Valvulopatia: cause, sintomi e cura

La valvulopatia è una condizione che coinvolge un'anomalia nella funzione o nella struttura delle valvole cardiache, causando problemi di flusso sanguigno nel cuore

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Carlotta Dell'Anna Misurale

Laureanda in Medicina e Chirurgia

Studentessa di Medicina appassionata di neurologia. Vanta esperienze in ricerca, con focus sui misteri del cervello e l'avanzamento scientifico.

Le valvulopatie rappresentano un gruppo di disturbi cardiologici in cui si osservano difetti strutturali a carico delle valvole del cuore, ovvero la valvola aortica, mitrale, polmonare e tricuspide. Queste anomalie possono causare una compromissione significativa della funzionalità valvolare, incidendo negativamente sulla dinamica del flusso sanguigno cardiaco e dando luogo a specifiche patologie.

Le due principali anomalie funzionali osservate nelle valvulopatie sono la stenosi valvolare, che si verifica quando un restringimento della valvola ostacola il passaggio del sangue, e l’insufficienza valvolare, che si manifesta quando una valvola non si chiude completamente, permettendo al sangue di fluire a ritroso (reflusso). Entrambe le condizioni possono portare a una serie di sintomi e complicanze, influenzando il rendimento cardiaco e richiedendo un intervento terapeutico adeguato per correggere l’alterazione emodinamica e mitigare il rischio di ulteriori danni cardiaci.

A seconda della valvola coinvolta e del difetto che questa presenta, si potrà avere, sia singolarmente che in concomitanza tra loro:

  • Stenosi mitralica
  • Stenosi aortica
  • Stenosi della tricuspide
  • Stenosi polmonare
  • Insufficienza mitralica
  • Insufficienza aortica
  • Insufficienza tricuspidale
  • Insufficienza polmonare
  • Sindrome del prolasso mitralico

Cause e fattori di rischio della valvulopatia

Le cause delle valvulopatie possono essere così classificate:

  • Cause congenite

Se le cause della valvulopatia sono congenite, significa che la malformazione alle valvole del cuore è presente nel paziente fin dalla nascita, questo a causa di alterazioni nello sviluppo embrionale delle strutture cardiache.

  • Cause acquisite

Se le cause della valvulopatia sono acquisite, significa che le alterazioni alle valvole del cuore sono comparse nel corso della vita, conseguentemente a degenerazione del tessuto valvolare, frequenti specialmente in pazienti in età avanzata; calcificazione di parti della valvola; infiammazioni; infezioni; ischemia in corso di infarto miocardico acuto; traumi, anche se raramente; patologie del muscolo cardiaco e/o dei grandi vasi.

Alcuni fattori di rischio che aumentano l’incidenza di valvulopatia acquisita sono il fumo, il diabete, l’ipertensione, l’ipercolesterolemia.

I sintomi della valvulopatia

I sintomi con cui la valvulopatia si manifesta dipendono essenzialmente dal decorso della malattia stessa: la malattia può per lungo tempo rimanere silente e poi manifestarsi in maniera acuta all’improvviso, oppure comparire gradualmente conl’aggravarsi progressivo del quadro clinico del paziente. Inoltre, il tipo di valvulopatia sviluppata può incidere sui sintomi percepiti.

In generale, sintomi con cui la valvulopatia tende a manifestarsi sono:

  • difficoltà respiratoria in seguito ad uno sforzo o, nei casi più gravi, addirittura a riposo o durante la notte
  • affaticamento
  • vertigini
  • svenimento
  • anomalia del ritmo cardiaco, palpitazioni, aritmie
  • dolore toracico causato da un insufficiente flusso ematico nelle arterie coronarie

Diagnosi e cura della valvulopatia

Dal momento in cui si avvertono – anche soltanto lievemente – alcuni dei sintomi precedentemente descritti, si consiglia fortemente di rivolgersi ad uno specialista per un’approfondita diagnosi. Lo specialista in questione è il medico cardiologo che, dopo una ricostruzione attenta e minuziosa della storia clinica del paziente, si appresterà a quella che è la vera e propria visita cardiologica tramite auscultazione cardiaca.

Questa è utile, in prima analisi, per individuare eventuali soffi patologici, determinati del passaggio di sangue attraverso le valvole difettose in chiusura o in apertura. Potrebbe poi essere eseguita un’ecocardiografia – ecografia del cuore – che può confermare o meno la diagnosi. A seconda della diagnosi effettuata dal cardiologo, si procederà alla scelta della terapia più corretta da seguire.

  • La terapia farmacologica – con somministrazione di ace-inibitori, diuretici, farmaci antiaritmici, anticoagulanti, vasodilatatori – è utile a rallentare la progressione della malattia, a controllare e stabilizzare i sintomi e a ridurre il rischio di ulteriore danneggiamento delle valvole cardiache.
  • La terapia chirurgica – dilatazione della valvola stenotica, riparazione della valvola, sostituzione della valvola – viene proposta soltanto di fronte ai casi più gravi di valvulopatia.

I trattamenti transcatetere per le valvulopatie, come TAVI/TAVR per la stenosi aortica o il MitraClip per l’insufficienza mitralica, rappresentano interventi minimamente invasivi. Queste procedure, effettuate attraverso piccole incisioni e con l’uso di cateteri, offrono alternative alla chirurgia aperta, riducendo i tempi di recupero e i rischi operatori.

Fattori di rischio e prevenzione

Per quanto riguarda le valvulopatie congenite, non è ovviamente possibile mettere in campo un piano di prevenzione, essendo esse presenti nel paziente fin dalla nascita.

Le valvulopatie acquisite possono essere invece conseguenza di malattia reumatica frutto di una trascurata faringite da streptococco beta emolitico di gruppo B durante l’infanzia o adolescenza, che nel tempo porta all’instaurarsi di un processo sulla superficie interna del cuore. Un’opportuna terapia antibiotica può contrastare questo spiacevole effetto collaterale della malattia.

Fonti bibliografiche: