Come invogliare i bimbi a fare i compiti a casa (senza capricci)

I compiti a casa possono essere causa di stress e capricci. Vediamo come una buona organizzazione possa dare risultati proficui.

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Giorgia Marini

Parenting Specialist

Ex avvocato. Blogger, con la laurea sul campo in Problemi di Mammitudine. Da 6 anni scrivo di gravidanza, maternità ed infanzia, sul mio blog “Stato di Grazia a Chi?” e su altre testate online. Racconto la maternità con brio, garbo ed empatia.

Il tema dei compiti assegnati a scuola e da svolgersi a casa, è assai dibattuto. Che si tratti di compiti infrasettimanali, del fine settimana o delle vacanze estive, nel corso degli ultimi anni, le polemiche sono state assai vivaci.

Non solo studenti e genitori ma, in alcuni casi, anche dirigenti scolastici e qualche insegnante si lamentano di questa abitudine, che costringe alunni e studenti a passare ore sui libri, dopo averle già trascorse a scuola. I compiti a casa, dunque, sono spesso oggetto di discussione, a tal punto che ci sono state petizioni portate sino al Ministero dell’Istruzione al fine di avviare sperimentazioni per abolire i compiti a casa, verificandone così gli effetti.

I compiti a casa sono un ricordo poco piacevole per tutti noi, quando eravamo bambini, è inutile mentirci, ed ora, in qualità di genitori, ci aspetta fare il bis, come spettatori. Spettatori che, possiamo dirlo, spesso hanno la tentazione di terminare di proprio pugno quel tema o quell’equazione, per poter uscire tutti di casa.

I compiti a casa hanno creato accesi dibattiti, nel corso degli anni, anche per la loro effettiva utilità, in termini di migliore rendimento scolastico. Per questo motivo, è stato avviato, in alcune classi italiane, un esperimento per la loro abolizione, inserito in una sperimentazione più ampia, che va dalla maggiore coesione del lavoro degli insegnati di materie diverse, ad una diversa disposizione dei banchi, sino ad una piccola rivoluzione didattica.

Sulla didattica, così come tradizionalmente la conosciamo, e sulla scuola più in generale, la necessità di una riforma è reclamata da anni. Sia dal lato dei ragazzi che da quello del corpo insegnante. Ma, aspettando che qualcosa cambi, i compiti a casa rimangono un impegno da svolgere.

Compiti a casa e diseguaglianza sociale

Purtroppo, come abbiamo avuto modo di vedere, anche con la didattica a distanza, a causa degli strumenti informatici a disposizione in famiglia, della velocità della rete e della presenza o meno di adulti preparati a disposizione, lezioni e compiti svolti in casa hanno incrementato un forte divario fra gli studenti. I ragazzi che provengono da una situazione socioeconomica svantaggiata, non trovano in casa un supporto valido e, complici anche la difficoltà a connettersi o un ambiente poco accogliente, la differenza di preparazione rispetto ai compagni di classe rischia di acuirsi.

Così i compiti a casa possono avere più di un risvolto negativo come: stress e conflitti in famiglia; perdita di interesse per le materie; riduzione del tempo da dedicare allo svago, alle arti, allo sport.

Chi, invece, proviene da un ambiente familiare più accogliente e pronto a supportare eventuali criticità, troverà il tempo di svolgere i compiti, con buoni risultati, ed anche quello da dedicare ad altre importanti attività extra scolastiche. Tutto questo, inevitabilmente, si ripercuoterà sul futuro dei nostri ragazzi.

Compiti a casa e rendimento scolastico

Sebbene molte siano le ore passate a svolgere i compiti a casa, dalla primaria in poi, sembra che il rendimento scolastico dei nostri figli non corrisponda alle fatiche fatte tra le mura domestiche.

Alcuni dati poco incoraggianti sull’efficacia dei compiti svolti a casa li aveva forniti, qualche anno fa, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico. L’Ocse, infatti, aveva rilevato che, nonostante la quantità di ore passate nello svolgimento dei compiti a casa da parte dei ragazzi italiani fosse maggiore di quella degli altri Paesi, i risultati scolastici fossero sotto la media. Va anche ricordato che ci sono Paesi nei quali i compiti vengono svolti solo a scuola, in modo che i bambini ed i ragazzi, una volta fuori, si possano dedicare ad altro.

