Virus HIV e AIDS: cosa sono, sintomi, trasmissione e cura

Il virus HIV, responsabile dell’AIDS, può trasmettersi in vari modi. Con il supporto dell’esperto, scopriamo quali sono i sintomi, le cure per questa infezione

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Antonella Lobraico

Editor specializzata in Salute & Benessere

Specializzata nella comunicazione online, ha collaborato con testate giornalistiche, uffici stampa, redazioni tv, case editrici e agenzie web in progetti su Salute e Benessere.

L’infezione da HIV causa la Sindrome da Immunodeficienza Acquisita, nota come AIDS, ed è causata dall’azione di un virus.

Una volta contratta l’infezione, il soggetto può trasmettere il virus ad altre persone, anche se non sa di esserne affetto. Può infatti capitare di non avere sintomi anche per molto tempo e magari di rendersene conto solo quando si manifesta una malattia. Per scoprire se si è sieropositivi, è necessario sottoporsi al test relativo e intraprendere le cure adeguate.

Oggi, l’infezione da HIV può essere affrontata in modo diverso rispetto a quaranta anni fa. A fare la differenza sono le terapie e i farmaci che permettono ai pazienti di avere una qualità e una aspettativa di vita in linea con quelle di chi non ne è affetto.

Quello su cui (forse) bisogna ancora lavorare senza tregua è l’informazione e la sensibilizzazione, soprattutto dei più giovani, nei confronti di questa infezione, dal momento che una minore comunicazione può esporli maggiormente al rischio di contrarla.

Molto spesso, la diagnosi arriva tardi quando sono già presenti sintomi di AIDS o quando il sistema immunitario è poco efficiente e questo compromette l’efficacia delle terapie e anche l’aspettativa di vita. Senza contare, che in questo modo, il virus continua a trasmettersi di persona in persona.

Come sottolineato dalla LILA – Lega Italiana per la lotta contro l’AIDS, le informazioni di base circa l’infezione da HIV sono scarse e confuse in tutte le fasce d’età, la percezione del rischio è insufficiente e inoltre, restano problematici il ricorso al test e l’utilizzo del preservativo.

Possiamo però sostenere, grazie ai dati che vengono raccolti periodicamente, che il numero delle diagnosi continua a diminuire con il trascorrere degli anni: dal 1996, anno in cui si sono registrati ben 3,2 milioni di nuove infezioni, si è passati a 1,5 milioni nel 2021.

Nel dettaglio, secondo i dati raccolti dal Centro operativo AIDS (CoA) dell’Istituto Superiore di Sanità, nel 2021 ci sono state in Italia 1.770 nuove diagnosi di infezione da HIV. In oltre il 79% dei casi, i soggetti positivi al virus HIV sono maschi. L’età media è di 42 anni per i maschi e di 41 anni per le donne, ma l’incidenza più alta è stata riscontrata nella fascia d’età che va dai 30 ai 39 anni. L’infezione da HIV nei nuovi casi del 2021 è stata causata prevalentemente da rapporti sessuali non protetti.

Come si trasmette l’infezione da HIV e quali sono le possibili cure? Abbiamo approfondito l’argomento con il Dottor Norberto Ceserani, Medico specialista in Malattie infettive, Referente scientifico LILA.

Che cos’è l’infezione da HIV

«Si tratta di un’infezione causata da un virus, il virus dell’immunodeficienza umana, che colpisce elettivamente alcune cellule (i linfociti CD4+) che regolano il corretto funzionamento del nostro sistema immunitario. Di conseguenza, chi ne è colpito presenta un progressivo calo delle proprie difese immunitarie che determina la comparsa di gravi complicanze di tipo infettivo e metabolico», spiega il dottore.

Il responsabile dell’infezione, è un virus a RNA appartenente a una famiglia virale (quella dei retrovirus) che riesce a replicarsi in modo unico. Per mezzo di un enzima specifico, i retrovirus trasformano il loro patrimonio genetico a RNA in un doppio filamento di DNA. Quest’ultimo, una volta inseritosi nel DNA della cellula che viene infettata, dà il via alla diffusione per replicazione.

Quali sono i sintomi dell’infezione da HIV

«L’infezione, subito dopo il contatto con il virus, può essere del tutto asintomatica (o in una minoranza di casi presentarsi con sintomi aspecifici). Può rimanere tale fino a fasi relativamente avanzate, quando poi, per effetto del deficit delle difese immunitarie, compaiono i sintomi propri delle infezioni che caratterizzano la fase avanzata della malattia, denominata AIDS (Sindrome da Immunodeficienza Acquisita)», continua l’esperto.

Tra i sintomi che possono manifestarsi ci sono:

Si possono poi sviluppare infezioni e patologie a carico di differenti organi, o anche tumori.

Come si trasmette

L’infezione può essere trasmessa ad un altro individuo attraverso tre differenti canali: per via sessuale, per via ematica e per via materno-fetale.

Trasmissione per via sessuale

«Nella grande maggioranza dei casi si trasmette per via sessuale, tramite rapporti penetrativi non protetti, mentre sono da considerare a più basso rischio i rapporti orali (per chi pratica) e a rischio nullo pratiche come il bacio».

La trasmissione può avvenire tramite il contatto con sperma, sangue, secrezioni vaginali, liquido pre-eiaculatorio, tanto nei rapporti sessuali omossessuali che in quelli eterosessuali.

Trasmissione per via ematica

«È inoltre possibile una trasmissione parenterale (sangue-sangue) attraverso la condivisione di aghi/siringhe in persone che utilizzano sostanze per via endovenosa».

In passato, capitava non di rado di infettarsi a seguito di una trasfusione di sangue (che poi risultava essere infetto). Dal 1990 questa via di trasmissione è stata debellata grazie ai continui ed efficienti controlli che vengono eseguiti sul sangue. Tuttavia, la trasmissione per via ematica costituisce il principale mezzo di trasmissione del virus in coloro che assumono droghe attraverso un’iniezione. Il rischio è nello scambio di siringhe, di aghi usati o di altri strumenti impiegati per questo scopo, che possono contenere, potenzialmente, qualche residuo di sangue infetto.

Trasmissione per via materno-fetale

«C’è anche la possibilità che il virus si diffonda tramite una trasmissione verticale (dalla madre al prodotto del concepimento) durante la gravidanza, il parto o con l’allattamento», precisa il dottor Ceserani.

Una donna positiva al virus può trasmettere il virus durante la gestazione, come anche durante il parto o nella fase di allattamento con un rischio di circa il 20%. Quest’ultimo, arriva a ridursi a meno del 2% con l’assunzione della zidovudina, un medicinale antivirale che viene somministrato alla mamma nel corso della gravidanza e nel neonato nelle prime settimane della sua vita. Per ridurre il rischio di trasmissione materno-fetale, è bene che i futuri genitori si sottopongano al test per l’HIV, preferibilmente ancor prima del concepimento.

Diagnosi dell’infezione da HIV

Per confermare o meno il contagio da HIV è sufficiente sottoporsi al test dell’HIV, che consiste in un semplice prelievo ematico. Non è obbligatorio eseguirlo, ma è consigliato farlo specie se si sono adottati comportamenti a rischio, ad esempio se si sono avuti rapporti sessuali non protetti. In questo caso, è bene effettuare l’esame dopo 1-3 mesi dall’ultima esposizione al rischio.

I sintomi dell’infezione da HIV e elencati sopra potrebbero non essere evidenti anche per anni, per cui si rischia di essere positivi e di trasmettere il virus senza esserne consapevoli. Il test invece, può attestare la sieropositività anche in assenza di sintomi.

Proprio per questi motivi, viene da sé che la diagnosi precoce è davvero importante, non solo per contenere il contagio, ma anche per ricevere assistenza sanitaria fin da subito, evitando così l’insorgere di malattie e condizioni che si sviluppano a causa di un indebolimento del sistema immunitario, a sua volta provocato dall’azione del virus. Tra i patogeni che possono causare infezioni per il sistema immunitario compromesso rientrano:

Quali sono i trattamenti dell’infezione da HIV

«Oggi, la terapia dell’infezione da HIV è radicalmente cambiata. Disponiamo infatti di farmaci validi ed efficaci che hanno cronicizzato l’infezione azzerando la replicazione del virus, anche se questi farmaci non sono ancora in grado di eradicarlo. Pertanto oggi, l’aspettativa di vita delle persone con HIV non è diversa da quella della popolazione generale, come anche la loro qualità di vita, visto che le terapie attuali sono sempre più maneggevoli. Non è invece ancora disponibile un vaccino contro il virus HIV».

Anche se non ci sono ancora medicinali che possono debellare del tutto il virus, ne sono disponibili di diversi che permettono alle persone sieropositive di vivere la vita alla pari degli altri, riempiendo le giornate di progetti futuri. Si tratta degli antiretrovirali, i quali impedendo la riproduzione del virus, permette al sistema immunitario di rafforzarsi riducendo il rischio di tumori correlati a questa patologia e di infezioni.

Ricevere una diagnosi di HIV, nella maggior parte dei casi, può avere un impatto sulla propria emotività, in particolar modo nei primi tempi. Darsi del tempo per capire e per intraprendere un percorso di “convivenza” con la malattia, non è immediato, senza contare che può innescare quesiti e necessità. Parlarne con un professionista o con altre persone che stanno vivendo la stessa esperienza può essere un primo passo da compiere.

Come prevenire l’infezione da HIV

«I contraccettivi di barriera come il condom, sono un valido strumento di protezione nei confronti del virus e di altri patogeni a trasmissione sessuale. Inoltre, la stessa terapia antiretrovirale ha un ruolo preventivo in quanto è definitivamente dimostrato che una persona HIV-positiva che assume una terapia efficace (cioè la cui replicazione virale è azzerata), non è in grado di trasmettere il virus anche con rapporti non protetti. È il cosiddetto principio U=U (Undetectable=Untransmittable).

Infine bisogna ricordare la PrEP (Pre-Exposure Prophylaxis), cioè la possibilità, per una persona HIV-negativa che esercita comportamenti a rischio, di assumere sotto supervisione medica farmaci antivirali a scopo preventivo, azzerando in tale modo il rischio di contrarre il virus stesso. Una terapia antivirale efficace è anche in grado di impedire la trasmissione verticale del virus, mentre per quanto riguarda quella parenterale occorre evitare la condivisione di strumenti iniettivi», conclude l’esperto.

In conclusione quindi, l’infezione da HIV può essere prevenuta utilizzando contraccettivi come il preservativo, pensati, tra l’altro, proprio per evitare la trasmissione di infezioni per via sessuale. Ad ogni modo, resta fondamentale fare comunicazione e parlarne soprattutto con i più giovani, in modo da evitarne la trasmissione.

Fonti bibliografiche: