Allergia alle graminacee: sintomi e cura

A partire dal periodo primaverile cominciano a manifestarsi i primi sintomi delle allergie, in particolar modo quelle alle graminacee, che si stanno diffondendo sempre di più

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Andrea Costantino

Medico chirurgo

Medico abilitato alla professione, iscritto all'albo dei Medici e degli Odontoiatri di Siena.

“Che fretta c’era, maledetta Primavera” cantava, non troppo tempo fa, Loretta Goggi, probabilmente alludendo ad una storia di amore dalle note drammatiche; le sue parole, però, diventano inevitabilmente un urlo nella gola dei soggetti allergici alle prime fioriture della bella stagione.

L’allergia alle graminacee è una delle forme allergiche più diffuse. Si stima che il 10-15% della popolazione ne soffra ed è molto comune nei bambini. Essa costituisce una condizione tipicamente stagionale, con comparsa tra la fine del mese di aprile e possibile durata fine alla fine del mese di Giugno.

I pollini anemofili (aereotrasportati) costituiscono i principali responsabile di tale tipologia di malattia: questi sono degli allergeni, presenti ubiquitariamente nell’ambiente che, alla luce delle loro piccole dimensioni, possono essere inalati e penetrare a livello delle vie respiratorie.

Ogni pianta ha un periodo di impollinazione specifico in relazione al clima e alla regione, pur con la variabilità dovuta ai cambiamenti climatici e alle singole località.

La varietà di pollini è influenzata anche dalla regione italiana in cui si vive: non è rara poter scoprire anche in età più avanzata rispetto all’infanzia di aver manifestazioni allergiche nei confronti di alcuni inalanti, a seguito di un trasferimento in altra città dove è presente una vegetazione territoriale diversa rispetto al luogo in cui si è cresciuti e vissuti per un certo periodo. Esistono, infatti, circa 9000 specie differenti, tra cui molte piante selvatiche ed infestanti che crescono in maniera spontanea nei giardini e nei bordi delle strade.

I centri nazionali di aereobiologia o le ASL territoriali si occupano, per quanto appena detto, di redigere dei “calendari pollinici” atti a far conoscere all’utenza la concentrazione di determinati pollini allergenici in un preciso periodo dell’anno e nelle diverse regioni italiane, in quanto i tempi e l’intensità della diffusione dei pollini sono fattori molto variabili.

È importante ricordare che tali pollini sono presenti anche in alcuni alimenti, quali frumento, orzo, avena, segale, mais e riso.

Reazione allergica alle graminacee: come funziona?

Le allergie, in generale, sono dovute ad una risposta ipersensibile del sistema immunitario nei confronti di agenti esterni (gli allergeni). A seconda che l’allergene venga ingerito, respirato o entri in contatto con la cute, le manifestazioni dell’ipersensibilità possono essere variabili.

Il nostro sistema immunitario riconoscerà tali sostanze come “estranee”, inducendo nei soggetti predisposti la produzione di anticorpi specifici (immunoglobuline E – IgE). Le IgE prodotte si legano alla superficie di un certo tipo di cellule (i mastociti) presenti nelle mucose e nei tessuti epidermici dei tratti del sistema respiratorio, inducendo a loro volta il rilascio di istamina, che favorirà l’infiammazione dei tessuti interessati e sarà la responsabile della comparsa dei sintomi nei soggetti allergici a tali sostanze.

I sintomi dell’allergia alle graminacee

I sintomi sono differenti e possono comprendere:

  • lacrimazione
  • starnuti
  • prurito al naso e agli occhi
  • naso che cola
  • congestione delle mucose nasali
  • difficoltà a respirare (dispnea)
  • senso di oppressione al torace
  • diarrea
  • disturbi del sonno (che possono, a loro volta, determinare nervosismo e stanchezza)
  • complicazioni della condizione asmatica
  • rischio di shock anafilattico, una complicanza rara che può provocare un collasso cardiocircolatorio e va trattata tempestivamente.

La diagnosi dell’allergia alle graminacee

Lo specialista che si occupa di tale materia è, evidentemente, l’allergologo he, attraverso una raccolta accurata della storia clinica del paziente, indagherà la presenza di una possibile familiarità per tale condizione, le manifestazioni cliniche che la caratterizzano, oltre che, ovviamente, lo stile di vita e le abitudini del paziente.

Lo specialista indicherà i test da eseguire al fine di formulare una diagnosi corretta, i quali includono:

  • Test allergologici cutanei (Prick test), con cui si applicano piccole quantità di allergeni sull’avambraccio e si monitora l’insorgenza di manifestazioni cutanee che facciano sospettare la sensibilità alle sostanze testate;
  • Rast Test, test sierologico per la ricerca di immunogammaglobuline IgE responsabili della reazione allergica.

Prevenzione delle allergie alle graminacee

L’atteggiamento da tenere, in generale, nei confronti di una reazione allergica è quello di ridurre il più possibile il tempo di esposizione e di contatto con l’allergene responsabile del disturbo. Se questo è più semplice in caso di reazioni allergiche più specifiche, diviene più complicato nei confronti delle graminacee (seppur non impossibile!).

Risulterà fondamentale segnalare ad amici, colleghi di lavoro ed insegnanti la propria condizione, per rendere più facili eventuali cure d’emergenza. La reazione allergica ad alimenti è meno frequente, ma è bene leggere con attenzione le etichette sui prodotti alimentari per evitare il consumo di prodotti di cui è noto il potere sensibilizzante.

È opportuno considerare di evitare le gite nelle ore mattutine, soprattutto nei giorni di sole con vento e tempo secco e, nel periodo critico, preferire sport indoor invece che outdoor.

La pulizia accurata degli ambienti domestici e di lavoro sarà fondamentale per ridurre il più possibile la “contaminazione ambientale” negli spazi interni, premurandosi di avere un’attenzione mirata ad oggetti come poltrone, divani, tappeti, cuscini, letti e biancheria, condizionatori. È utile, inoltre, appena rientrati in casa, cambiare i vestiti ed effettuare lavaggi nasali, doccia, lavare viso e capelli.

Bisognerebbe mantenere un’umidità ottimale nell’ambiente in cui si vive, evitando i climi troppo secchi o troppo umidi. All’aperto è utile coprire bocca e naso se si deve passare in luoghi in cui sono presenti allergeni. È opportuno evitare assolutamente il fumo, osservare un’alimentazione equilibrata, non prendere peso in eccesso.

Trattamento delle allergie alle graminacee

Il primo trattamento consiste nell’evitare, quando possibile, l’allergene responsabile della reazione allergica. Le possibilità terapeutiche sono diversificate e comprendono:

  • Farmaci broncodilatatori e corticosteroidi, nebulizzati attraverso erogatori spray oppure assunti per via orale sotto forma di compresse.
  • Antistaminici, antagonisti dei recettori istaminici che bloccano la produzione di istamina ed alleviano la maggior parte dei sintomi, in particolare prurito, starnuti o lacrimazione, ma sono meno efficaci nei confronti della congestione nasale.
  • Decongestionanti spray.
  • Sodio cromoglicato e antileucotrienici, una classe di farmaci per uso orale che può contribuire ad alleviare rapidamente i sintomi della rinite.
  • Terapia desensibilizzante o immunoterapia specifica con estratti allergenici, trattamento di lunga durata (3-5 anni) che consente di allenare gradualmente la risposta immunitaria tipica della reazione allergica, riducendo numero e intensità degli episodi acuti.

La scelta dell’approccio terapeutico più opportuno varia caso per caso e dev’essere valutato e prescritto dal medico che prende in carico il paziente allergico.

Fonti bibliografiche: