Gastroenterite: sintomi, cause e cura

La gastroenterite è un’infezione dello stomaco e dell’intestino che si trasmette facilmente. L’esperto spiega come riconoscerla e curarla in modo corretto

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Antonella Lobraico

Editor specializzata in Salute & Benessere

Specializzata nella comunicazione online, ha collaborato con testate giornalistiche, uffici stampa, redazioni tv, case editrici e agenzie web in progetti su Salute e Benessere.

Ogni giorno entriamo in contatto con altre persone, ma anche con utensili che condividiamo con conoscenti o perfetti sconosciuti. I bambini poi, amano esplorare, e specie nei primi anni di vita, non è insolito vederli portare alla bocca tutti gli oggetti che trovano sotto mano. Il rischio però è di contrarre con più facilità delle infezioni, causate dai microrganismi presenti su superfici e alimenti. Le infezioni a carico del tratto gastrointestinale, come ad esempio le gastroenteriti, possono essere piuttosto fastidiose e spiacevoli per via della sintomatologia, che comprende nausea, vomito, diarrea. Si manifestano con frequenza e possono riguardare sia adulti che bambini, seppur l’incidenza risulta essere maggiore in questi ultimi.

La comparsa di una gastroenterite è dovuta all’azione di virus o batteri, a seconda del caso, e in virtù delle possibili conseguenze di questa infezione, prime fra tutte la disidratazione, è bene trattarla seguendo una terapia idonea.

È facile contrarre una gastroenterite, per via della sua alta contagiosità. Ci sono però alcune misure preventive che è possibile mettere in pratica, specie quando si viaggia e non si ha certezza della provenienza di alimenti e acqua, i quali potrebbero essere contaminati.

Il Dottor Salvatore Fabio Rizzi, Gastroenterologo, Esperto in Malattie dell’Apparato Digerente, Ecografia dell’addome, Gastroscopia, Colonscopia, spiega quali sono le cause, i sintomi e i trattamenti da seguire in caso di gastroenterite.

Che cos’è la gastroenterite

«La gastroenterite è un’infiammazione dello stomaco e dell’intestino che nella maggior parte dei casi è causata da virus o ceppi di batteri patogeni. I virus più frequentemente coinvolti sono Rotavirus e Norovirus, mentre tra i batteri troviamo Escherichia Coli, Salmonella e Shigella».

Nello specifico, il Norovirus rappresenta una comune causa di gastroenterite tra adulti e bambini, mentre il Rotoravirus costituisce la causa più frequente per lo sviluppo di gastroenteriti gravi nei bambini con meno di 5 anni.

Tipi di gastroenterite

Le gastroenteriti sono infezioni che possono essere causate da differenti patogeni. Tra quelle che possono svilupparsi per via alimentare rientrano:

  • la campilobatteriosi, legata al consumo di latte non pastorizzato e pollame;
  • la salmonellosi, provocata dall’ingerimento di uova o prodotti contenenti uova crude, come anche da carni poco cotte;
  • il colera, associato al consumo di frutti di mare poco cotto o crudi;
  • l’escherichia coli enteroemorragico, che può manifestarsi per il consumo di germogli.

Quali sono i sintomi della gastroenterite

«La gastroenterite si manifesta tipicamente con vomito, diarrea e dolori addominali. Spesso a tali sintomi si associano (in misura variabile):

  • nausea;
  • distensione addominale;
  • riduzione dell’appetito;
  • debolezza;
  • malessere generale».

In genere, l’infezione si manifesta in modo improvviso. In caso di febbre oltre i 38 gradi, vertigini, diarrea associata a perdite ematiche, o altri sintomi che perdurano da diversi giorni, è bene consultare il prima possibile il proprio medico.

Quali sono le cause della gastroenterite

La gastroenterite di natura virale è più frequente rispetto a quella batterica. L’Escherichia Coli può provocare, ad esempio, quella che viene definita come “la diarrea del viaggiatore”; la salmonella invece, può causare la salmonellosi ed è associata all’ingestione di uova o anche prodotti che le contengono crude.

Diagnosi della gastroenterite

Trattandosi di un’infezione comune e di risoluzione spontanea, non sempre i pazienti si rivolgono al medico per una diagnosi approfondita. Tuttavia, è sempre consigliabile farlo, soprattutto se i sintomi perdurano e sono di grave entità, così da svolgere un’indagine approfondita.

Il medico di base, ascolterà dapprima la storia del paziente, in particolare se ha consumato alimenti sospetti (frutti di mare crudi, carne non cotta) nei giorni e nelle ore precedenti, se ha visitato Paesi con condizioni igieniche scarse, se è a conoscenza di altre persone con cui ha trascorso del tempo e che presentano gli stessi sintomi. Seguirà un esame fisico per la valutazione dei sintomi tra cui:

  • segni importanti di disidratazione. Nei bambini appena nati possono rivelarsi con: pannolino asciutto per oltre tre ore, la fontanella presente sul capo più infossata del solito;
  • occhi infossati;
  • pressione bassa del sangue;
  • battito del cuore alto, ovvero superiore a 90/min.

Se la diarrea persiste da diverso tempo, il medico potrà richiedere la coprocoltura, cioè l’esame colturale delle feci e un esame parassitologico delle feci su più campioni per individuare il patogeno responsabile.

La gastroenterite è contagiosa?

Le gastroenteriti possono essere contratte in diversi modi:

  • per aver ingerito cibi o acqua contaminata;
  • per aver portato accidentalmente le mani sporche in bocca;
  • per essere entrati in contatto con persone affette da gastroenterite;
  • per aver consumato alimenti poco cotti;
  • per essere entrati in contatto con soggetti affetti da gastroenterite.