Perché i compiti a casa sono importanti

Finora ci siamo soffermati sugli aspetti negativi dei compiti a casa ma certamente non si può nascondere che una funzione la abbiano. I compiti a casa, se svolti in armonia, in una situazione favorevole, senza interventi né disturbi provenienti dall’esterno, rappresentano un momento che promuove l’autonomia del bambino, insegna a gestire ed organizzare il tempo, affina un metodo di studio. Tutto ciò servirà, in futuro, sia sul lavoro che nella gestione dello studio universitario.

I compiti a casa, inoltre, aiutano a fare collegamenti fra nozioni e materie, stimolando l’apertura mentale, la curiosità, e la ricerca, oltre a consolidare quanto si è appreso in classe.

Aiutare i bambini a fare i compiti

Come fare i compiti a casa, senza capricci

Ma veniamo alla domanda delle domande, al cruccio di ogni genitore: come invogliare i bimbi a fare i compiti a casa, senza troppi capricci, in un tempo adeguato ed un clima sereno.

Non ci sono trucchi o formule magiche, altrimenti li avremmo sperimentati noi per primi, come bambini, per buona pace dei nostri di genitori! Ma qualche regola ci può aiutare, per far soffrire meno tutti: figli e genitori.

Certamente, se per i compiti a casa dei ragazzi più grandi, che frequentano la secondaria, il nostro intervento, nel senso più positivo e meno ingerente possibile, è ridotto ai minimi termini, per i bimbi delle elementari, la parola chiave, importante anche per il futuro, è metodo.

I compiti a casa, togliendo tempo ad altre arti o attività sportive, o al più puro divertimento libero o al relax, difficilmente potranno essere amati, ma, con metodo, disciplina ed uno schema da seguire, potranno richiedere meno tempo, sacrificando in misura minore i nostri bimbi ed ovviamente noi stessi.

Prima di tutto, è necessario che il bambino abbia uno spazio proprio, un luogo pulito ed ordinato, privo di distrazioni. Un luogo che gli garantisca silenzio e l’assenza di altri fratelli o sorelle che possano disturbarlo. Aiutiamo nostro figlio a riconoscere questo spazio come quello deputato al suo impegno quotidiano allo studio. Un angolo accogliente, luminoso, dove tutto il necessario per svolgere i compiti sia alla sua portata.

I capricci, si sa, non sono dovuti solo ad un’attività che non si vuole svolgere ma soprattutto alla sua eccessiva durata, per cui è importante aiutare il bambino a gestire il tempoEliminiamo i device, dal cellulare al tablet, ricordiamo che essi sono nemici della concentrazione ed anche della motricità, importante già in fase di pregrafismo. Salvo non siano richiesti e necessari per lo svolgimento di una ricerca, di un compito, togliamoli dalla sua stanza.

Stabiliamo una o più brevi pause, per far riposare la mente e fare una buona merenda, magari scelta anche insieme, per dare lo sprint per terminare i compiti a casa.

Il pomeriggio non può essere impegnato solo per fare i compiti. Questo potrebbe indurci in tentazione a sostituirci a lui. Noi possiamo, ricordiamocelo, solo supervisionare, e non correggere o fare i compiti al posto dei bambini. Se ci sostituissimo, intaccheremmo la fiducia di nostro figlio, che, invece, va motivato, dando anche importanza ai suoi progressi. Lodare i risultati come l’impegno, la volontà e la determinazione, motiveranno il bambino a portare a termine i compiti. I capricci diminuiranno, se il bambino diventerà fiero di sé.

Ovviamente, dietro ai capricci si potrebbero nascondere cause particolari, come una difficoltà di apprendimento o un disagio alla vista, in questi casi è importante approfondire.

Infine, dobbiamo stabile quante ore o minuti, a seconda delle materie e delle attività assegnate, dedicare ad ogni compito. Questo non deve essere fatto per mettere fretta o pressione al bambino, ma per evitare che lui passi tutto il pomeriggio sulla scrivania.

Come dicevamo, non ci sono formule magiche, ma una buona organizzazione e del buon senso possono aiutare! E mai dimenticare che la scuola è la seconda famiglia dei nostri figli: in caso di dubbi, un confronto sereno e costruttivo può essere una buona soluzione.

Non solo per i loro voti, ma anche per il nostro week end!