Nancy Brilli: “Capelli crespi per un trauma, da allora porto la parrucca”

Nancy Brilli svela il suo segreto, spiegando di avere i capelli crespi a causa di un forte trauma e di indossare per questo delle parrucche

Nancy Brilli si racconta senza filtri, svelando i suoi dolori e quel trauma, così forte, da averle fatto diventare i capelli crespi, costringendola ad indossare una parrucca. L’attrice ha ripercorso la sua vita, a partire dal dolore più grande, la perdita della madre quando aveva solamente 10 anni. Da allora la vita di Nancy Brilli è cambiata per sempre e lei, quando era solo un’adolescente, è andata a vivere con la nonna e le zie, dove la sua esistenza è diventata un’inferno anche a causa di un padre che non c’era mai e non si interessava a lei.

“Avevo l’endometriosi e non lo sapevo – ha rivelato Nancy Brilli -. Mia nonna con la fidanzata di allora di mio padre, mi tagliarono i capelli, mi tosarono come una pecora, divennero crespi. Sembra una scemenza ma non lo è. Una prepotenza, una violenza – ha spiegato l’attrice -. Mia nonna indossava gli abiti di mia madre, fece un défilé per mostrarmi come se li era aggiustati”.

Dopo aver perso i suoi capelli biondo platino, Nancy Brilli ha iniziato ad indossare delle parrucche. Il suo passato difficile ha influenzato, in qualche modo, anche le sue scelte sentimentali. L’attrice è stata sposata con Massimo Ghini e con Francesco Manfredi (figlio di Nino), in entrambi i casi però la Brilli è certa di aver cercato la figura materna che le era sempre venuta a mancare. “Perdendo mamma sono stata in seguito alla ricerca della costruzione di una famiglia – ha rivelato -. Massimo e Luca hanno madri forti: in realtà ho sposato loro”.

Oggi nella vita di Nancy Brilli c’è Roy De Vita, chirurgo plastico che ha conosciuto quando lui le curò una cicatrice. “Conobbi Roy quando mi tolse una cicatrice per un intervento che sembravo Frankenstein – ha svelato -. Avevo cisti di sangue. Sono stata imbottita di antidolorifici nella mia vita d’adulta. Ho avuto un tumore da una cisti gigante, degenerata: il mio trentesimo compleanno lo passai in clinica”.