Dunque, l’infezione è contagiosa e si trasmette con facilità, ma certamente può essere prevenuta seguendo alcuni accorgimenti. Un soggetto con gastroenterite può essere contagioso dal momento della manifestazione dei sintomi fino a circa 48 ore dopo la loro scomparsa.

Quanto dura la gastroenterite?

«I sintomi della gastroenterite generalmente terminano dopo qualche giorno. Se i sintomi persistono per più di 5-7 giorni bisogna contattare il medico in quanto potrebbero esserci infezioni gravi che necessitano di una terapia specifica; oppure è possibile che i sintomi siano dovuti a malattie più serie (come, ad esempio, a malattie infiammatorie croniche intestinali)».

Cosa mangiare in caso di gastroenterite?

«La cosa più importante è bere tanta acqua, in quanto vomito e diarrea causano la perdita di notevoli quantità di liquidi, che vanno reintegrati. Meglio seguire una dieta leggera, preferendo i cibi solidi come pane, riso, carne bianca e patate lesse. Tali accorgimenti vanno seguiti per tutta la durata della gastroenterite e, possibilmente, anche per 2 o 3 giorni dopo la risoluzione dei sintomi, fino a ritornare gradualmente alla normale alimentazione».

Da evitare, sono invece alimenti ricchi di grassi, difficili da digerire, oltre a latticini, alcolici, bevande contenenti caffeina, succhi di frutta confezionati che potrebbero peggiorare la diarrea.

Quali sono i trattamenti della gastroenterite

«In caso di vomito, è consigliato l’utilizzo di farmaci antiemetici. Per la diarrea e i restanti sintomi invece, è utile assumere probiotici (i cosiddetti fermenti lattici), che aiutano a ristabilire la corretta flora batterica intestinale e ad eliminare più velocemente la causa dell’infezione. A seconda dei probiotici utilizzati, la terapia va proseguita per almeno una settimana dopo la risoluzione della diarrea. I farmaci antiemetici, invece, si possono sospendere subito dopo la scomparsa del vomito».

In presenza invece di forti segnali di disidratazione, è bene intervenire il prima possibile reintegrando i liquidi bevendo in abbondanza e assumendo soluzioni reidratanti sotto consiglio del proprio medico. Se le condizioni del soggetto sono più gravi, diventa indispensabile un intervento ospedaliero per somministrare soluzioni reidratanti via endovena.

Il medico inoltre, potrebbe prendere in considerazione la possibilità di prescrivere degli antibiotici in alcuni specifici casi, ad esempio se la gastroenterite ha colpito un soggetto a rischio, come quelli con un sistema immunitario basso, gli anziani e i bambini. È bene però ricordare che gli antibiotici non devono essere impiegati, qualora sia un virus il responsabile dell’infezione.

Quali sono le complicazioni della gastroenterite

In genere, le gastroenteriti, specie nei paesi industrializzati si risolvono in autonomia nel giro di alcuni giorni. Non portano quasi mai a complicazioni importanti: tra le principali c’è però la disidratazione che potrebbe verificarsi soprattutto nei soggetti deboli e nei bambini. Solo in alcuni rari casi potrebbero verificarsi delle complicanze di maggiore rilievo come:

  • la sindrome di Guillain-Barrè
  • la sindrome emolitico-uremica.

Come prevenire la gastroenterite

Pur essendo delle infezioni comuni e altamente contagiose, le gastroenteriti possono essere tenute a bada seguendo sane abitudini comportamentali. Ecco le principali:

  • cuocere bene i cibi prima di consumarli;
  • lavarsi le mani prima di iniziare a mangiare o comunque, farlo più volte al giorno soprattutto se si è entrati in contatto con superfici in comune con altri;
  • conservare in modo corretto gli alimenti;
  • evitare il consumo di uova crude o di prodotti alimentari preparati con esse;
  • non mangiare cibi di cui non si conosce la provenienza;
  • non utilizzare oggetti e indumenti di altre persone;
  • bere acqua da bottiglie preconfezionate, soprattutto quando si viaggia e si sospetta che l’acqua sia contaminata;
  • evitare di bere cocktail con cubetti di ghiaccio (qualora si avessero dei dubbi) perché potrebbero essere stati preparati con dell’acqua contaminata;
  • cambiare con frequenza i pannolini ai bambini;
  • evitare di nuotare se si è affetti da diarrea.

Per contenere, invece, la trasmissione delle gastroenteriti, una volta che si è ricevuta la diagnosi, è buona norma non condividere utensili, asciugamani con altri individui (compresi i familiari), disinfettare le superfici che potrebbero essere state contaminate (ad esempio i sanitari del bagno, lenzuola o capi d’abbigliamento), restare a casa a riposo per almeno le 48 ore che seguono la scomparsa della sintomatologia.

Particolare attenzione deve essere posta nei confronti dei neonati e dei soggetti con un sistema immunitario compromesso poiché hanno una maggiore predisposizione a sviluppare infezioni, come la salmonellosi.

Sono inoltre disponibili alcuni vaccini vivi attenuati contro i rotavirus, efficaci contro buona parte dei ceppi che provocano l’infezione.

Come abbiamo visto quindi, la gastroenterite normalmente si risolve nel giro di alcuni giorni. Alla comparsa dei sintomi descritti sopra, è bene sentire il medico che potrà determinare la causa esatta dell’infezione e fornire una terapia idonea.

 

Riferimenti bibliografici: