Mamme perennemente a dieta: l’effetto sulle figlie può essere devastante

Le mamme perennemente a dieta e ossessionate dal peso possono diventare un pericoloso modello di riferimento per le loro bambine. E le conseguenze sono devastanti

Per una figlia la mamma è il primo e grande punto di riferimento. E non solo. È un’amica, la migliore, è una compagnia e una consigliera, un vero e proprio modello da imitare. È chiaro che, inevitabilmente, i comportamenti e gli atteggiamenti del genitore in questione, tenderanno sempre a influenzare quello dei suoi bambini. Nel bene e nel male.

Secondo uno studio condotto da Common Sense Media, che ha indagato la relazione che esiste tra i rapporti madre-figlia e la nutrizione, è emerso un quadro piuttosto omogeneo e al contempo allarmante, al quale tutti dovremmo prestare attenzione.

In particolare, lo studio conferma che il rapporto che un genitore ha con il suo corpo ha una diretta conseguenza su come i suoi figli, e soprattutto le sue figlie, si sentiranno nella loro pelle in futuro. Ecco quindi che, una mamma perennemente a dieta e scontenta della sua forma fisica, ha più probabilità di crescere una figlia insoddisfatta di se stessa. E, quindi, infelice.

Mamme ossessionate dal peso e figlie che seguono il loro esempio

Mamme in continua lotta con i chili di troppo, che non fanno che parlare dei loro difetti fisici o, ancora peggio, sottolineano quelli dei propri bambini, seppur bonariamente, avrebbero secondo questo studio effetti devastanti sull’autostima dei figli, e soprattutto di quelli di sesso femminile. Le conseguenze sono evidenti: problemi a gestire il rapporto con il cibo e con il proprio corpo.

Il motivo è presto spiegato: tutto si focalizza sulla dimensione corporea, e l’autostima si lega solo alla forma fisica, creando complessi che possono poi sfociare in veri e propri disordini alimentari. È invece importante che un figlio, soprattutto adolescente, impari a non darsi un valore sulla base esclusiva del suo aspetto fisico.

Sopratutto nel caso delle adolescenti, infatti, succede che se una mamma si mostra sempre e perennemente preoccupata della sua linea, una figlia seguirà quello stesso esempio.

Attenzione, con questo non vogliamo dire che una madre non possa aspirare a un fisico diverso, né tanto meno che debba rinunciare alla linea o a migliorare quelli che sono dei difetti estetici che non la fanno sentire a suo agio nel suo corpo. Piuttosto, però, l’invito è quello di prestare attenzione a non trasmettere messaggi sbagliati che potrebbero essere interpretati dai più piccoli in maniera pericolosa.

Questa attenzione dovrebbe essere osservata da subito, fin dai primi anni di età dei bambini. Secondo i dati, infatti, i problemi con l’alimentazione e i disturbi alimentari possono colpire le bambine già da piccolissime, a circa 8 o 9 anni.

Quali sono i campanelli d’allarme?

Secondo la Società Italiana di Pediatria (Sip) e il Ministero della Salute, i primi campanelli d’allarme si possono ravvisare già in giovane età. Spesso, infatti, i bambini, e soprattutto le bambine che frequentano ancora le scuole elementari, iniziano ad assumere tutta una serie di comportamenti che possono diventare preoccupanti. Tra questi, il controllo ossessivo del proprio corpo allo specchio e la riduzione dell’alimentazione, seppur in maniera discreta e silenziosa.

È bene quindi osservare questi atteggiamenti e intervenire prontamente per evitare che si sviluppino disturbi alimentare ben più gravi del semplice controllo del peso. Per evitarli, però, i genitori dovranno fare attenzione a non parlare troppo di bilance, aspetto fisico e diete, almeno non davanti ai figli.

Piuttosto, è importante scegliere per tutta la famiglia cibi sani ed equilibrati per favorire la consapevolezza di uno stile alimentare volto al benessere, preparare piatti che – per quantità –rispondano ai bisogni di ciascuno (un figlio in crescita necessariamente avrà un fabbisogno calorico maggiore rispetto alla mamma) e trasformando i pasti in un momento di condivisione e di gioia.