

Quello più comune, è un risentimento degenerativo, il classico consumo. Un po’ come avviene per le ginocchia o per le anche, anche le articolazioni della colonna con il passare del tempo, tendono ad usurarsi: magari perché si svolge un lavoro pesante che richiede di sollevare pesi oppure perché si resta molto tempo in piedi. Queste (e molte altre) possono essere le cause che portano sia i dischi intervertebrali che le articolazioni a consumarsi un po’ prima del tempo e quando questo accade, il mal di schiena diventa non solo più forte, ma soprattutto più frequente. In questi casi bisogna sentire lo specialista, fare degli accertamenti e andare a indagare la causa che ha provocato il mal di schiena».

 Esami consigliati

 «Il primo esame da fare, prima di recarsi dallo specialista, è generalmente una radiografia della colonna. Si tratta di un esame molto semplice che si può eseguire sia negli ospedali che negli studi diagnostici e che ci permette di vedere innanzitutto l’osso. Permette di escludere i problemi principali come una frattura vertebrale, oppure se ci sono delle alterazioni ossee della colonna come può essere la spondilolistesi (che è lo scivolamento di una vertebra ed è una delle cause di mal di schiena più frequente negli adolescenti).

Quando invece, assieme a un mal di schiena che va avanti da diverse settimane, si registra qualche irradiazione dolorosa sui glutei o sulle gambe, è preferibile associare a una radiografia, anche una risonanza magnetica perché in questo modo è possibile osservare anche le strutture molli, come i nervi, e verificare se ci sia un’ernia o un restringimento del canale o un disco consumato o infiammato, che possono essere una causa di mal di schiena specifico.

Una volta che vengono effettuati questi due esami, è molto più semplice fare una diagnosi, quindi vedere se c’è un problema effettivo alla colonna, legato a un’alterazione della stessa come può essere, ad esempio, una scoliosi o altre patologie che molto spesso il paziente porta con sé da diversi anni e che, a un certo punto, iniziano a dar dolore perché la colonna non riesce più a compensare le alterazioni della postura», conclude la dottoressa.

In generale quindi, il mal di schiena può essere scatenato da diversi fattori. Se il dolore non persiste e resta un caso isolato, non è necessario allarmarsi. Diversamente, è bene indagare a fondo svolgendo i dovuti accertamenti ed esami.