La mamma di Carolina denuncia il cyberbullismo postumo in Rete

Purtroppo nella cronaca dobbiamo annoverare anche questo, anche l’abuso dilagante dell’immagine di una quattordicenne suicida a causa del cyberbullismo e l’appello di sua madre perché queste continue ingiurie post mortem si plachino. Carolina Picchio aveva solo 14 anni quando ha aperto quella finestra e si è gettata nel vuoto, scuotendo le nostre coscienze con il suo dolore. Sua madre, sempre defilata, si è esposta accettando di comparire a Lucignolo 2.0, per restituire dignità alla sua bambina, offesa ancora una volta.

Era il 5 gennaio di quasi un anno fa. Un anno in cui abbiamo registrato epiloghi altrettanto tragici, in cui siamo chiamati a interrogarci per le implicazioni educative, scolastiche, legali e psicologici i ordine sparso perché un ordine in simili vicende non lo si può impostare. Carolina, con la sua morte, ha squarciato un silenzio fin troppo complice sulla degenerato uso della Rete da parte degli adolescenti. Del bullismo nella generazione dei nativi digitali.
Il tragico giorno della scomparsa, la ragazza tornava a casa da una festa sapendo di essere stata filmata quando forse era un po’ brilla e sapendo che un nuovo video sarebbe stato pubblicato e che le avrebbero procurato nuove offese e cattiverie. La Procura ha aperto una inchiesta e ha avviato le indagini per comprendere se vi fosse stata istigazione.
“Le parole fanno più male delle botte”, diceva Carolina, che continua ad essere oltraggiata anche dopo la scomparsa. Perché, denuncia sua madre Cristina, c’è chi ha rubato la sua identità o addirittura le sue foto dal profilo Facebook per pubblicarle su siti pornografici.
“Non credo ci sia modo di rimarginare la ferita. Io mi preoccupo del tormento che ha avuto questa ragazza e di questa violenza ripetuta. Vorrei avere la forza di fare quello che lei ha chiesto, di combattere contro il bullismo perché non succedesse ad altri quello che è successo a lei. Io sto cercando questa forza. E’ lei la mia forza”, ha detto la mamma di Carolina richiamando l’attenzione sull’assenza di un intervento drastico in questa direzione delle istituzioni deputate: “Non c’è una regola. Internet è la frontiera del mondo. Oramai non è virtuale. È reale. Ho fatto denunce. Nessuna risposta. Io pretendo memoria“.